Aragostaio di Giovanni De Martino

Aragostaio di Giovanni De Martino è una statuetta di taglio realistico che rappresenta un piccolo venditore tipico della Napoli ottocentesca.

Giovanni De Martino, Aragostaio, post 1875 – ante 1899, bronzo, 35 x 56 cm. Varese, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea

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Indice

Descrizione della scultura Aragostaio di Giovanni De Martino

La piccola scultura di Giovanni De Martino raffigura un adolescente. Il ragazzino è in posizione stante e il peso del corpo è retto dalla gamba sinistra mentre la destra è leggermente sollevata e poggia più in alto sulla roccia. Con la mano sinistra poi alza in alto un’aragosta con la destra invece tiene stretto un piccolo orcio. Inoltre il giovane è nudo e indossa solamente un panno avvolto intorno ai fianchi. Il volto è inclinato leggermente verso l’alto, a destra. La sua espressione è felice, sorride e sembra porgere il crostaceo ad un possibile cliente. L’aragostaio è in piedi su una piccola porzione di roccia.

Interpretazioni e simbologia di Aragostaio

Il piccolo aragostaio raffigura un venditore di crostacei. Le rappresentazioni di giovani impegnati in attività popolari furono molto diffuse nel periodo di attività di Giovanni De Martino. Molto conosciute sono infatti le sculture di Vincenzo Gemito come quella intitolata Pescatorello. De Martino è conosciuto per la sua produzione di piccole sculture che raffigurano bambini del popolo. Per questo venne anche definito lo scultore dei bambini. De Martino dimostrò una grande capacità di rappresentare in modo realistico il carattere e le espressioni di bambini. Per questo Benito Mussolini durante la quadriennale di Roma del 1931 lo indicò come un importante esponente dell’arte italiana.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Aragostaio di Giovanni De Martino è una scultura conservata presso il Museo di arte Arte Moderna e Contemporanea Varese.

L’artista e la società. La storia dell’opera Aragostaio di Giovanni De Martino

Giovanni De Martino nacque a Napoli nel 1870. Dopo aver frequentato l’Accademia di belle arti di Napoli si trasferì a Parigi dove espose nei Salons alcune sculture di piccole dimensioni. Tornato a Napoli si dedicò esclusivamente alla scultura di soggetti popolari, soprattutto bambini e scugnizzi.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile dell’opera Aragostaio di Giovanni De Martino

Giovanni De Martino fu un artista conosciuto per i suoi ritratti di personaggi del popolo e soprattutto bambini rappresentati con taglio realistico. Le sue opere inoltre rivelano una vicinanza empatica verso le classi più umili e la sua opera può essere definita con realismo sociale. De Martino frequentò l’Accademia di belle arti di Napoli dove seguì i corsi degli Artisti Stanislao lista, Gioacchino Toma e Achille D’Orsi dal quale apprese la capacità di raffigurare soggetti popolari in giovane età.

La tecnica

Aragostaio di Giovanni De Martino è una piccola fusione in bronzo.

La luce sulla scultura

La superficie della scultura è lucida e scura con una intonazione leggermente dorata. Per questo la luce crea decisi contrasti di luminosità che mettono in risalto i volumi del corpo e segnano la modellazione anatomica.

Rapporto con lo spazio

Il piccolo bronzo intitolato Aragostaio è una scultura a tutto tondo. Per questo è possibile osservarla in ogni sua parte. Nonostante questo la visione frontale è quella che offre una maggiore comprensione della statuetta. Inoltre il giovane popolano si apre verso lo spazio circostante grazie alla posizione e alla sua espressione rivolta verso un interlocutore che si immagina essere di fronte a lui. Infine la posizione del corpo e il braccio alzato verso la sua sinistra creano un’apertura verso tale direzione.

La struttura

Il giovane venditore di aragoste è raffigurato in piedi con il corpo arcuato stante su una superficie rocciosa che si alza verso sinistra. Il braccio destro è abbassato e avvolge il piccolo orcio mentre la gamba sinistra sostiene il peso del corpo. Invece il braccio sinistro è alzato e in posizione obliqua e crea un asse con la gamba destra sollevata verso l’esterno.

La statuetta poggia su di una base esagonale e ripropone in chiave più libera il chiasmo scultoreo teorizzato per primo da Policleto. Secondo tale modulo compositivo gli arti del corpo manifestano in modo contrapposto tensioni e flessioni. Nella statua la gamba sinistra è tesa a sostenere il peso del corpo come il braccio destro che si flette e trattiene l’orcio compiendo uno sforzo muscolare. Invece la gamba destra è distesa e poggiata sopra lo scoglio come il braccio sinistro disteso verso l’alto.

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Bibliografia

  • Luigi Iaccarino, Mimmo Di Guida, Rossella ManzioneNovevento, un secolo di “novecento”, tra collezionismo privato ed esposizioni pubbliche, Edizioni Vincent, Napoli, 2010
  • Isabella ValenteIl Bello o il Vero, Sottotitolo: La Scultura Napoletana del Secondo Ottocento e del Primo Novecento, Basilica e Convento di San Domenico Maggiore, Nicola Longobardi Editore, Napoli, 2014

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 8 ottobre 2019.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Giovanni De Martino intitolate:

  • Aragostaio

Consulta la pagina dedicata alla statuetta di Giovanni De Martino, Aragostaio, sul sito dei Beni Culturali della Lombardia.

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