Fucilazioni a Roma di Renato Guttuso

Fucilazioni a Roma di Renato Guttuso è una drammatica immagine che racconta la pratica purtroppo comune durante l’occupazione nazista in Italia.

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Indice

Descrizione di Fucilazioni a Roma di Renato Guttuso

Un drappello di soldati tedeschi è schierato a destra di spalle. Il fucile di ogni militare è quindi puntato sugli uomini in piedi contro un muro a sinistra. Al centro dell’immagine il comandate del plotone di esecuzione è in posizione e sta per dare l’ordine di fuoco. I militari nazisti sono vestiti con un pesante cappotto di colore verde e indossano sul capo l’elmetto metallico. I prigionieri invece indossano abiti di diversa foggia e hanno le mani legate dietro la schiena.

Al fondo del muro, verso il centro dell’immagine, altri militari guidano altre persone probabilmente in attesa della fucilazione. Infine in basso sullo sfondo si vedono i tetti delle abitazioni romane sui quali domina la cupola di San Pietro.

Interpretazioni e simbologia di Fucilazioni a Roma di Renato Guttuso

Le fucilazioni di civili durante la Seconda Guerra Mondiale furono purtroppo una costante quotidiana. Infatti l’esercito nazista durante gli anni della sua presenza in Italia fucilò in ogni paese giovani partigiani, intellettuali e semplici civili. Spesso si trattava di persone catturate durante i rastrellamenti nei paesi o nei quartieri cittadini. La storia d’Italia nel periodo dell’occupazione nazista ricorda così molti drammatici episodi fra i quali quello delle Fosse Ardeatine a Roma.

L’eccidio delle fosse Ardeatine

Il 24 marzo 1944 i soldati nazisti uccisero 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni. L’eccidio fu una rappresaglia per l’attentato condotto da partigiani del GAP romano in via Rasella il 23 marzo, in cui morirono 33 soldati del reggimento “Bozen. In realtà non si trattò di una fucilazione ma di una esecuzione con colpo alla nuca.

Il rastrellamento

Il rastrellamento era una pratica che veniva attivata anche a scopo di vendetta sulla popolazione in seguito ad una azione partigiana. Infatti quando l’esercito nazista subiva una sconfitta in una località portava avanti una ritorsione sui civili. I soldati entravano nelle case e catturavano un numero equivalente di persone e le fucilavano all’istante. A volte le atrocità si spingevano nel colpirle alle gambe e dare fuoco alle vittime ancora vive.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione di Fucilazioni a Roma di Renato Guttuso

Renato Guttuso dipinse questa drammatica rappresentazione negli anni della sua militanza contro il regime fascista. L’immagine fa parte di una serie di acquerelli che furono distribuiti e raccolti in un volume.

L’artista e la società. La storia dell’opera Fucilazioni a Roma di Renato Guttuso

La serie di opere intitolata “Gott mit Uns” risale al 1945. Guttuso dipinse le sue opere utilizzando inchiostri che trovava nelle tipografie clandestine.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile Fucilazioni a Roma di Renato Guttuso

Guttuso realizzò questa immagine con uno stile veloce e spigoloso. Infatti le linee dure e rigide delle divise sottolineano l’inumanità dei soldati che assumono un aspetto meccanico. Le figure dei patrioti invece sono tratteggiate con linee incerte e sottili. Il colore infine è applicato con macchie liquide e pennellate veloci.

La tecnica

L’opera di Guttuso è un acquerello riprodotto con stampa calcografica.

Il colore e l’illuminazione

Nella parte destra prevalgono i toni verdi delle divise militari. Al centro invece i colori sono più caldi e terrosi. Il cielo invece è reso con colori forti e vivi in contrasto, rosa e blu.

Lo spazio

Lo spazio scenico nel quale si svolge la fucilazione è definita dalla disposizione sovrapposta delle figure e dei soldati. Inoltre verso il fondo si susseguono il gruppo di persone e la città in lontananza.

La composizione e l’inquadratura

L’immagine è di forma rettangolare e sviluppo orizzontale al fine di raffigurare le molte figure che descrivono il fatto storico. I partigiani e i militari sono allineati su linee oblique mentre l’ufficiale al centro crea una verticale che stabilizza l’immagine. Sul fondo invece prevalgono linee orizzontali. La composizione ricorda il dipinto di Goya intitolato 3 maggio 1808.

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3 maggio 1808 di Francisco Goya

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Bibliografia

  • Carlo Levi (presentazione), Renato Guttuso, trent’anni, 1939-1969, TERENZI 1969, ASIN: B00FBJG6KI
  • Werner Haftmann, Guttuso, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2018, EAN: 9788809987913
  • Crispino Valenziano, Guttuso credeva di non credere, Libreria Editrice Vaticana Roma, 2013.
  • Crispino Valenziano, Guttuso Pathos dell’uomo Patemi di Dio, De Luca Editore d’arte- Libreria Editrice Vaticana, Roma, 2016. (testi di Fabio Carapezza Guttuso, Michele Canzoneri, Rino La Delfa, Silvano Maggiani, Cettina Militello, Marida Nicolaci).
  • Flaminio Gualdoni, Guttuso, I Maestri dell’Arte Moderna, editore Skira , Milano, 2017.
  • (RI) Leggere Guttuso. Percezione, realismo, impegno civile, a cura di Marco Carapezza, Palermo University Press, 2018 ( testi di Francesca Bacci, Antonino Bondì, Nancy, Cesare Brandi, Franco Lo Piparo, David Melcher, Jean Luc Nancy, Richard Wollheim).

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 11 maggio 2020.

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