Il Bevitore di Arturo Martini

Il Bevitore di Arturo Martini fu modellato con uno stile semplice e schematico. La sua figura priva di risalto muscolare ricorda le statue delle prime civiltà nate nel territorio italico.

Arturo Martini, Bevitore, 1928 – 1929, terracotta, 150,5 x 54 x 70 cm. Milano, Pinacoteca di Brera

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Indice

Descrizione de Il Bevitore di Arturo Martini

Un uomo nudo siede su di un tronco tagliato e beve da una ciotola di forma ovale. Le sue gambe sono poggiate saldamente a terra. Il piede sinistro è posato sulla base che rappresenta il terreno mentre il destro è leggermente sollevato. La testa è molto inclinata posteriormente per far colare l’acqua contenuta nella ciotola verso le labbra.

Interpretazioni e simbologia de Il Bevitore di Arturo Martini

La nudità del Bevitore è un riferimento alla condizione originaria dell’uomo. Non è quindi da leggersi come un aspetto estetico e ideale come avveniva nelle statue della Grecia Classica. Infatti opere come il Discobolo di Mirone o il Doriforo di Policleto raffigurano importanti atleti o guerrieri. Il Bevitore di Arturo Martini esegue un gesto quotidiano. Si tratta quindi di un uomo qualunque. Piuttosto se si considera la funzione religiosa e a volte magica delle statue arcaiche il gesto potrebbe essere interpretato come un rituale.

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Il Bevitore di Arturo Martini si trova alla Pinacoteca di Brera grazie ad una donazione.

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Lo stile della statua Il bevitore di Arturo Martini

Il Bevitore è da considerarsi come un’opera dallo stile arcaicizzante. Il termine indica un riferimento alla scultura arcaica. Sicuramente i riferimenti sono quelli delle civiltà dell’antica Grecia vista la staticità della figura. In ogni caso si possono trovare anche citazioni dalle sculture delle civiltà più antiche. Anche il materiale utilizzato, la terracotta, è un riferimento alla statuaria primitiva. Infatti le statue di tipo celebrativo e aulico della tradizione classica furono realizzate in marmo o bronzo. La forma del busto e delle altre parti del corpo è piuttosto stilizzata. Infatti il tronco, le braccia e le gambe assumono forme semplici e cilindriche. Tali forme sono vicine alle forme di Carlo Carrà.

La luce sulla statua

Se illuminata dall’alto e frontalmente la statua del Bevitore è priva di forti chiaroscuri. La luce scivola sul corpo e rivela le superfici lisce e con pochissime rilevanze muscolari.

Interazione con lo spazio

La posizione assunta dal Bevitore crea una forma aperta e proiettata nello spazio. Infatti il personaggio sembra slanciarsi verso alto. Le gambe grazie alla posizione seduta si sporgono in avanti e il ventre si offre senza protezione alla nostra visione. Questa naturalità crea un approccio aperto e spontaneo che coinvolge l’osservatore nello spazio del Bevitore.

La struttura della statua

Il tronco dell’uomo crea un continuo verticale con il tronco sul quale è seduto. La posizione flessa di gambe e braccia crea poi strutture triangolari che si innestano nel cilindro centrale del corpo. Nel complesso la struttura è rigida e molto schematica. Queste caratteristiche strutturali sono infatti tipiche della statuaria arcaica.

Approfondimenti. Arturo Martini e Valori Plastici

Arturo Martini nacque a Treviso nel 1889 e fu un artista autodidatta che si avvicino all’arte in seguito al suo lavoro di ceramista. Il mastro creò statue, dipinti e incisioni e fu considerato l’artista ufficiale del regime fascista tra le due guerre. Il suo periodo di appartenenza è quello definito Ritorno all’Ordine. Arturo Martini aderì infatti a tale movimento negli anni Venti del Novecento. Nelle sue linee fondamentali fu delineato su Valori Plastici, una rivista di critica d’arte fondata a Roma attiva dal 1918 al 1921. Nelle sue pagine vennero diffuse le idee della Metafisica e dei movimenti delle avanguardie europee.

Valori Plastici fu fondata da Mario Broglio e propose il recupero dei valori estetici della tradizione italica. Non si trattava però di una totale chiusura verso l’Europa. Piuttosto vi era una maggiore considerazione delle tradizioni classiche rispetto alle sperimentazioni ottocentesche. Nel primo numero, il 15 novembre del 1918, Alberto Savinio pubblicò il programma di una nuova visione estetica. Venne definita una linea più individualista. Inoltre si aprì un conflitto con le idee futuriste e bolsceviche.

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