Romanico e arte romanica

Il Romanico fu un periodo della storia dell’Europa di grande spinta verso la modernizzazione determinata dal miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

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Origine e significato del termine Romanico

Lo storico William Gunn nel 1819 per differenziare l’architettura e l’arte del periodo medievale da quella romana aggiunse il suffisso –esque. Utilizzò quindi il termine romanesque per identificare manufatti artistici dall’aspetto meno rigoroso e classico rispetto a quelli del romano antico.

Sempre all’inizio dell’Ottocento lo scrittore francese Adrien de Gerville propose il termine di romane per comprendere gli edifici medievali risalenti al periodo precedente il gotico. L’aggettivo romanico fu così nuovamente utilizzato per riferirsi all’architettura posteriore all’epoca romana antica. Tuttavia il termine sottilineava ancora una volta la corruzione della forma classica, quindi connotava questa architettura con un giudizio di valore negativo. Ovviamente in queste considerazioni si coglie un discorso di critica partigiana, non di obiettiva rilevazione storiografica.

Un’ulteriore sforzo teorico per definire il periodo Romanico lo compì Arcisse de Caumont. L’archeologo suddivise l’architettura che conprende tutti gli edifici realizzati nel periodo post romano in tre periodi: primitivo, intermedio e di transizione. Il periodo definito come arte romanica primitiva eta datato dal V secolo d.C. alla fine del X secolo d.C. Il Romanico intermedio andava così dalla alla fine del X secolo d.C. alla fine dell’XI secolo d.C. Per ultimo, il Romanico di transizione con il gotico conprendeva il XII secolo.

Il Transromanico

Gli storici contemporanei sono propensi a rivalutare la cultura, l’architettura e l’arte del periodo Medioevale. Infatti la storiografia contemporanea non propone giudizi di valore ma contestualizza le scelte stilistiche rispetto alla prospettiva storica. Quindi in accordo con le Istituzioni Comunitarie il periodo che va dall’XI secolo alla prima metà del XII è considerato una premessa alle grandi trasformazioni culturali e sociali dell’Europa contemporanea. Questo periodo è stato definito dal 2007 Periodo Transromanico.

Quindi, secondo le linee guida della comunità europea, il periodo che indichiamo con il termine di Romanico, o più propriamente Transromanico, va dall’XI secolo d.C. (1000) alla metà dell’XII secolo d.C. (1100).

Gli anni del periodo Romanico

Con il termine Romanico si indica il periodo medioevale della cultura localizzata nell’area geografica europea. Convenzionalmente il Romanico si sviluppò a partire dalla fine del X secolo d.C. e terminò verso la metà del XII secolo con lo sviluppo della cultura gotica in Francia. Invece sul territorio che ora fa parte dell’Italia, della Spagna, della Germania e del Regno Unito, il Romanico si spinse fino ai primi decenni del XIII secolo.

Il contesto geografico

La spinta edilizia fu maggiore nelle zone nelle quali le attività produttive furono più intense. Infatti l’agricoltura la produzione manifatturiera e il commercio favorirono zone quali i Paesi Bassi, la Pianura Padana, la Toscana e l’attuale Sicilia. Nel contesto dell’incremento edilizio si fece strada così l’architettura e l’arte in genere. Infatti al tempo la scultura e la pittura erano attività strettamente connesse all’architettura.

Il contesto politico

L’impero decadde e rimase relegato alla zona corrispondente all’attuale Germania. Lentamente si diffuse così il feudalesimo molto presente in Francia. Si costituirono anche i liberi comuni retti da governi autonomi soprattutto nei territori della penisola italiana. Nella realtà dei Comuni i soggetti economicamente attivi furono i signori locali che presero il posto dell’imperatore o del vescovo. I signori locali diventarono così i principali committenti di opere d’arte e di edifici religiosi al fine di ottenere favori dall’autorità religiosa, materiale o spirituale.

Il contesto sociale del Romanico

Per comprendere l’arte e l’architettura romanica occorre tenere presente il contesto sociale nel quale hanno lavorato gli artisti. Infatti le opere d’arte di ogni tempo sono state condizionate da esigenze economiche e sociali. Inoltre sono espressione della committenza che in ogni epoca manifestava esigenze diverse.

La società comunale nel periodo Romanico

Il carattere che contraddistingue la società comunale è la dedizione al lavoro per ottenere ricchezze e benessere. Infatti anche la Chiesa favorì tale crescita soprattutto in ambito artistico. Infatti l’artista aveva l’obbligo di trasformare la materia prima, donata da Dio, per rendersi degno di tale dono e ringraziare il Creatore.

La società romanica fu caratterizzata da un’importante azione di movimentazione di merci e di persone. Infatti i commerci in crescita necessitavano di transiti di merci e prodotti. Invece la diffusione dei pellegrinaggi verso mete religiose stimolò lo scambio culturale. Infine anche lo spostamento degli eserciti fu un’occasione di amalgama sociale.

La spinta verso la modernizzazione

Il periodo Romanico fu caratterizzato socialmente da una notevole spinta verso la modernizzazione in ogni settore della vita sociale.

Lo sviluppo dell’agricoltura nel periodo Romanico

Il principale ambito che beneficiò di questo sviluppo tecnologico fu quello agricolo. Infatti l’introduzione di nuove tecniche di coltivazione dei campi e allevamento degli animali permisero di aumentare le riserve di cibo e quindi l’aumento demografico.

L’incremento dell’economia nel periodo Romanico

Questa spinta fu determinante per potenziare le attività economiche di base quali la produzione di manufatti, il trasporto e, quindi il commercio. In sintesi la disponibilità di più generi alimentari e la possibilità di impiego favorirono l’urbanizzazione.

L’aumento della popolazione e l’urbanizzazione

Molti contadini si trasferirono negli agglomerati abitativi, più o meno grandi, e la nascita del ceto borghese fu l’innesco per una maggiore attività edilizia. Infatti proprio il ceto borghese che comprendeva titolari di attività manifatturiere e commercianti, necessitavano di ambienti di lavoro e di stoccaggio dei prodotti. Il resto della società medievale in età romanica era composto dalla massa dei contadini, dagli aristocratici e dagli ecclesiasti dediti al culto e all’amministrazione dei beni di monasteri e diocesi.

La concezione dell’opera d’arte nel periodo Romanico

Secondo i principi che si possono individuare nella precettistica del tempo, l’opera d’arte nel periodo romanico dichiarava la sua materia prima. Anche il lavoro dell’artista doveva essere evidente perché rappresentava la dedizione dell’uomo verso il creato. Infatti l’individuo trasformava la materia grezza attraverso la sua intelligenza e le donava la luce della creazione divina. Negli edifici quindi la pietra e gli altri materiali presentano superfici esposte e non mascherate da intonaci.

Un diverso atteggiamento si riscontra nell’arte bizantina che tendeva a trasformare completamente anche la sua evidenza grezza.

La Scultura romanica

Nel periodo Romanico si ebbe un notevole sviluppo dell’architettura e le opere d’arte furono quasi esclusivamente destinate alla decorazione degli edifici. La scultura in particolare ebbe una dimensione monumentale e divenne funzionale all’architettura. Infatti le sculture rimaste del periodo si possono osservare nella decorazione dei portali, sulle facciate delle chiese, su capitelli, architravi, archivolti e in molte altre parti degli edifici.

Prima di elencare le caratteristiche distintive della scultura romanica occorre premettere che sono presenti tratti comuni ma declinati con varianti locali. Infatti anche gli edifici romanici presentano differenze di materiali e di struttura che variano per zone geografiche e culturali. La diversità che si riscontra negli edifici delle aree geografiche furono determinate dal tipo di materiale presente sul posto.

Il simbolismo delle figure scolpite, la Bibbia di pietra

La presenza di figure scolpite e di rilievi seppure funzionale a sottolineare la parte architettonica non si esaurì nella sola resa estetica. Infatti i temi rappresentati nelle diverse parti dell’edificio, dalle grandi lastre a piccoli rilievi di un portale, presentano un preciso valore narrativo e simbolico. Non a caso infatti dagli storici dell’arte, l’insieme della scultura romanica fu definita anche Bibbia di pietra. Questa definizione indica la funzione didattica, divulgativa e dottrinale che assunse la statuaria romanica. Infatti gli scultori realizzarono le loro opere per la fruizione popolare e non solo di pochi eletti. Così le forme e lo stile si adeguarono ai contenuti narrativi e didattici diventando più semplici al fine di favorire la comprensione universale. 

Le dimensioni delle sculture, in qualche caso raggiunsero anche dimensioni monumentali come a Tolosa, a Moissac, a Modena, in Borgogna e nella Spagna settentrionale, ma a partire dall’XI secolo.

Lo stile della scultura romanica

Anche gli scultori romanici subirono influenze del luogo arricchendo i modelli di base con varianti regionali. Si formarono così delle scuole locali che ebbero anche un gran peso nello sviluppo nella diffusione oltre il loro territorio.

I soggetti della scultura romanica

Le sculture romaniche ritraggono soggetti sacri profani, interpretati in chiave religiosa. Su capitelli e nelle decorazioni di portali si trovano soggetti naturali, animali e vegetali. Trovarono spazio anche rappresentazioni del lavoro umano. Gran parte delle narrazioni infine furono dedicate ai testi sacri del Vecchio e del Nuovo Testamento.

Gli scultori romanici

I principali scultori romanici attivo in Italia furono Wiligelmo, che lavorò a Modena, Nonantola e forse Cremona. Gli storici segnalano che alcuni suoi aiuti operarono anche a Piacenza.

Nicholaus fu attivo presso la Sacra di San Michele, in Sant’Eufemia a Piacenza, presso la Cattedrale di Piacenza, a Ferrara, a Verona e forse anche a Parma.

Benedetto Antelami fu attivo verso la fine del XII secolo. Lo scultore lasciò consapevolmente traccia di sé incidendo la sua firma nella lastra della Deposizione del 1178, presente nel Duomo di Parma, Antelami lavorò anche nel Battistero di Parma costruito a partire dal 1196.

Le opere del periodo Romanico

Adorazione dei Magi

Adorazione dei Magi di Benedetto Antelami, particolare
Adorazione dei Magi di Benedetto Antelami

Benedetto Antelami Adorazione dei Magi e Giuseppe e l’angelo, 1196, marmo rosa dipinto. Parma, Battistero

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La deposizione dalla croce

La Deposizione dalla Croce di Benedetto Antelami
La Deposizione dalla Croce di Benedetto Antelami

Benedetto Antelami, La Deposizione dalla croce, 1178, marmo rosa, 110 x 230 cm. Parma, Duomo

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La cacciata dal Paradiso Terrestre

La cacciata dal Paradiso terrestre, lastre della genesi di Wiligelmo
La cacciata dal Paradiso terrestre, lastre della genesi di Wiligelmo

WiligelmoLa cacciata dal Paradiso terrestre, 1099-1110 ca, pietra tenera di Vicenza, 100 x 280 cm. Modena, Duomo

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Bibliografia

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  • Il Cielo sceso in terra. Le radici medievali dell’Europa, trad. di Francesco Maiello, Collana Fare l’Europa, Laterza, Roma-Bari 2004
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  • La città medievale, Collana Storia pocket, Giunti, Firenze 2011. ISBN 978-88-09-75880-3
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