Annunciazione di Paolo Veronese

L’Annunciazione di Paolo Veronese fu portata a Firenze nel 1654, da Leopoldo de’ Medici insieme al Martirio di Santa Giustina.

Paolo Veronese, L’Annunciazione 1556 circa, olio su tela, 143 x 291 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi

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Indice

Interpretazioni e simbologia de L’Annunciazione di Paolo Veronese

L’annunciazione di Paolo Veronese del 1556 è una ulteriore versione di quella del 1552 che si trova nel museo di Padova. L’opera presenta tutte le caratteristiche dello stile dell’artista. Le strutture architettoniche, complesse nella progettazione, ambientano la scena con le figure dell’Arcangelo e della Vergine. Nel dipinto si vedono marmi, pavimenti molto ricchi, balaustre, colonne e archi di derivazione classica. Nell’Annunciazione di Paolo Veronese in particolare, la prospettiva centrale è molto rigorosa e conduce l’occhio verso la profondità del giardino che si intravede attraverso l’arco. Le colonne, con la loro scansione orizzontale, organizzano lo spazio in tre parti ben precise, a destra si trova l’angelo al centro la fuga verso il giardino esterno e a destra la Vergine annunciata.

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Lo stile de l’Annunciazione di Paolo Veronese

La posizione dei personaggi è teatrale e studiata nei minimi dettagli. Riprende, infatti, alcune caratteristiche del Manierismo italiano. La nuvola dorata che si trova in alto, si sposta verso la Vergine, sembra essere ispirata dai lavori di Correggio. Al suo interno si intravedono angioletti dipinti con il solo volto e le ali laterali. La composizione è decisamente simmetrica. Sull’asse centrale si trova il giardino esterno verso il quale puntano le linee di fuga delle architetture interne. Centralmente, nel primo piano, sono disposti tre ordini di colonne, in profondità, a destra e a sinistra dell’arco costruito sul fondo. Sulla sinistra è dipinto l’Arcangelo Gabriele, con in mano dei gigli bianchi, a destra la Vergine annunciata. Dietro di loro si intravedono altri ordini di colonne e una balaustra di marmo. In alto aleggia una nuvola dorata dentro la quale volteggiano testine di angioletti.

Il colore e l’illuminazione

I marmi delle architetture, colonne e arco di trionfo centrale sono di un candido bianco, molto chiaro. I marmi del pavimento, disegnati con elementi geometrici, sono rosa, bianchi e neri. L’arcangelo Gabriele indossa una veste rosso chiaro molto vaporosa e mossa dall’aria. La Madonna indossa la tradizionale veste rossa, simbolo della passione. Il mantello è verde-azzurro chiaro. Lo sfondo bruno a sinistra, come le ali da aquila dell’Arcangelo Gabriele. A destra, tra le colonne, l’ombra è scura e fredda. Il paesaggio verde tendente al grigio.

La scena è illuminata in modo diretto con luce frontale, leggermente proveniente da destra. Le colonne, in primo piano, brillano e riflettono la luce come l’arco di trionfo sul fondo. L’arcangelo Gabriele è interamente illuminato tranne il suo volto inclinato verso la Vergine. La sua testa è posta di scorcio e leggermente in ombra. La balaustra e le colonne posteriori sono in ombra come la parte alta del dipinto.

Lo spazio

Lo spazio è reso chiaramente dimensionato grazie alla scansione delle colonne in profondità. Questa progressione permette di misurare lo spazio e arrivare fino all’arco di trionfo. La sovrapposizione degli alberi del paesaggio, oltre l’arco, permette di apprezzarne la lontananza. Contribuiscono a creare la spazialità del dipinto anche le ombre del secondo piano. I colori e le luci della scena in primo piano risaltano attraverso un contrasto di chiarezza sapientemente dosato.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto si sviluppa in orizzontale ed è scandito in tre parti proporzionate tra loro. Il centro è occupato dal corridoio che porta all’arco di trionfo e, quindi, al paesaggio esterno. La porzione di sinistra è occupata dall’arcangelo Gabriele che avanza elegantemente verso la Vergine indicando Dio Padre. La parte di destra ospita la Madonna in atteggiamento raccolto e rivolta verso l’Arcangelo Gabriele. Un impianto compositivo, quindi, molto solido ma non rigido. L’altezza maggiore della figura dell’Arcangelo, rispetto alla Vergine, permette di disegnare un triangolo orientato a destra. Il movimento che si crea è, quindi, in questa direzione a partire dall’incedere dell’Arcangelo. Interrompe, parzialmente, la simmetria delle architetture, la nuvola angelica che scende dall’alto a sinistra e va verso la Vergine.

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Bibliografia

  • Veronese. La pittura profana, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2005; 2006, EAN: 9788809040885

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 7 luglio 2022.

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