Il Poema della vecchiaia di Angelo Morbelli

Il Poema della vecchiaia fu esposto da Angelo Morbelli in occasione della V Biennale Internazionale d’arte di Venezia del 1903.

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Angelo Morbelli e i vecchi del Pio Albergo Trivulzio di Milano

Giorni…Ultimi!, del 1883, è la prima opera nella quale Angelo Morbelli dipinse il tema della vecchiaia. Il giovane artista con questo lavoro vinse il premio Fumagalli a Brera. Morbelli dipinse gli ospiti e gli ambienti del Pio Albergo Trivulzio di Milano. L’artista realizzò il dipinto con studi dal vero e scatti fotografici. Morbelli comunicò, in seguito, di voler riprendere il tema della vecchiaia.  Scrisse la sua intenzione in una lettera, nel 1901 all’amico Giuseppe Pellizza da Volpedo. Il progetto dell’artista era quello di realizzare una serie di opere con tema e stile più maturo. Infatti, i primi lavori sono lontani dallo stile divisionista maturato dopo il 1890.

Lo studio all’interno del Pio Albergo

Morbelli, dal 1902 al 1903, prese in affitto una stanza all’interno del Pio Albergo Trivulzio. Forse allestì uno studio al suo interno già dai primi anni Novanta. L’artista, infatti considerava necessario il continuo confronto con la quotidianità dell’ospizio. Morbelli, inoltre, volle immedesimarsi con gli ospiti dell’Istituto. Seguì gli anziani durante la loro giornata per cogliere le sensazioni da riportare sulle opere. Manifestò, così, l’intenzione di rappresentare la vecchiaia nel modo più accurato.

Infatti, Morbelli osservò gli ospiti dal punto di vista psicologico e fisico. Ne studiò le posture e le espressioni. I dipinti di Angelo Morbelli non sono considerati dagli storici opere di denuncia sociale. Piuttosto, esprimono la concezione estremamente pessimistica sulla vita, del loro autore.

Angelo Morbelli, fotografia dei vecchi del Pio Albergo Trivulzio
Angelo Morbelli, fotografia dei vecchi del Pio Albergo Trivulzio

Il Pio Albergo Trivulzio fu allestito, dal 1766, all’interno del palazzo del principe Antonio Tolomeo Trivulzio. L’Istituto era il più importante della città e ospitava gli anziani poveri.

Divisionismo e fotografia

Morbelli si avvalse di disegni e fotografie nella progettazione delle opere. Infatti, portò avanti studi preparatori meticolosi e dipinse utilizzando la tecnica divisionista. Dal 1890, Morbelli condusse ricerche in tale direzione tenendosi in contatto epistolare con Giuseppe Pellizza da Volpedo e Giovanni Segantini. Ottenne, così, effetti di grande luminosità accostando i pigmenti puri tramite piccoli segni puntiformi. Utilizzò le terre creando tonalità calde e avvolgenti.

Il Poema della vecchiaia alla Biennale di Venezia del 1903

Morbelli a metà dicembre 1902 scrisse ad Antonio Fradeletto, Segretario Generale della Biennale d’Arte Internazionale di Venezia. L’artista propose una intera serie, sei o otto opere.  Le opere che ogni artista poteva esporre erano due. Fradeletto accettò e Morbelli allestì il Poema della vecchiaia l’anno successivo, il 1903, in occasione della V Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. I loro titoli erano Il Natale dei rimasti, Vecchie calzette, Mi ricordo quand’ero fanciulla, Siesta invernale, Sedia vuota e I due inverni. L’allestimento prevedeva la disposizione delle sei opere su due linee orizzontali. Le due opere di maggiori dimensioni erano posizionate al centro. Le altre quattro, invece, ai lati.

Il Poema della vecchiaia di Angelo Morbelli alla V Biennale di Venezia del 1903 - Archivio Pompeo Mariani, Milano
Il Poema della vecchiaia di Angelo Morbelli alla V Biennale di Venezia del 1903 – Archivio Pompeo Mariani, Milano

La mostra del 2018 a Ca’ Pesaro

L’evento organizzato all’interno di Ca’ Pesaro, a Venezia, dal 20 Ottobre 2018 al 6 Gennaio 2019 riunisce la serie nella sua interezza. Vecchie calzette, infatti, si trovava in Sud America dal 1906. La disposizione delle opere riprende quella, del 1903, allestita nella Sala Lombarda del Palazzo dell’Esposizione ai Giardini. Presso la Galleria d’Arte Moderna di Venezia, a Ca’ Pesaro, si trova una delle opere intitolate Il Natale dei rimasti.

Le opere del Poema della vecchiaia

Il Natale dei rimasti è un dipinto che ritrae il grande salone maschile del Pio albergo Trivulzio di Milano. Il suo interno è ampio e molto alto. Lo spazio è interamente occupato da file di panche in legno. Nel dipinto alcuni anziani trascorrono soli e tristi il Natale. 

Mi ricordo quand’ero fanciulla è ambientato nella mensa femminile. Le anziane attendono con pazienza che termini il pasto. Alcune di loro pensano altre sembrano assonnate. Sul tavolo in primo piano, Morbelli dipinse una piccola natura morta. Infatti, tra pane e stoviglie il vino rosso brilla all’interno di bicchieri e bottiglie.

Vecchie calzette è un’opera che illustra un momento di lavoro delle anziane ospiti. Le donne siedono in prossimità di una finestra e lavorano a maglia.

Nel dipinto I due inverni le anziane sono riunite in due gruppi sotto ad una grande finestra. Oltre i vetri si vede il giardino immerso nella neve. Nella stanza, invece, le anziane rappresentano l’inverno della vita.

Sedia vuota allude alla morte di una delle ospiti del Pio Albergo. Le donne sono riunite accanto al muro, sotto la finestra che le illumina. La sedia vuota ricorda la compagna che non c’è più.

L’opera Siesta invernale racconta di un momento quotidiano delle anziane. L’atmosfera del dipinto è buia. Con fatica, si colgono le figure delle donne che dormono sulle sedie. Una debole luce fredda e invernale le illumina dall’esterno.

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Consulta la pagina dedicata al Poema della vecchiaia di Angelo Morbelli, sul sito della Galleria d’Arte Moderna di Venezia presso Ca’ Pesaro.

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