Il Corteo delle Sante Vergini

Il Corteo delle Sante Vergini è un mosaico bizantino che si può ammirare all’interno della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna.

Corteo delle Sante Vergini, 568 circa, mosaico, Ravenna, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, Navata centrale

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Indice

Descrizione del Corteo delle Sante Vergini

Sulla fascia sinistra della basilica troviamo una teoria di giovani che procedono verso l’altare in corteo. Le Sante Vergini tengono in mano una corona decorata con una pietra preziosa incastonata sul davanti. Tutte indossano una tunica bianca coperta da una veste riccamente decorata in oro e gemme. Un velo ricamato con motivi quadrati in fili dorati scende dalla nuca a sinistra e arriva fino a terra. Sulla destra invece il tessuto copre le loro mani.

La loro acconciatura è sobria e i capelli raccolti all’indietro. Il capo è coronato da un prezioso diadema. Intorno al loro viso si nota una grande aureola circolare. Fra le figure delle giovani si trova una palma, alla base del tronco si notano dei gigli e altri fiori.

Tra le Vergini vi sono delle palme riconoscibili dalle foglie allungate e dai frutti che sembrano datteri. Verso l’altare davanti alle Vergini si trovano i Re Magi in abiti alto medievali. Accanto ad una Vergine si intravede anche un agnello bianco che porta al collo un ciondolo. Il corteo procede su un prato verde, mentre lo sfondo è bidimensionale e decorato. Infine lungo il bordo superiore corre una scritta latina di colore nero. In prossimità dell’altare è presente la Vergine Maria madre di Gesù.

Interpretazioni e simbologia del Corteo delle Sante Vergini

Sant’Eufemia guida le ventidue Sante Vergini che procedono verso l’altare. Le palme che compaiono tra le Vergini rappresentano il martirio delle giovani. Simbolicamente il corteo procede dalla città di Classe e si sposta verso la Madonna col bambino fra gli angeli. Le Vergini infatti seguono i Re Magi che portano i doni a Gesù Bambino. Gli abiti delle giovani sono di tipologia persiana e molto ricchi. I mantelli bianchi simboleggiano la loro verginità, mentre tra le mani stringono le corone del martirio. Lo scopo di questo mosaico come di quelli presenti nella Basilica era quello di creare il massimo della soggezione nel fedele colpito dallo splendore dei fondi in oro.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il mosaico con la Teoria delle Sante Vergini si trova nella navata centrale della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Fu realizzato in epoca bizantina per celebrare la conversione della struttura religiosa al Cristianesimo.

L’artista e la società. La storia del mosaico Corteo delle Sante Vergini

Teodorico re dei Goti fece costruire la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo tra il 493 e il 526 d.C. in qualità di chiesa palatina. Il grande palazzo ora non esiste più ma è raffigurato in un mosaico all’interno della Basilica. Il vescovo Agnello nel 548 d.C. la modificó trasformandola dal culto ariano al culto cristiano cattolico. Alcuni monaci benedettini portarono poi le spoglie di Sant’Apollinare in questa chiesa e la chiamarono con il nome attuale. Nel XII secolo i monaci spostarono il corpo del santo dalla chiesa di Sant’Apollinare Classe per proteggere le spoglie dalle incursioni dei pirati.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del Corteo delle Sante Vergini

Le figure del mosaico derivano dalla pittura romana, però si allontanano da essa perché manca il realismo e le posizioni dei corpi sono innaturali e rigide. Inoltre sono ripetitive e stereotipate. Le forme sono bidimensionali poiché manca il chiaroscuro. Lo sfondo dorato infine non rappresenta il cielo ma idealmente lo spazio divino. Le figure sono costruite attraverso campiture bidimensionali e linee di contorno. Infine i panneggi degli abiti e del velo contribuiscono a creare un minimo di volume nelle figure delle Vergini.

La tecnica

Il corteo delle Sante Vergini è un mosaico, realizzato affondando le tessere nelľintonaco umido. Le tessere sono di vari materiali tra quali: vetro colorato, pietre e a volte conchiglie. Le tessere sono orientate diversamente per riflettere la luce in varie direzioni.

Il colore e l’illuminazione

Nel mosaico i colori più evidenti sono l’oro del fondo e il verde del prato, perché presenti in maggiore quantità. Si nota poi il bianco delle tuniche e dei mantelli. Le palme invece sono di colore marrone come i capelli di alcune Vergini. Ľilluminazione non è realistica infatti non è presente chiaroscuro sulle figure. L’lluminazione inoltre non è di tipo naturale. Infatti le figure sono definite da campiture colorate e bidimensionali. L’oro dello sfondo rappresenta invece la luce divina che investe tutte le figure. Il contrasto tra toni caldi, marrone, giallo e oro, con colori freddi, verdi e azzurri, crea un ritmo cromatico che sottolinea il ritmo compositivo.

Lo spazio

Lo spazio non è descritto dalla prospettiva geometrica, infatti i corpi e le figure sono allineate senza sovrapporsi e sembrano non appoggiare sul prato. Sotto i loro piedi il terreno è privo di ombre e la descrizione della profondità è lasciata alla sola sovrapposizione dei corpi. La scena delle Sante Vergini è quindi costruita con una concezione paratattica dello spazio. Tutte le figure occupano il proprio spazio senza entrare in relazione tra di esse. Inoltre la sovrapposizione delle forme non è sempre coerente. Infatti i tronchi delle palme non compaiono tra lo spazio vuoto del diadema portato in mano dalle Vergini.

La composizione e l’inquadratura

Il lungo corteo delle Sante Vergini presenta una struttura compositiva ritmica determinata dalla disposizione regolare delle figure delle giovani. Inoltre le Vergini sono separate le une dalle altre da una palma e dal diadema portato tra le mani che sorreggono il velo bianco. In basso i gigli sono alternati ad altri fiori come le mani coperte dal velo alternate invece a quelle libere. Le loro figure sono simili e atteggiate nella medesima postura. Il corteo muove così dall’ingresso e procede verso destra, in direzione dell’altare. La scansione estremamente regolare della disposizione delle figure impone così un movimento lento e progressivo verso la Vergine col Bambino.

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Bibliografia

  • Claudio Marabini, I mosaici di Ravenna, Istituto Geografico De Agostini Collana: Documenti d’Arte, 1981, EAN: 2560733017211
  • Clementina Rizzardi, Il mosaico a Ravenna. Ideologia e arte, Ante Quem, Collana: Studi e scavi. Nuova serie, 2012, EAN: 9788878490680
  • Jutta Dresken Weiland, I mosaici di Ravenna, Jaca Book, 2017, EAN:9788816605138

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 19 ottobre 2019.

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