Morte di Lucrezia di Filippino Lippi

Morte di Lucrezia di Filippino Lippi è una tavola molto simile per tema e composizione ad un altro dipinto dell’artista intitolato Storie di Virginia.

Filippino Lippi, Morte di Lucrezia, 1478-1480, tempera su tavola, 42 x 126 cm. Firenze, Galleria Palatina

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Indice

Descrizione del dipinto Morte di Lucrezia di Filippino Lippi

Filippino rappresenta nella tavola la vicenda di Lucrezia. A destra è raffigurata la scena del suicidio. Al centro le esequie e a sinistra infine il ritrovamento del cadavere.

Interpretazioni e simbologia di Morte di Lucrezia di Filippino Lippi

Lucrezia era una giovane donna romana oggetto di un racconto dello storico Tito Livio. La giovane fu costretta da Sesto Tarquinio, figlio di Tarquinio il Superbo, a cedere al suo desiderio. Al ritorno del marito, il politico Collatino, la donna poi confessò tutto e si suicidò per la vergogna. Per vendicarla il marito, il padre e Lucio Giunio Bruto, guidarono così la rivolta e instaurarono la Repubblica. Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino furono quindi i primi due consoli della res publica romana. Lucrezia, secondo la leggenda, morì nel 509 a.C.

L’utilizzo della figura di Lucrezia in epoca Rinascimentale era legato alla sua fama di donna casta e fedele. Veniva, quindi, utilizzata per la decorazione di cassoni nuziali o per piccole opere destinate ad essere esposte in privato.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il piccolo dipinto Morte di Lucrezia, ora alla Galleria Palatina di Firenze, si accompagna con Storie di Virginia che si trova al Museo Louvre di Parigi. Le due opere, forse, decoravano due cassoni oppure due parti dello stesso.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Nel caso di Morte di Lucrezia l’attribuzione, in passato, fu incerta alternante tra allievo e maestro. Mesnil era infatti orientato verso Botticelli. Cavalcaselle, invece, verso Filippino Lippi come per le Storie di Virginia.

Nella Firenze dell’epoca l’utilizzo decorativo di piccole tavole era molto comune. Filippino Lippi realizzò anche Ester scelta da Assuero custodita presso il Museo Condé di Chantilly. Del suo maestro Sandro Botticelli invece si conoscono le Storie di Lucrezia all’Isabella ora presso lo Stewart Gardner Museum di Boston. Inoltre presso l’Accademia Carrara di Bergamo sono esposte le Storie di Virginia.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Morte di Lucrezia di Filippino Lippi

Morte di Lucrezia è un dipinto realizzato intorno agli anni 1478 e 1480. Si tratta di un’opera di carattere storico realizzata quindi negli anni di formazione di Filippino Lippi. Infatti, il giovane artista entrò a far parte della bottega di Sandro Botticelli nel 1472 all’età di 15 anni.

Filippino Lippi apprese i suoi primi insegnamenti lavorando con il padre, Filippo Lippi. In seguito lavorò presso Sandro Botticelli, anche lui allievo di fra’ Filippo Lippi. Il giovane Filippino Lippi al momento della realizzazione del dipinto aveva circa 21 anni e il suo stile era ancora legato agli insegnamenti di bottega.

I personaggi sono rappresentati in pose composte ed eleganti. Nella costruzione dei volumi, inoltre, prevalgono linearismi tipici del maestro Botticelli come i mantelli svolazzanti. Le architetture sovrastano i personaggi con mura vuote e sovradimensionare che creano un senso di smarrimento.

La tecnica

Morte di Lucrezia fu realizzata da Filippino Lippi a tempera su tavola di 42 centimetri di altezza e 126 cm di larghezza.

La tempera su tavola fu molto utilizzata ancora per tutto il Quattrocento. Venne, poi, progressivamente sostituita dall’olio su tela. Per agglutinare i pigmenti, in seguito alla loro micronizzazione, gli artisti utilizzarono sostanze animali o vegetali. Rispetto a questo uso la tempera viene definita magra o grassa. Gli artisti procedevano così per accostamento di piccole pennellate e per velature progressive a partire dal tono più scuro. I colori in tal caso risultano coprenti.

Il colore e l’illuminazione

Morte di Lucrezia è una tavola dai toni caldi e chiari. Lo sfondo è poi quasi bianco, con leggere ombre grigie mentre il suolo e la decorazione in alto al centro sono dipinti con toni di ocra arancione. I personaggi infine vestono abiti di colori caldi e saturi alternati ad indumenti grigi e scuri.

Lo spazio

Lo spazio esterno che fa da scenografia alle storie crea tre ambienti nei quali si svolgono le tre scene della vicenda di Lucrezia.

Le due architetture cubiche classiche sono sovradimensionate e rigorose. L’alternanza di mura ed infissi determina così un ritmo narrativo che accoglie i personaggi. Al centro è quindi raffigurata una piazza con porticato che lascia intravedere un paesaggio. Inoltre sono presenti alcuni rimandi alla statuaria romana come la statua dorata e innalzata da un pilastro e i medaglioni tra gli archi.

La composizione e l’inquadratura

La tavola di Filippino Lippi è rettangolare e la sua inquadratura molto sviluppata in orizzontale. La struttura compositiva poi è simmetrica e determinata dai corpi architettonici. Infatti al centro si nota il portico con i tre archi visibili dei quali il centrale è ancorato alla verticale centrale del dipinto. A sinistra infine è posto l’ingresso classico mentre a destra è dipinto il corpo di un altro edificio di grandi dimensioni.

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Bibliografia

  • Marco Chiarini, Galleria palatina e Appartamenti Reali, Sillabe, Livorno 1998. ISBN 978-88-86392-48-8
  • Giulia Cosmo, Filippino Lippi, serie Art dossier, Giunti, Firenze 28809020316001. ISBN
  • Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Milano, Electa, 2004, ISBN 8837023154
  • Patrizia Zambrano Jonathan Katz Nelson, Filippino Lippi, Milano, Electa, 2004
  • Mauro Zanchi, Filippino Lippi e l’Umanesimo fiorentino, Firenze, Giunti, 2011, ISBN 978-88-09-76483-5.

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 22 aprile 2021.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Filippino Lippi, Morte di Lucrezia, sul sito della Galleria Palatina di Firenze.

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