Il Natale dei rimasti di Angelo Morbelli

Il Natale dei rimasti è un dipinto di Angelo Morbelli che fa parte di una serie di sei opere intitolata Poema della Vecchia.

Angelo Morbelli, Il Natale dei rimasti, 1903, olio su tela, 62 x 110,5 cm. Venezia, Galleria d’Arte Moderna

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Indice

Descrizione de Il Natale dei rimasti di Angelo Morbelli

Il grande salone del Pio Albergo Trivulzio di Milano è vuoto. Solo cinque ospiti sono presenti tra i banchi. Gli anziani sono assorti e sembrano immersi in pensieri malinconici. Alcuni sono in ombra, altri colpiti dalla luce. In posizione centrale un uomo vestito pesantemente con un cappello a visiera è appoggiato sulla panca. Il suo volto è chinato in basso e gli occhi sono chiusi. Di fronte a lui pare di scorgere un cero. In basso, sullo schienale della panca la luce del sole, che filtra dalle vetrate, crea un’ombra a forma di croce.

Verso destra, un altro ospite, parzialmente illuminato, dorme appoggiato al banco. Gli altri tre ospiti sono lontani, ai bordi del salone, immersi nell’ombra. Uno di loro appoggia le mani sull’alto calorifero per scaldarsi. L’ambiente è interamente occupato dalle file di panche ordinate, leggermente scostate a sinistra dell’opera. Le sedute, inoltre, sono coperte da lunghi cuscini bianchi. Le pareti dell’ampio salone sono spoglie e alte. La porzione inferiore è coperta da un colore leggermente più scuro. Infine, nella parete di sinistra si apre una porta in legno.

Interpretazioni e simbologia de Il Natale dei rimasti di Angelo Morbelli

Il dipinto di Angelo Morbelli intitolato Il Natale dei rimasti è ambientato all’interno del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Il salone rappresentato è quello nel quale gli ospiti svolgevano alcune attività per mantenere corpo e mente vigili. L’atmosfera dell’interno ricorda quella di una chiesa. Gli ospiti siedono silenziosi assorti e sembrano meditare sui loro ultimi giorni o su una vita intera. In posizione centrale, l’uomo illuminato dal sole sembra pregare. Questa interpretazione è supportata da quella che sembra una candela posta di fronte a lui. In basso, sotto il cero, si forma una croce grazie all’ombra della vetrata proiettata sul sedile. Nonostante questo, l’intenzione di Morbelli non fu quella di raccontare in modo pietoso il mondo degli anziani.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Angelo Morbelli espose sei opere durante la V Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1903. I dipinti erano riuniti in un unico allestimento. Presero poi strade diverse, acquistati da privati e acquisiti in musei. L’opera, nel 1905, partecipò all’Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera. Fu affiancata da altri due dipinti del Poema della Vecchiaia intitolati I due inverni e Vecchie calzette. Il Comune di Venezia acquistò Il Natale dei rimasti destinandolo alla collezione di Ca’ Pesaro.

L’artista e la società. La storia dell’opera

La serie progettata da Morbelli prese il titolo di Poema della Vecchiaia e comprendeva Il Natale dei rimasti, Vecchie calzette, Mi ricordo quand’ero fanciulla, Siesta invernale, Sedia vuota e I due inverni. L’artista aveva già affrontato il tema nel 1883 con Giorni…Ultimi e, in seguito, con altri lavori. Intenzione di Morbelli fu quella di tornare a dipingere all’interno del Pio Albergo Trivulzio adottando la tecnica divisionista. Infatti, già nel 1901, Morbelli comunicò al collega Giuseppe Pellizza da Volpedo l’intenzione di tornare a dipingere gli ambienti dell’Istituto. L’impostazione del dipinto fu ripresa, in seguito in Un Natale! Al Pio Albergo Trivulzio del 1909. L’angolazione della stanza è la stessa ed è presente la figura dell’anziano che si scalda le mani. L’opera è conservata presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de Il Natale dei rimasti di Angelo Morbelli

Angelo Morbelli è considerato un importante esponente del Divisionismo italiano insieme a Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Le prime ricerche di Morbelli risalgono agli anni Novanta dell’Ottocento. L’artista dipinse la superficie apponendo piccoli segni dipinti di pigmento puro, accostati. Il maestro non creava le tinte locali mischiando i colori sulla tavolozza. Invece, progettava attentamente gli accostamenti di toni puri per ottenere il colore voluto attraverso la fusione dei punti nello sguardo dell’osservatore.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto di Angelo Mobelli Il Natale dei rimasti presenta una tonalità calda. Le parti in ombra sono dipinte con toni di grigio-scuro e bruno. Le parti colpite dalla luce del sole, invece, sono maggiormente sature, in ocra-giallo e ocra-arancione. Il salone è illuminato da qualche raggio di sole che colpisce i banchi vuoti e illumina tutta la parte centrale. La parte in basso, a destra, è molto scura ed esalta le figure dei due anziani.

Lo spazio

La fuga obliqua delle panche contribuisce a creare la rigorosa prospettiva geometrica. Sul fondo, anche le pareti contribuiscono a rafforzare tale effetto. La luce che colpisce il centro dell’ambiente mette in forte risalto le panche del primo piano e l’anziano seduto. Inoltre, la disposizione dei cinque ospiti, distribuiti dal primo piano allo sfondo, permette di valutare la dimensione del salone. Infine, anche l’angolo di rappresentazione, con le panche in obliquo, rispetto al piano dipinto, risulta di grande efficacia nella costruzione dello spazio.

La composizione e l’inquadratura

Il Natale dei rimasti è un dipinto che presenta uno sviluppo orizzontale e panoramico. Tale orientamento permette di ottenere un’inquadratura che descrive efficacemente lo spazio del salone. Infatti, più della metà inferiore della superficie del dipinto è riservata alle panche. In primo piano, sono rappresentate le testate dei sedili che scandiscono rigorosamente la larghezza dell’opera. In secondo piano, la luce mette in evidenza i due anziani seduti. Sul fondo, la disposizione dei tre uomini permette di ampliare lo sguardo dell’osservatore. Inoltre, le due grandi pareti che si incontrano verso destra creano uno sfondo neutro che occupa la rimanente metà superiore. Le panche, rappresentate in obliquo, creano una scansione ritmica dello spazio che impone un’accelerazione dello sguardo verso destra. Infine, la posizione dei tre anziani ospiti permette di tracciare un arco che unisce le loro figure.

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