Napoleone Bonaparte al passaggio del Gran San Bernardo di Jacques-Louis David

Napoleone Bonaparte al passaggio del Gran San Bernardo di Jacques-Louis David è un dipinto iconico che rappresenta il conquistatore come un imperatore classico.

Jacques-Louis David, Napoleone Bonaparte al passaggio del Gran San Bernardo, 1801, olio su tela, 260 x 221 cm. Parigi, Rueil-Malmaison, Musée National du Cháteau de Malmaison.

Indice

Descrizione del dipinto Napoleone Bonaparte al passaggio del Gran San Bernardo di Jacques-Louis David

Napoleone è dipinto in sella mentre trattiene con sicurezza l’animale che impenna nervoso e impaurito. Il condottiero inoltre indossa una divisa da parata e porta un ampio mantello si alza nel vento verso sinistra. I soldati intanto salgono verso l’alto sullo stretto sentiero della montagna.

Interpretazioni e simbologia dell’opera Napoleone Bonaparte al passaggio del Gran San Bernardo di Jacques-Louis David

Jacques-Louis David fu incaricato da Napoleone di creare la sua immagine imperiale, attraverso una grande opera, per celebrare la sua grandezza in Europa. Il dipinto infatti testimonia la forza del primo console ritraendolo come un eroico condottiero al valico del Gran San Bernardo.

Il volto di Napoleone è fermo, sereno e assertivo mentre l’espressone del cavallo è spaventata, tesa. Il risultato di questa scelta è la rappresentazione di un condottiero dal carattere deciso e forte che riesce a domare la furia naturale e a trattenerne la tensione.

I soldati che salgono verso sinistra sono molto piccoli rispetto a Napoleone, dipinti nella loro fragile umanità e si percepisce lo sforzo della salita. L’autore ritrae Napoleone a cavallo, durante il viaggio sulle Alpi. Il futuro imperatore è immortalato al momento di valicare il passo del Gran San Bernardo.

Per rafforzare la sua fama di grande imperatore, Napoleone fece dipingere su delle rocce, sulla sinistra, i nomi di Carlo Magno che passò le Alpi al Cenisio con le sue truppe, nel 773 d.C., per combattere contro i Longobardi. Inoltre si legge il nome di Annibale, il cartaginese che, in occasione della Seconda Guerra Punica, nel III secolo a.C., giunse in Italia, valicando le Alpi, per sfidare i romani.

Nel dipinto gli storici ipotizzano che il cavallo rappresentato sia il più amato da Napoleone e chiamato Marengo. Il nome deriva dalla battaglia nella quale il cavallo portò in salvo il suo cavaliere. Napoleone possedeva moltissimi cavalli ma sembra che Marengo fu il suo preferito nelle battaglie e nelle celebri galoppate. Dopo la caduta di Napoleone un nobile inglese acquistò il cavallo che morì nel Regno Unito all’età di 38 anni.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il re di Spagna Carlo IV, nell’agosto del 1800, per consolidare i buoni rapporti con la Repubblica di Francia, commissonò a David un ritratto del Primo Console da collocare nel suo palazzo reale. Questa prima versione prese così il titolo de Il Primo Console supera le Alpi al Gran San Bernardo.

Napoleone stesso commissionò in seguito altre tre repliche al maestro del Neoclassicismo. Il ritratto di Napoleone in atteggiamento vittorioso diventò quindi il primo ritratto ufficiale del condottiero.

David presentò le due prime versioni del ritratto di Napoleone in occasione di una mostra privata, che richiedeva il pagamento dell’ingresso, insieme a Le Sabine. Questa scelta scatenò alcune critiche della stampa che segnalava la mancata esposizione al Salon che prevedeva un libero ingresso.

Esistono quindi cinque versioni dello stesso soggetto che si trovano in luoghi diversi: al Castello di Charlottenburg, a Berlino, due al Palazzo di Versailles, una alla collezione della Österreichische Galerie Belvedere e la quinta al Musée National du Cháteau de Malmaison.

L’artista e la società. La storia dell’opera Napoleone Bonaparte al passaggio del Gran San Bernardo di Jacques-Louis David

Jacques-Louis David dipinse le diverse versioni del ritratto di Napoleone tra il 1800 ed il 1803. Il primo dipinto fu commissionato dal re di Spagna Carlo IV con lo scopo di favorire un’intesa con la Repubblica francese. Le tre versioni che seguirono furono realizzate poi a scopo propagandistico. La quinta infine fu dipinta da David autonomamente e rimase di sua proprietà.

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Lo stile del dipinto Napoleone Bonaparte al passaggio del Gran San Bernardo di Jacques-Louis David

Quest’opera è stata dipinta con gusto neoclassico per mettere in risalto il potere del condottiero attraverso equilibrio compositivo e la concezione classica della figura che si ispira alla statuaria greco-romana. I soggetti sono caratterizzati da un forte movimento causato dal vento che anima i capelli di Napoleone, la criniera del cavallo e il mantello dell’imperatore consegnando ai posteri una interpretazione eroica del condottiero.

David curò particolarmente e con attenzione le forme del cavallo e del condottiero. Infatti il cavallo mostra un modellato anatomico molto efficace. Anche l’espressione dell’animale trasmette tutta la tensione del momento.

La tecnica

Il dipinto di Jacques-Louis David è un’opera realizzata con colori ad olio in velatura su una tela di 260 centimetri di altezza e 221 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

I colori, in generale, tendono al grigio e creano un fondo neutro che mette in risalto la figura dell’Imperatore che spicca contro il cielo e le alte montagne. L’unico colore che brilla è l’arancione del mantello di Napoleone, mentre il grigio del cielo dà vita a un forte contrasto con la figura monumentale in primo piano. Nel dipinto si notano contrasti tra i toni chiari, che caratterizzano il cavallo e Napoleone, con i toni tendenti al grigio del paesaggio.

Lo spazio

La scena è ambientata in un paesaggio di montagna, tra le alte vette delle Alpi. Lo spazio poi acquista una gran profondità grazie al potente chiaroscuro, e alla prospettiva aerea che proietta sullo sfondo i particolari dell’ambiente. Il punto di vista dell’osservatore è molto basso per innalzare la figura di Napoleone che diventa monumentale.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto che celebra Napoleone è di forma rettangolare. L’inquadratura poi è orientata in verticale per esaltare l’intera figura del condottiero e del suo cavallo.

La composizione è centrale, con il soggetto che tende verso l’alto. La struttura compositiva inoltre segue l’obliquità del cavallo che impenna e il profilo del pendio che sale verso sinistra.

Approfondimento. Marengo, il cavallo di Napoleone

Marengo è il nome del cavallo preferito da Napoleone. L’animale faceva parte della scuderia dell’Imperatore che contava cinquantadue cavalli. Il fedele compagno dell’Imperatore francese visse circa 38 anni, nacque infatti nel 1793 e morì nel 1831. Il suo nome fu ispirato dalla località italiana di Marengo dove Napoleone affrontò una storica battaglia. Proprio in questa occasione, il cavallo seppe mantenere la posizione portando in salvo il condottiero.

Il cavallo, uno stallone arabo grigio, allevato dalla scuderia El Naseri, giunse in Francia all’età di circa 6 anni, nel 1799. Marengo non era di grandi dimensioni e misurava circa 1,43 metri. Le sue qualità migliori risiedevano però nel carattere coraggioso e affidabile. Nel corso della carriera bellica subì otto ferite. Inoltre accompagnò Napoleone in molte imprese quali le battaglie di Austerlitz, Jena, Wagram e Waterloo. Marengo fu noto anche per la sua prestanza fisica. Infatti gareggiò spesso nel tratto di 120 chilometri che andava da Valladolid e Burgos, galoppando per cinque ore.

Nel 1812 i russi raziarono la scuderia personale di Napoleone e Marengo fuggì insieme agli altri cavalli. Sopravvisse alla ritirata da Mosca e nel 1815 William Henry Francis Petre lo catturò in occasione della sconfitta di Napoleone a Waterloo e lo portò in Gran Bretagna dove lo acquistò il tenente colonnello Angerstein dei granatieri. Fino all’età di 27 anni, Marengo rimase in una scuderia di New Barnes, nei pressi di Ely. Quando morì il suo scheletro fu custodito e trasferito in seguito presso il Royal United Services Institute. Lo zoccolo mancante allo scheletro fu invece donato agli ufficiali delle guardie di Angerstein come tabacchiera. Lo scheletro attualmente si trova al National Army Museum di Chelsea.

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Bibliografia

  • Orietta Rossi Pinelli, David e l’arte della Rivoluzione francese. Ediz. illustrata, 22 dicembre 1998, Giunti Editore Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809761179
  • Michel Thévoz, David. Il teatro del crimine, 2 settembre 2003, Abscondita Collana: Miniature, EAN: 9788884160645
  • Jacques-Louis David, La rivoluzione in mostra, 2 marzo 2017, Castelvecchi Collana: Etcetera, EAN: 9788869447440

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 5 febbraio 2022.

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