Garibaldi di Plinio Nomellini

Garibaldi di Plinio Nomellini è una grande opera celebrativa e simbolista dedicata al mitico generale molto ammirato dall’artista.

Plinio Nomellini, Garibaldi, 1907, olio su tela, 198 x 179 cm. Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori

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Indice

Descrizione di Garibaldi di Plinio Nomellini

Giuseppe Garibaldi è fermo in sella al suo cavallo circondato dai suoi uomini. Infatti sul prato verde sono allineati i volontari che indossano la tipica camicia rossa che contraddistingue le truppe garibaldine. Garibaldi è immobile a capo scoperto, con un poncho che copre la camicia di colore rosso. Il generale stringe con la mano destra la sciabola sguainata e ascolta il trombettiere che suona in primo piano.

Interpretazioni e simbologia di Garibaldi di Plinio Nomellini

Il dipinto di Plinio Nomellini è una immagine celebrativa delle battaglie guidate da Giuseppe Garibaldi. L’opera non rappresena quindi un fatto in particolare. Infatti il condottiero è rappresentato in posizione stante quasi in forma monumentale. Garibaldi inoltre ascolta il trombettiere che suona “la diana”, il motivo che incita i soldati alla battaglia. Questo atteggiamento ricorda il rispetto che il comandante manifestava nei confronti dei volontari.

L’atmosfera evocativa del dipinto è anche sottolineata dal colore utilizzato in modo simbolico. Infatti abbonda il rosso che colorava la divisa dei garibaldini. Inoltre il cavallo di Garibaldi non è bianco ma assume un tono marrone scuro che evidenzia in controluce il generale.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Plinio Nomellini dipinse quest’opera in occasione della VII Biennale di Venezia del 1907. L’opera infatti rientrava nel progetto di allestimento della Sala Internazionale L’Arte del Sogno che Nomellini progettò insieme a Galileo Chini. L’intento dei due artisti era quello di celebrare le grandi imprese del passato per propiziare un altrettanto futuro glorioso nazionale. Nella sala trovarono posto altre tre opere di Nomellini intitolate Gli insorti, Alba di Gloria e La nave corsara. Anche Gaetano Previati espose una propria opera nella stanza insieme ad altri artisti.

Il compositore Pietro Mascagni acquistò il dipinto presso la Biennale per 3000 lire. Infine il Comune di Livorno acquistò Garibaldi di Plinio Nomellini nel 1980 dalla nipote del compositore Livornese, Maria Teresa. Il dipinto si trova ora al Museo Giovanni Fattori di Livorno.

L’artista e la società. La storia dell’opera Garibaldi di Plinio Nomellini

Nomellini dipinse Garibaldi nel 1907 all’età di 40 anni. L’artista aveva già aquistato una certa fama grazie alla sua adesione al Simbolismo europeo e alle sperimentazioni divisioniste. All’epoca inoltre viveva a Torre del Lago in provincia di Lucca. Nel dipinto compare la firma dell’artista. Infatti in basso a destra si legge “P. Nomellini”.

Giuseppe Garibaldi morì nel 1882 e il suo personaggio ispirò le opere di molti artisti tra i quali Nomellini che gli dedicò diversi lavori. La figura del generale infatti negli anni a venire diventerà un mito romantico e simbolo di unità e orgoglio nazionale.

La critica dell’epoca non apprezzò il dipinto di Nomellini. Nonostante questo fece però presa sul grande pubblico. Il compositore Mascagni proprietario dell’opera il 4 giugno 1907 scrisse a Nomellini di essere orgoglioso di possederla. Anche il poeta Giovanni Pascoli il 5 ottobre 1910 scrisse all’artista indicando il suo dipinto riprodotto su cartolina come la migliore poesia su Giuseppe Garibaldi.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Garibaldi di Plinio Nomellini

Il dipinto intitolato Garibaldi di Plinio Nomellini mostra chiaramente lo stile divisionista utilizzato dall’artista. Il suo uso si evidenzia così sul prato in primo piano. Infatti il suolo è caratterizzato da una distesa d’erba resa con pennellate lunghe e filamentose. Inoltre anche i personaggi principali e sullo sfondo sono resi con una pennellata separata. Come gli altri suoi colleghi divisionisti Nomellini sul finire dell’800 affrontò una sperimentazione vicina al puntinismo francese.

La tecnica

Il dipinto di Plinio Nomellini è una tela di grandi dimensioni e misura 198 X 179 cm. L’opera è dipinta con colori ad olio.

Il colore e l’illuminazione

L’opera è caratterizzata da un’onda di colore rosso arancio che si dispiega sullo sfondo. Si ritrova poi nel garibaldino in primo piano e in quello a terra a sinistra. Una zona di colore giallo-verde invece si rivela sul prato in prossimità della figura di Garibaldi. Il resto dell’erba è reso con alternanza di pennellate azzurre, gialle, brune e viola. Il colore del cielo è grigio e lattiginoso. Invece il cavallo di Garibaldi risulta scuro e in controluce al fine di metterlo in evidenza.

Lo spazio

La scena idealizzata si svolge in un ampio prato. Non vi sono però altri indizi ambientali. La profondità è resa inoltre molto efficacemente dal confronto tra il soldato che suona a sinistra e i garibaldini rappresentati sullo sfondo. I soldati risultano quasi indistinti perché le loro figure sono prive di contorni e molto sfocate.

La composizione e l’inquadratura

L’immagine è di forma rettangolare con inquadratura orizzontale che valorizza il fronte dell’esercito di Garibaldi dispiegato verso la metà orizzontale dell’opera. Il dipinto presenta due metà affiancate nelle quali prevalgono a sinistra la figura verticale del Garibaldino e a destra l’immagine di Garibaldi a cavallo costruita sulla orizzontale dell’animale.

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Bibliografia

  • Nadia Marchioni, Plinio Nomellini. Dal divisionismo al simbolismo verso la libertà del colore. Catalogo della mostra (Seravezza, 14 luglio-5 novembre 2017). Ediz. a colori, Maschietto Editore, 2017, EAN: 9788863941340

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 16 maggio 2020.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Plinio Nomellini, Garibaldi, sul sito della Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno.

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