Le imposte anticipate di Carlo Pittara

Le imposte anticipate, di Carlo Pittara, racconta la difficile situazione dei contadini in seguito alla formazione del nuovo Regno d’Italia.

Carlo Pittara, Le imposte anticipate, 1865, olio su tela, 122 x 98 cm. Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna

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Indice

Descrizione de Le imposte anticipate di Carlo Pittara

Due contadini stanno caricando su di un carretto alcuni tronchi d’albero segati. In primo piano, a destra in basso, si nota, infatti un ceppo appena reciso. Due buoi sono aggiogati al mezzo di trasporto e attendono calmi di ripartire. La scena si svolge su di una strada di campagna sterrata, appena segnata dalle ruote pesanti del carro. A destra, si estende un ampio campo arato fino all’orizzonte. A sinistra, invece, si alza una boscaglia priva di foglie, Il cielo è bianco e riflette la pallida luce del sole che crea ombre lunghe sulla strada.

Interpretazioni e simbologia de Le imposte anticipate di Carlo Pittara

Le imposte anticipate di Carlo Pittara è un dipinto a sfondo sociale. Il titolo dell’opera, infatti, si riferisce al taglio dei tronchi venduti per coprire le tasse imposte ai cittadini del nuovo stato italiano. Il tono sociale e partecipe del dipinto di Carlo Pittara si avvicina, così, alla pittura realista di Courbet. L’artista dipinse altre opere di denuncia quali Sistema infallibile per ristorare le finanze italiane presentato a Parma nel 1870. L’opera fu esposta nuovamente in occasione dell’esposizione universale di Vienna nel 1873 col titolo Aratro o Aratura. Il dipinto è, ora, proprietà della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in deposito a Ravenna presso l’Accademia di Belle Arti.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Le imposte anticipate fu acquisito presso la Società Promotrice di Belle Arti di Torino nel 1865. Da quella data si trova nella collezione della Galleria d’Arte Moderna di Torino. Il dipinto è presente alla Mostra I MACCHIAIOLI, Arte italiana verso la modernità, da 26 Ottobre 2018 a 24 Marzo 2019

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Lo stile del dipinto Le imposte anticipate di Carlo Pittara

Carlo Pittara fondò la scuola di Rivara alla quale aderirono poi altri artisti quali Alfredo D’Andrade ed Ernesto Rayper. Questo gruppo di artisti fu artefice di un nuovo paesaggismo realizzato con pittura dal vero. La scena è dipinta con pennellate evidenti che creano il paesaggio e, allo stesso modo le figure dei contadini. I buoi, in primo piano, invece, sono maggiormente dettagliati e risultano più volumetrici grazie ad un chiaroscuro maggiore. L’intento sociale di Carlo Pittara è evidente nella partecipazione al lavoro dei contadini. Inoltre, la natura è ripresa dal vero senza la trasfigurazione idealizzata che ne proporrà in seguito il simbolista Giovanni Segantini.

Il colore e l’illuminazione

Le imposte anticipate di Carlo Pittara è un dipinto dai toni molto caldi. Il terreno in primo piano e i campi sullo sfondo sono colorati con ocra e marrone. Anche la poca erba che compare e la vegetazione del sottobosco presentano una intonazione bruna con qualche sfumatura di verde poco saturo. I buoi, in primo piano, partecipano con gli stessi colori al paesaggio. Quello di destra è più scuro e bruno mentre quello di sinistra è chiaro con sfumature ocra e marroni. I due contadini, invece, sono gli unici elementi di intonazione fredda, i loro abiti sono infatti, grigio chiaro. Il cielo è lattiginoso e grigio argento verso l’alto.

Lo spazio

La profondità dell’immagine è determinata dallo scorcio del gruppo al lavoro. La scena è rappresentata frontalmente e i buoi sono posti di fronte al carretto che si individua solamente dalle ruote, a destra. I contadini caricano i tronchi sul retro e sono, quindi, rappresentati come sagome. Il campo arato si prolunga fino alla linea d’orizzonte e apre un paesaggio vasto a perdita d’occhio. A sinistra, invece, la boscaglia si infittisce e si percepiscono, tra i rami privi di foglie, i tronchi più lontani. I colori che si ingrigiscono verso l’orizzonte contribuiscono a dare il senso di profondità. Inoltre verso lo sfondo una leggera foschia vela i contorni delle forme e accentua il senso di lontananza.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto di Carlo Pittara intitolato Le imposte anticipate ha un formato verticale. L’inquadratura permette di dare maggiore risalto alla boscaglia di sinistra che viene raffigurata in tutta la sua altezza. Inoltre il taglio dell’immagine stringe sul gruppo di lavoro che rappresenta il vero soggetto del dipinto. In primo piano, si notano i due buoi che proiettano le lunghe ombre in basso. Dietro di loro, si intravede il carretto e quindi i contadini al lavoro. Lo sfondo è rappresentato dalla piatta linea dell’orizzonte. Il punto di vista con il quale Pittara dipinse la scena è leggermente più alto del carretto. In questo modo è possibile osservare i contadini al lavoro che, sarebbero stati coperti dagli animali. Poco meno della metà del dipinto è riservata al paesaggio mentre gran parte della metà superiore è riservata al cielo bianco e luminoso.

Approfondimenti

Carlo Pittara nacque a Torino nel 1836, si formò presso l’Accademia Albertina ed ebbe come insegnante Giuseppe Camino. Nel 1856 Carlo Pittara si trasferì in Svizzera, a Ginevra. Fu allievo di Charles Humbert, un pittore attivo nella raffigurazione di animali. L’artista si trasferì, quindi, tra il 1858 e il 1860 a Parigi. In Francia conobbe Jean-Baptiste Camille Corot e fu attratto dalle esperienze della scuola di Barbizon. Pittara fu poi a Roma dove visse per tre anni. Nel 1861 fondò con altri artisti la Scuola di Rivara in provincia di Torino. Insieme a Ernesto Bertea, Alberto Issel, Serafin Avedaño, Antenore Soldi, Ernesto Rayper, Casimiro Teja, Federico Pastoris, Pittara propose un nuovo stile paesaggistico. L’intento di questi artisti fu quello di rappresentare la realtà delle campagne attraverso la pittura en plein air.

La Scuola di Rivara seguì un percorso simile alla Scuola Grigia Ligure e alcuni artisti parteciparono alle due esperienze. Carlo Pittara nel 1870 vinse la medaglia d’oro all’esposizione di Belle Arti di Parma presentando l’opera intitolata Sistema infallibile di ristorare le finanze italiane. La vocazione sociale fu, quindi, una cifra stilistica importante nella sua opera. Tornato, poi, a vivere per alcuni periodi a Parigi, dal 1880 incontrò l’esperienza degli impressionisti. Carlo Pittara morì nel 1891 a Rivara.

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