Giudizio Universale di Hieronymus Bosch

Giudizio Universale di Hieronymus Bosch è il frammento di un dipinto ora disperso che mette in scena la terribile Apocalisse fiamminga.

Hieronymus Bosch, Giudizio Universale, 1506-1508, olio su tavola di quercia, 59,4 x 112,9 cm. Monaco, Alte Pinakothek

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Indice

Descrizione del Giudizio Universale di Hieronymus Bosch

I corpi nudi dei dannati sorgono dalle loro tombe per affrontare il Giudizio Universale. Sono accompagnati dal sudario, un lenzuolo bianco, con il quale sono stati sepolti. Inoltre indossano copricapi o altri elementi che ne indicano il rango e la loro attività in vita. Esseri ibridi e spaventosi rappresentano poi i demoni che si appropriano dei corpi e delle anime dei condannati all’inferno. I dannati si trovano a sinistra dove evidentemente si trova il luogo delle sepolture.

La porta dell’inferno, invece, è collocata a destra. Infatti i demoni sono in attesa proprio all’ingresso dell’inferno. Un gruppo di loro poi è riunito in cerchio e sembra attendere di agire. Sono quattro e sono composti da volti quasi umani e parti di insetti, roditori e uccelli. Indossano anche tessuti, casacche e accessori umani quali speroni metallici e un cappello verde con sopra una mezzaluna. In basso a destra uno di loro, privo di gambe e con il volto metallico, afferra un arpione con le zampe e spinge un dannato nella bocca di un compagno. Verso l’alto altri mostri sorgono dal suolo mentre al centro altri esseri raccapriccianti trascinano i dannati verso il basso.

Un demone con vestito con un mantello giallo spinge dentro l’inferno un’anima aiutandosi con una lancia arpionata. Gli altri invece dalle forme inquietanti conducono in vari modi uomini e donne disperati. In alto un cardinale è seduto a terra con il cappello rosso sul terreno accanto a lui. Verso l’angolo di sinistra un uomo indossa una tiara papale. Da un sarcofago poi sorge il corpo di un sovrano con la corona ancora in testa. Infine animali fantastici animano la scena e si avvicinano curiosi ai dannati. Il paesaggio è roccioso, spoglio e nero e pare coperto dalla fuliggine scura.

Interpretazioni e simbologia del Giudizio Universale di Bosch

Hieronymus Bosch nella sua versione del Giudizio Universale applicò l’estetica visionaria e fantastica della cultura fiamminga. Infatti il dipinto è animato da esseri mostruosi e deformi frutto di un assemblaggio di parti animali e di invenzione. L’artista fiammingo inoltre era colto e conosceva i testi di Erasmo da Rotterdam. Bosch si interessava anche di Astronomia e di Alchimia.

Nei suoi dipinti come il Giardino delle Delizie si ritrovano le conoscenze apprese nei testi consultati. Si coglie inoltre una vera ossessione per la rappresentazione del demonio. Le sue incarnazioni sono infatti proprio gli esseri fantastici e spesso ripugnanti che infliggono torture atroci ai dannati. Infine, la tendenza a riempire di dettagli e figure l’intero campo pittorico si definisce “horror vacui”. Si traduce in “paura del vuoto” ed è una caratteristica della pittura fiamminga.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Del frammento raffigurante un brano di Giudizio Universale si hanno notizie certe dal 1817. A quella data l’opera era depositata nella galleria ausiliaria del castello di Norimberga.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Il dipinto di Hieronymus Bosch è conservato presso l’Alte Pinakothek di Monaco è il frammento di un’opera di maggiori dimensioni. Dell’artista poi si conoscono due trittici che interpretano l’evento biblico. Le opere si trovano a Vienna e a Bruges. In seguito allo studio del frammento, gli studiosi ritengono che il dipinto potesse misurare alla base 250/300 cm. Sul formato poi non è possibile stabilire se fosse verticale o orizzontale. Una ipotesi non confermata è che si tratti di una parte di un trittico ora perduto dalle misure di circa 290 x 350 cm. Filippo I di Castiglia commissionò il Giudizio nel 1504 circa.

Qualunque fosse il trittico di appartenenza, si tratta di un frammento corrispondente alla parte destra inferiore dell’opera. La presenza della parte bassa di un ampio mantello fa pensare che a sinistra si trovasse Giovanni Evangelista. Infatti secondo la tradizione tale personaggio si inginocchia di fronte a Cristo giudicante per intercedere a favore delle anime. Altri storici ipotizzano che il mantello appartenga invece all’Arcangelo Michele che pesa le anime. L’opera si presentava coperta da un pesante strato di pittura, frutto di coperture successive. Venne poi recuperato con un intervento di restauro nel 1936.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del Giudizio Universale di Hieronymus Bosch

Per datare l’opera gli storici si sono basati sulle affinità stilistiche con Salita al Calvario di Gand.

La tecnica

Il frammento del Giudizio Universale di Bosch è dipinto con colori ad olio su tavola di quercia.

Il colore e l’illuminazione

La superficie limitata alla porzione di pittura del frammento è di colore scuro tendente al bruno.

Lo spazio

L’ambiente nel quale si sviluppa la scena è un paesaggio fantastico.

La composizione e l’inquadratura

Il frammento di Giudizio Universale è di forma rettangolare sviluppato in orizzontale.

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Bibliografia

  • AA.VV., Alte Pinakothek Munich, Edition Lipp, Monaco di Baviera, 1986. ISBN 978-3-87490-701-9
  • Stefan Fischer, Hieronymus Bosch. L’opera completa. Ediz. italiana, 1 gennaio 2014, Taschen, Collana: Extra large, EAN: 9783836552431
  • Marco Bussagli, Bosch, 26 ottobre 2016, Giunti Editore, Collana: Atlantissimi, EAN: 9788809828223
  • Marco Bussagli, Bosch, 2016, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809994300

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 8 dicembre 2019.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Hieronymus Bosch intitolate:

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Giudizio Universale di Hieronymus Bosch, sul sito dell’Alte Pinakothek Museo di Monaco.

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