Veduta del Pantheon d’Agrippa di Giovan Battista Piranesi

La Veduta del Pantheon d’Agrippa di Giovan Battista Piranesi ritrae in una nota incisione l’edificio classico al tempo dell’artista.

Giovan Battista Piranesi, Veduta del Pantheon d’Agrippa, ca 1761, incisione, 47 x 69 cm. Los Angeles, County Museum of Art

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Indice

Descrizione di Veduta del Pantheon d’Agrippa di Giovan Battista Piranesi

L’incisione di Giovan Battista Piranesi raffigura l’edificio romano come appariva intorno alla metà del Settecento. Ai lati della cupola, sul frontone, sono visibili i due campanili progettati da Bernini. Nell’immagine è infatti ritratta la facciata frontale con le colonne dell’ingresso e la copertura. Piranesi ha riprodotto con attenzione le figure sulla cupola e i mattoni della muratura.

Interpretazioni e simbologia di Veduta del Pantheon d’Agrippa di Giovan Battista Piranesi

View of the Pantheon of Agrippa è il titolo che identifica questa celebre stampa di Giovanni Battista Piranesi presso il museo di Los Angeles. Il titolo in italiano invece è Veduta del Pantheon d’Agrippa oggi Chiesa di Santa Maria ai Martiri. L’incisione fa parte della serie intitolata Vedute di Roma, ed è la tavola numero 60.

Il Pantheon è un termine che in greco antico si traduce con la parola Πάνθεον. In lingua latina antica Pantheum significa il tempio di tutti gli dei. Lo storico edificio si trovava a Roma antica nel rione Pigna, nel centro storico della città. Anticamente era un edificio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future. Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto fondò la costruzione originaria nel 27 a.C. L’imperatore Adriano ne ordinò poi la ricostruzione forse intorno al 112-115 in seguito agli incendi dell’80 e del 110 d.C. che danneggiarono il primo edificio. I lavori si protrassero fino al 124 d.C. circa. Il Pantheon di Agrippa è ora un luogo cristiano-cattolico e prende il nome di Santa Maria ai Martiri.

L’edificio, a partire dall’inizio del VII secolo, diventò un luogo di culto cristiano detto Santa Maria della Rotonda o Santa Maria ad Martyres. La conversione permise quindi al Pantheon di sopravvivere, a differenza di molti edifici romani oggetto di spoliazioni. Era infatti abitudine comune utilizzare le grandi costruzioni romane come cave dalle quale rimediare materiali già lavorati come colonne e capitelli. I costruttori nel tempo utilizzarono anche i blocchi del Colosseo che ad oggi rimane solo in parte visibile.

L’edificio del Pantheon di Agrippa

Il Pantheon, come si può vedere anche oggi, presenta una struttura circolare unita a un portico anteriore e, quindi, una pianta centrale. Il portico è sostenuto da sedici colonne corinzie, otto disposte frontalmente e due gruppi di quattro in seconda e terza fila. Sopra di esse si trova il frontone.

L’interno dell’edificio è costituito da una grande cella circolare conosciuta come rotonda. Le pareti che sostendono la grande cupola sono molto spesse e otto grandi piloni contribuiscono ad assicurare la tenuta del peso.

L’elemento che caratterizza il Pantheon di Agrippa è la grande cupola emisferica realizzata in calcestruzzo che presenta un oculo alla sommità. Si tratta di un’apertura circolare che permette alla luce di penetrare all’interno della rotonda. Ad oggi, la cupola del Pantheon è una delle più grandi al mondo. Si tratta inoltre della più monumentale cupola in calcestruzzo della civiltà romana.

Una ulteriore particolarità, che rende unico il Pantheon di Agrippa, sono le proporzioni interne. Infatti l’altezza, dal pavimento all’oculo, corrisponde al diametro della rotonda. Gli antichi progettisti furono quindi attenti ad applicare i principi di equilibrio e armonia dell’architettura classica.

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Mrs. Kenyon Boocock donò View of the Pantheon of Agrippa, today Santa Maria ad Martyres al museo di Los Angeles dove è conservato con numero di inventario M.68.62.1.

I curatori del museo di Los Angeles fanno notare che la stampa in possesso al museo è in buone condizioni. L’incisione è stampata su carta vergata con filigrana doppio cerchio e giglio ed è rifilata ai margini di 1 cm. Si tratta di una riedizione romana in primo stato di cinque (Hind 60). Incisa nel 1761 da Giovanni-Battista Piranesi.

L’artista e la società. La storia dell’opera Veduta del Pantheon d’Agrippa di Giovan Battista Piranesi

Giovanni Battista Piranesi incise questa immagine intorno al 1761. I due piccoli campanili progettati dall’architetto Gian Lorenzo Bernini furono aggiunti all’edificio nella prima metà del XVII secolo e vennero rimossi nel 1883.

Giovan Battista Piranesi fu disegnatore, incisore e architetto. Nacque a Morano di Mestre il 4 Ottobre 1720, e morì a Roma il 9 Novembre 1778. L’artista realizzò questa incisione intorno ai 40 anni.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Veduta del Pantheon d’Agrippa di Giovan Battista Piranesi

Le opere incise di Giovan Battista Piranesi rispecchiano gli ideali neoclassici del suo tempo.

La tecnica

Il Pantheon di Agrippa è una incisione di 46,99 centimetri di altezza e 69,06 cm di larghezza. La tecnica calcografica utilizzata da Piranesi è l’acquaforte che consiste nel tracciare l’immagine sulla lastrina di metallo rimuovendo lo strato sottile di cera d’api che la ricopre.

Successivamente, la lastrina viene immersa in una soluzione di acqua e acido nitrico che incide il metallo in corrispondenza dei solchi tracciati nella cera. Infine la lastrina viene ripulita dalla cera che ha protetto il metallo. Lo stampatore riempie i solchi con inchiostro da stampa e trasferisce l’immagine sulla carta tramite la pressione del torchio.

Il colore e l’illuminazione

L’incisione realizzata da Piranesi presenta solo il colore chiaro della carta e il nero dell’inchiostro utilizzato per creare le fitte linee che costruiscono l’immagine. I segni neri dell’inchiostro sono in forte contrasto con il colore chiaro della carta. Nelle zone più in ombra, i segni si addensano e creano zone scure e profonde mentre sul cielo i segni sono leggeri e restituiscono tonalità di grigio molto chiaro. Quindi le parti più chiare del supporto si trovano in basso, sulla linea che corre sui tetti delle architetture e confina con il cielo. Anche le colonne sono evidenziate perché si presentano più chiare rispetto all’interno del portico e al timpano. Infine, le mura esterne dell’architettura sono tendenzialmente scure mentre il suolo della piazza antistante risulta illuminato dai raggi solari.

Lo spazio

La veduta incisa da Piranesi presenta il Pantheon nella sua facciata frontale e quindi da una prospettiva utile a restituire la vista migliore dell’edificio. La struttura appare quindi monumentale grazie alle minute dimensioni dei palazzi che si intravedono lateralmente.

La composizione e l’inquadratura

L’immagine di forma rettangolare presenta un’inquadratura orizzontale che permette la rappresentazione di parte dell’ambiente ai lati dell’edificio.

Le colonne allineate di fronte al portico creano una serrata composizione modulare di linee verticali. L’edificio inoltre occupa quasi la totalità della superficie incisa e rappresenta la massa più importante della struttura compositiva.

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Bibliografia

  • Testo in preparazione

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 27 ottobre 2022.

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  • Veduta del Pantheon d’Agrippa

Leggi La vita e tutte le opere di Giovan Battista Piranesi

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Giovan Battista Piranesi, Veduta del Pantheon d’Agrippa, sul sito del County Museum of Art di Los Angeles e sul sito del The Metropolitan Museum of Art di New York.

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