Pittura romanica

La Pittura romanica fu limitata alla rappresentazione di soggetti e temi religiosi cristiano-cattolici di natura simbolica e propedeutica.

Pagina aggiornata il: 8 settembre 2021. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

La pittura romanica definisce stilisticamente le opere realizzate nel periodo che va da circa la metà dell’XI secolo alla metà del XII secolo.

Lo storico dell’arte, viennese, Otto Demus attivo agli inizi del Novecento fu un grande esperto di Arte Bizantina e Medievale. Demus stabilì così la data delle prime manifestazioni di pittura romanica intorno al terzo quarto dell’XI secolo, cioè prima del 1075.

Il territorio di diffusione della pittura romanica fu l’attuale regione dell’Europa occidentale e centrale.

Lo stile della pittura romanica

Con il termine di pittura romanica si indicano quindi opere d’arte realizzate in un ampio territorio. Gli storici dell’arte hanno così tracciato caratteristiche comuni ma anche sottolineato le particolarità locali come lo Zackenstil in Germania o lo stile 1200 detto anche Nuovo classicismo. Invece presso l’Abbazia di Novalesa, in Piemonte, Italia, sono presenti affreschi di influenze bizantine che si evidenziano nelle figure di  S. Eldrado e San Nicola di Bari. L’influenza classica emerge poi in Umbria, Italia centrale, negli affreschi della chiesa di San Pietro in Valle a Ferentillo. In queste pitture murali sono rappresentate Storie dell’Antico Testamento. Le figure dipinte verso la fine del XII secolo mostrano una grande plasticità e un’espressività che riporta all’arte antica.

I soggetti della pittura romanica

Nelle opere di pittura romanica i soggetti rappresentati sono quasi esclusivamente di tipo religioso. Inoltre nella scelta del tema si scopre che le raffigurazioni possiedono un carattere particolarmente drammatico. Infatti le scene rappresentate sono quelle che si prestano a creare raffigurazioni inquietante a volte spaventose come in molti soggetti presenti nella decorazione scultorea.

I maestri quindi si concentrarono su temi biblici che offrono l’occasione di creare scene fortemente monitrici quali l’inferno e i diavoli che sottopongono le anime alle pene, vizi e peccati e scene apocalittiche. In generale emerge la ricerca di soggetti da rappresentare con enfasi espressiva e atmosfere orrorifiche.

La figura di Dio nella pittura romanica

La figura di Dio nelle raffigurazioni romaniche segue un modello iconografico preciso. Secondo gli studi dello storico dell’arte Jacques Le Goff, esperto di arte medievale, la figura di Dio risulta dalla trasformazione della figura del Rex, cioè del Re medievale. Dio infatti nei dipinti è accompagnato da attributi iconografici regali.

La figura di Cristo nella pittura romanica

La gran parte di parte delle opere di pittura romanica che rimane oggi è rappresentata da affreschi. Esistono però anche esempi di pittura su tavola soprattutto di croci sagomate sulle quali i maestri hanno dipinto la figura di Cristo crocifisso. Queste figure di Gesù rappresentano la sua immagine secondo due modelli iconografici ormai ben codificati. Si tratta del Christus triumphans e del Christus patiens.

Cristo inoltre è rappresentato con una ricca simbologia grafica spesso eredità di altre religioni mediorientali. In molti casi i maestri affiancarono a Gesù immagini simboliche di animali reali come il leone, il pellicano, il pavone oppure fantastici come il liocorno o la fenice.

Consulta anche la pagina: La figura di Gesù nella pittura romanica e i suoi simboli iconologici

Le opere della Pittura romanica

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