Giovanni Martino Spanzotti la vita e le opere

Giovanni Martino Spanzotti fu un pittore di opere religiose attivo nel territorio italico del nord tra Quattrocento e Cinquecento.

Pagina aggiornata il: 16 febbraio 2022. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Biografia di Giovanni Martino Spanzotti

Nascita di Giovanni Martino Spanzotti

1445. Giovanni Martino Spanzotti nacque a Varese intorno al 1445. Morì a Chivasso prima del 1528.

Il contesto familiare

Il padre di Giovanni Martino si chiamava Pietro Spanzotti di Campanigo ed era, come la sua famiglia, pittore. Secondo le fonti storiche, nel 1470 era già attivo con la sua bottega a Casale.

La formazione di Giovanni Martino Spanzotti

Gli studiosi non sono in possesso di sufficienti documentazioni storiche che permettano di ricostruire la formazione dello Spanzotti. Probabilmente il pittore condusse il primo apprendistato presso la bottega del padre Pietro a Casale. Insieme a lui si trovava molto probabilmente anche il fratello Francesco che secondo gli ultimi studi potrebbe essere l’autore delle opere attribuite nel passato al Maestro di Crea.

1470 – 1480. Tra i 25 e i 35 anni, lo Spanzotti ebbe rapporti artistici con la scuola di Francesco del Cossa a Bologna. Questa formazione, avvenuta intorno alla metà degli anni Settanta del Quattrocento, è documentata dall’uso di alcuni cartoni di Francesco del Cossa. Tale uso si ritova ad esempio nella nella Madonna con il Bambino (“Madonna Tucker“) custodita presso il Museo Civico di Torino.

L’apprendistato a Milano

Secondo gli stdiosi, con molta probabilità, Spanzotti condusse l’apprendistato fondamentale a Milano. Questo dato è infatti supportato da un documento redatto a Casale nel 1480 che lo nomina “Mediolani pinctore“, cioè pittore milanese. Spanzotti, secondo le ricerche, soggiornò almeno due volte a Milano, la seconda volta verso la fine degli anni Ottanta del Quattrocento, sempre a scopo formativo.

Spanzotti magistro a Vercelli

Fino al 1480, gli studiosi sono certi della presenza dello Spanzotti a Casale. Nel 1481 invece in un atto pubblico, redatto a Vercelli, il pittore è indicato come magistro che al tempo indicava un riconosciuto maestro di bottega. Spanzotti operò a Vercelli quindi tra il 1481 ed il 1498. In questo periodo gli storici datano il Trittico della Galleria Sabauda di Torino e l’affresco dell’Adorazione del Bambino di Rivarolo Canavese. Il trittico della Sabauda è l’unica opera firmata che si conosce del pittore.

Il periodo posteriore a Vercelli

Gli spostamenti di Giovanni Martino Spanzotti successivi al periodo di Vercelli non sono facilmente rintracciabili. Il pittore tornò a Casale per operare nella bottega del Padre Pietro insieme al fratello Francesco, Balzarino Volpi e Aimo, il cognato. Spanzotti diresse anche una bottega a Chivasso, ora una cittadina nella cintura di Torino, della quale era originaria la moglie Caterina Pianta di Lauriano, sposata nel 1494. Il pittore rimase a Chivasso fino al 1513. Si trasferi poi a Torino dove acquisì la cittadinanza e diventò pittore di corte dei Savoia.

La morte di Giovanni Martino Spanzotti

Giovanni Martino Spanzotti, dai documenti dell’epoca, morì nel 1528 a Chivasso.

La carriera artistica

I maestri di Giovanni Martino Spanzotti

Il primo maestro dello Spanzotti fu il padre Pietro che operava nel laboratorio di Casale Monferrato. In seguito, secondo ipotesi storiche, a metà degli anni Settanta del Quattrocento, lo Spanzotti potrebbe aver lavorato nell’ambito della Scuola di Francesco del Cossa a Bologna.

Collaborazioni con altri artisti

Giovanni Martino Spanzotti collaborò con Defendente Ferrari ma gli storici non possiedono elementi sufficienti per stabilire con certezza i reciproci apporti nelle opere rimaste. Sicuramente operarono insieme nelle due opere il Polittico dei Calzolai ed il Battesimo che si trova nel Duomo di Torino.

La fortuna professionale e le commissioni

1485 -1490. Giovanni Martino Spanzotti ricevette importanti commissioni nel territorio piemontese. Uno dei cicli più importanti ai quali si decicò il pittore è il ciclo della Chiesa di San Bernardino di Ivrea realizzato tra circa il 1485 e circa il 1490. Nei dipinti che lo compongono gli storici sono concordi nel valutare le influenze che seppe trarre dai maestri che operavano al tempo a Milano.

A Casale, Martino Spanzotti dipinse il Polittico Del Ponte, commissionato per la Chiesa di San Francesco. Ad oggi il polittico è smembrato e i pannelli si trovano alla Pinacoteca di Brera a Milano, all’Accademia Albertina di Torino, alla National Gallery di Londra ed presso collezione privata.

1502. La municipalità di Chivasso commissionò all’artista un ciclo di affreschi destinati ad accogliere i cittadini sulle porte della cittadina. Di queste opere gli storici hanno memoria ma sono scomparse.

1513. Nel 1513, Martino Spanzotti diventò pittore alla corte dei Savoia e si trasferì a Torino. Già nel 1507, come scritto in una lettera indirizzata alla corte, il pittore aveva eseguito una tavoletta simile ad un dipinto fiorentino fornito dagli stessi Savoia.

1523. L’affresco di piccole dimensioni intitolato Elemosina di Sant’Antonio Pierozzi, del 1523 dipinto per la Chiesa di San Domenico a Torino è l’ultima opera conosciuta di Martino Spanzotti.

Lo stile di Giovanni Martino Spanzotti

Le opere di Giovanni Martino Spanzotti sono indicate dagli storici come il risultato di due espressioni artistiche presenti sui due versanti delle Alpi. Questa fusione inoltre è presente in molte opere d’arte realizzate nel territorio del Piemonte durante tutto il Quattrocento.

L’evoluzione dello stile

Giovanni Martino Spanzotti iniziò con molta probabilità la sua formazione pittorica presso la bottega del padre Pietro a Casale.

In seguito, si avvicinò allo stile della pittura lombarda prendendo esempio dai maestri piu attivi a Milano. Nella padronanza degli effetti della luce nei diversi momenti della giornata e nel maturalismo si coglie invece l’evoluzione stimolata dalla conoscenza delle opere di Vincenzo Foppa.

1500. Dal 1500, Spanzotti abbracciò uno sile decisamente nordeuropeo cogliendo le influenze che gli provenivano dalla corte dei duchi di Milano.

Influenze stilistiche da altri artisti

Negli affreschi che compongono il ciclo presente nella chiesa di San Bernardino a Ivrea si coglie il risultato probabile della formazione a Milano. In queste opere, poi Spanzotti diede prova di riprodurre con grande efficacia la luce nelle diverse ore del giorno che deriva dalla pittura di Vincenzo Foppa come particolari effetti di luce riflessa. Inoltre è evidente l’attenzione naturalistica che si esprime con la rappresentazione di aspetti di vita quotidiana dell’epoca. Secondo gli storici, quali Roberto Longhi, Spanzotti per rappresentare prospetticamente le architetture si basò invece sulle lezioni di Donato Bramante e di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino. Da questo maestro, infine, apprese anche lo stile del movimento dei corpi.

Spanzotti seppe trarre insegnamento anche dalla pittura fiamminga che l’artista conobbe probabilmente a Milano. Infatti alla corte dei duchi della città operavano aritsti quali Zanetto Bugatto che interpretavano le suggestioni della pittura nordeuropea.

Altri storici hanno riscontrato influenze anche dalla pittura provenzale e soprattutto dalle opere di Antoine de Lonhy, di origine borgognona che si trasferì dal 1462 in Piemonte.

Infine, gli studiosi rivelano una decisa svolta verso la pittura fiamminga dello stile dello Spanzotti verso il 1500.

Allievi e seguaci

Durante gli anni passati a Vercelli, Martino Spanzotti ospitò presso la sua bottega Giovan Antonio Bazzi, più noto come il Sodoma.

Defendente Ferrari, pittore di Chivasso, località nei pressi di Torino, fu allievo e collaboratore di Martino Spanzotti come anche il pittore francese Nicolas Dipre, che operò ad Avignone.

Gli studiosi segnalano che la pittura dello Spanzotti ebbe una grande influenza sul lavoro di diversi artisti piemontesi della sua epoca e direttamente come nel caso di Gerolamo Giovenone. Inoltre negli anni Trenta del XVI secolo si segnalano pittori che guardarono al suo lavoro come nel caso dell’autore degli affreschi sulla facciata della cattedrale di Aosta.

L’importanza di Giovanni Martino Spanzotti nella Storia dell’arte

Gli storici dell’arte considerano Giovanni Martino Spanzotti uno dei pittori italici che seppero cogliere e applicare il rinnovamento portato dal Rinascimento in Piemonte. Per questo, le opere dello Spanzotti offrirono un un importante riferimento per gli artisti locali del periodo.

Le opere di Giovanni Martino Spanzotti

Elementi di un polittico con santi, donatore e sante di Giovanni Martino Spanzotti

Elementi di un polittico con santi, donatore e sante di Giovanni Martino Spanzotti
Elementi di un polittico con santi, donatore e sante di Giovanni Martino Spanzotti

Giovanni Martino Spanzotti, Elementi di un polittico con santi, donatore e sante, ca./1475 – ca./1480, tempera su tavola, 124 x 66.5 cm. Torino, Galleria Sabauda

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Madonna con il bambino e due Santi sullo sfondo di Giovanni Martino Spanzotti

Madonna con il bambino e due Santi sullo sfondo di Giovanni Martino Spanzotti
Madonna con il bambino e due Santi sullo sfondo di Giovanni Martino Spanzotti

Giovanni Martino Spanzotti, Madonna con il bambino e due Santi sullo sfondo, 1507, tempera su tavola, 87,5 x 63,5 cm. Torino, Galleria Sabauda

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Bibliografia

  • G. Testori, G. Martino Spanzotti – gli affreschi di Ivrea, Centro Culturale Olivetti, Ivrea 1958 (il saggio è stato riprodotto in Testori a Ivrea, (a cura dell’Associazione Giovanni Testori), Silvana Editoriale, 2004;
  • G. Romano, Giovanni Testori e Martino Spanzotti, in Testori a Ivrea, (a cura dell’Associazione Giovanni Testori), Silvana Editoriale, 2004
  • Aldo Moretto, Indagine aperta sugli affreschi del Canavese, Stabilimento tipo-litografico G. Richard, Saluzzo, 1973
  • Adele Rovereto, Il convento di S. Bernardino in Ivrea e il ciclo pittorico di Gian Martino Spanzotti, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990

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