Maria Salviati di Agnolo Bronzino

I ritratti come quello di Maria Salviati, di Agnolo Bronzino, un manierista di seconda generazione, sono efficaci nella loro semplificazione formale ma freddi e distaccati.

Bronzino, Maria Salviati, 1543 ca, olio su tavola, 127 x 100 cm. San Francisco, The Young Memorial Museum

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Indice

Descrizione di Maria Salviati di Agnolo Bronzino

L’anziana nobile raffigurata nel ritratto del Bronzino è Maria Salviati. Alle spalle della donna, sullo sfondo, nella metà superiore del ritratto, si intravede una decorazione architettonica verticale. Maria Salviati è rivolta verso sinistra come anche la sedia sulla quale siede. Il suo volto è orientato nella stessa direzione del corpo, ed è rappresentato di tre quarti, quasi frontalmente. Lo sguardo di Maria Salviati è rivolto verso lo spettatore ma puntato oltre l’osservatore, leggermente a destra. Lo sguardo ha un’espressione decisa e nobile indice di un carattere determinato e sicuro di sé.

L’abbigliamento è sobrio e castigato. L’anziana signora indossa un abito scuro con una mantellina di tessuto leggero e trasparente sulle spalle. Il capo è coperto da un velo chiaro che ricade sulle spalle. Le pieghe del tessuto rivelano che il velo è stato appena spiegato. La capigliatura è coperta e, Maria Salviati, non indossa alcun gioiello. Il braccio destro è appoggiato alla spalliera della sedia mentre la mano sinistra tiene aperto un libretto in grembo. Dietro di lei si trova un muro severamente decorato con una modanatura verticale.

Interpretazioni e simbologia di Maria Salviati di Agnolo Bronzino

Maria Magdalena Romola Salviati, fu il vero nome di Maria Salviati nata a Firenze il 17 luglio 1499 e morta a Villa di Castello, il 29 dicembre 1543. Maria Salviati fu la moglie di Giovanni de’ Medici conosciuto anche come il condottiero Giovanni dalle Bande Nere. Cosimo I de’ Medici fu loro figlio e diede inizio alla linea dei Granduchi. Nel ritratto del Bronzino, Maria Salviati compare vestita a lutto in seguito alla morte del marito per cancrena dovuta ad una ferita subita in battaglia.

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Lo stile di Maria Salviati di Agnolo Bronzino

Il Bronzino, vero nome Agnolo di Cosimo Tori, fu allievo del Pontormo e non si mosse, quasi mai, da Firenze. Furono i ritratti che gli diedero fama tra i contemporanei. Le sue figure si distinguono per un segno preciso e sicuro e una descrizione approfondita delle pose. La semplificazione formale conferisce ai suoi ritratti, una notevole aristocrazia. In particolare nel caso del ritratto di Maria Salviati l’immagine risulta fredda e distaccata priva di partecipazione emotiva.

Il Bronzino fu un manierista di seconda generazione interessato all’eleganza formale e al recupero di valori quattrocenteschi.

Maria Salviati ritratta dal Bronzino è un ritratto dalla superficie pittorica sfumata e curata che descrive in modo efficace le trame delle stoffe dell’abito e dell’incarnato. La bravura dell’artista è stata tale da rendere molto realistiche le pieghe dei tessuti leggeri. Il modellato del volto e delle mani, pur dichiarando la non giovane età della donna, non crea segni evidenti di vecchiaia. Le ombre creano un contorno scuro che mette in evidenza il viso di Maria Salviati e il profilo destro della figura. La decorazione sul muro è costruita in modo da renderla ben evidente ma discreta. Infatti contribuisce ad incorniciare ulteriormente il ritratto. Anche la sedia è stata realizzata con attenzione e con una prospettiva corretta.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto ha un tono generale scuro e molto serio che mette in evidenza il busto chiaro di Maria Salviati. Infatti i veli che indossa ritagliano l’immagine dal resto della superficie dipinta. Il volto si stacca dai colori chiari dei veli che ne anticipano l’incarnato. Il velo sulle spalle è bianco, quello sul capo ocra chiaro e la fascia che crea sulla fronte quasi rosa. L’abito è molto severo e sicurissimo con poche luci e, quindi, privo di panneggio evidente. L’abito scuro crea un forte contrasto con il resto della figura ma sembra fondersi con lo sfondo. La luce proviene da sinistra, e crea ombre scure intorno al volto sulle spalle. L’ambiente è in ombra e colorato con un verde tendente al grigio che mette in gran evidenza il volto attraverso contrasto di complementari.

Lo spazio

La resa spaziale è favorita dalla fuga prospettica dello scranno sul quale è seduta Maria Salviati. Questo è l’unico elemento sul quale L’artista è riuscito a costruire uno spazio geometrico lineare. La profondità si apprezza grazie alla sovrapposizione del bracciolo in primo piano dello scranno davanti alla figura di Maria Salviati. Immediatamente dietro di lei si trova il muro con la decorazione verticale a sinistra. Si crea uno spazio psicologico ristretto e intimo ma freddo e aristocratico, molto formale.

La composizione e l’inquadratura

Il formato dipinto è verticale e incornicia completamente il ritratto di Maria Salviati seduta sullo scranno. La composizione è centrale e le diagonali del dipinto si incontrano in corrispondenza della vita della anziana donna. In primo piano si trova la sedia rinascimentale che accoglie Maria Salvati seduta. Non vi è altro piano che il muro dietro di lei.

L’inquadratura dell’immagine ritaglia la figura della donna seduta e della sedia che l’accoglie. Infatti, la testa velata di Maria Salviati lambisce la parte alta del rettangolo mentre la mano destra arriva fino al limite del bordo sinistro. La nostra attenzione è rivolta principalmente allo sguardo intenso e determinato della nobile. In seconda battuta sulle mani bianche che spiccano contro il fondo e la veste nera in basso. La massa che si forma in basso, nella parte inferiore della donna seduta sulla sedia voluminosa, crea una forte base monumentale che sostiene il busto chiaro.

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