Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada di Bernardo Bellotto

Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada è una veduta dipinta da Bernardo Bellotto che un tempo era esposta all’interno delle stanze della villa di Vaprio d’Adda.

Bernardo Bellotto, Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada, 1744, olio su tela, 64,5 x 98,5. Milano, Pinacoteca di Brera

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Indice

Descrizione del dipinto Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada di Bernardo Bellotto

La veduta ritrae la grande villa al centro di un paesaggio pianeggiante. In primo piano, compaiono dei ruderi di costruzioni coloniche. Sulla destra, invece, si nota lo specchio azzurro del lago. La villa è immersa nella natura. Inoltre, tra gli alti alberi compaiono contadini impegnati in diverse attività. Infine, all’orizzonte le Alpi si stagliano innevate contro il cielo chiaro.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada e Veduta di Gazzada sono due tele di Bernardo Bellotto di grande importanza. Le due opere erano esposte nelle stanze della villa di Vaprio d’Adda di Antonio Maria Melzi. Il notabile legato al governo austriaco di Milano, acquistò la proprietà nel 1838. La villa, negli anni di viaggio del Bellotto, era di proprietà dei nobili di Varese, Gabrio e Giuseppe Perabò. Entrambi erano importanti esponenti del governo di Milano. Inoltre, erano legati in amicizia al cardinale Giuseppe Pozzobonelli. Il religioso era un importante collezionista e divenne vescovo di Milano nel 1744, data del viaggio del Bellotto. La Pinacoteca di Brera acquistò le due opere dall’antiquario Alessandro Brison.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Bellotto dipinse Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada e Veduta di Gazzada durante il viaggio in Lombardia nel 1744.

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Lo stile Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada di Bernardo Bellotto

I due dipinti di Bernardo Bellotto conservati a Brera sono considerati capolavori del vedutismo in Europa. Secondo gli storici le due opere, inoltre, rappresentano un passaggio ulteriore rispetto allo stile delle vedute di Canaletto. Infatti, Bellotto dipinse le due scene con naturalezza e realismo. Intanto, l’illuminazione suggerisce un preciso momento del giorno. Poi, i colori e gli effetti luminosi sono scelti per rendere tale atmosfera particolare. In Canaletto, invece, la luce è astratta e crea una immagine atemporale e cristallizzata nella perfezione formale. Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada di Bellotto anticipa, così, le novità della pittura paesaggistica dell’Ottocento di Constable e Turner.

La tecnica

Il dipinto di Bernardo Bellotto fu realizzato con impasto ad olio su tela. La superficie risulta attentamente sfumata.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto presenta tonalità fredde sullo sfondo e più calde in primo piano. L’atmosfera cromatica è giocata su forti contrasti tra luce ed ombra come nelle opere di Constable. La luce solare proviene da sinistra e crea lunghe ombre scure sul terreno, verso destra.

Lo spazio

Il paesaggio raffigura un’ampia porzione di pianura che arriva fino alle montagne lontane. Gli edifici sono rappresentati frontalmente quindi la prospettiva geometrica non è il principale indicatore spaziale. Piuttosto, agiscono la sovrapposizione tra natura ed edifici e la diminuzione progressiva dimensionale delle figure umane. Inoltre il paesaggio si sviluppa verso l’alto del quadro. Il punto di vista è alto e permette di osservare la scena quasi a volo d’uccello.

La composizione e l’inquadratura

Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada è di formato rettangolare. La sua inquadratura panoramica permette di valorizzare l’estensione orizzontale del paesaggio. In corrispondenza del centro del dipinto si trovano la villa e il lago. La villa occupa la metà sinistra mentre il lago quella di destra. Inoltre, la metà superiore è occupata interamente dal cielo, quella inferiore dal paesaggio. Il dipinto presenta, così, un classico equilibrio formale.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Bernardo Bellotto, Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada, sul sito della Pinacoteca di Brera di Milano.

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