L’Ercole Farnese di Glicone di Atene è una statua in marmo che è stata realizzata copiando l’originale in bronzo di Lisippo.
Glicone di Atene, Ercole Farnese, III secolo d.C. dall’originale in bronzo di Lisippo del IV secolo a.C., marmo, 317 cm. Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Qui trovi l’immagine dell’opera, vai al sito della del Museo
Indice
Descrizione dell’Ercole Farnese di Glicone di Atene
Ercole dal corpo massiccio e maturo si riposa appoggiato alla sua clava coperta dalla pelle del leone Nemeo. L’eroe ha appena terminato le dodici leggendarie prove e nella mano destra nascosta posteriormente stringe alcune sfere.
Interpretazioni e simbologia Ercole Farnese di Glicone di Atene
Ercole o Eracle fu sottoposto dagli dei ad una serie di dodici terribili prove. L’eroe però riuscì a vincerle brillantemente battendo gli dei gelosi. Il figlio di Zeus diventò così il simbolo del riscatto dell’umanità sulle prove volute dalle divinità capricciose. L’Ercole di Lisippo è un eroe umano e quindi portatore anche di difetti e mancanze. La sua interpretazione ebbe molto seguito e fu presa a modello da future generazioni di artisti. Gli oggetti sferici che il protagonista stringe nella mano destra sono i pomi sottratti nel giardino delle Esperidi.
L’analisi dell’opera continua dopo questo avviso!
Scuola 2023-2024
Storia dell’arte. A breve troverai approfondimenti sulle principali epoche della Storia dell’Arte
Inoltre nuovi materiali per aiutarti nel lavoro: La descrizione del ritratto, La descrizione del paesaggio
I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
La scultura che ritrae Ercole è esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dall’Ottocento. In seguito al suo ritrovamento, nel 1546 la statua diventò proprietà del cardinale Alessandro Farnese ed entrò a far parte della sua collezione. Trovò quindi posto nella sala d’Ercole di Palazzo Farnese. Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, entrò così in possesso della collezione ereditandola dalla madre. Nel 1787 tutte le opere di arte antica vennero trasferite presso la Reggia di Capodimonte e quindi presso il Palazzo del Real Museo. Una copia della scultura è custodita presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.
L’artista e la società. La storia dell’opera Ercole Farnese di Glicone di Atene
Glicone di Atene fu l’autore di questa copia datata III secolo d.C. della scultura in bronzo di Lisippo del IV sec a. C. Il nome dell’artista si trova infatti inciso sulla base. Gli archeologi ritrovarono la statua nell’area delle terme di Caracalla nel 1546. Forse l’originale in bronzo era accompagnato dalla figura di Telefo, figlio di Ercole.
Gli archeologi trovarono solo il tronco della copia dell’Ercole di Napoli. Infatti alla statua mancavano la mano, l’avambraccio sinistro e le gambe. L’avambraccio ora ricostruito è in gesso mentre le gambe furono scolpite nel Cinquecento da Guglielmo Della Porta, allievo di Michelangelo. In un secondo momento gli archeologi rinvennero le gambe originali ma i curatori decisero di mantenere quelle ricostruite per via della loro migliore qualità. Verso la fine del Settecento infine, il restauratore Carlo Albacini decise di sostituire le gambe originali. Nel Museo sono ancora visibili quelle di Guglielmo Della Porta.
Durante la civiltà romana si produssero un gran numero di copie che testimoniano la fama raggiunta da questa interpretazione di Ercole. La figura dell’eroe compare anche su monete e sotto forma di piccole statuette.
Ercole Farnese, II secolo d.C. dall’originale in bronzo di Lisippo del IV secolo a.C., marmo di carrara, 151 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
Lo stile di Ercole Farnese di Glicone di Atene
Lisippo di Sicione fu autore di una grande rivoluzione nella scultura del suo tempo. Inoltre rese più dinamica la posizione dei personaggi ritratti facendo assumere agli atleti e agli eroi pose asimmetriche. La postura assunta dall’eroe in riposo esprime invece una grande potenza controllata nel momento della stasi. Infine inserì una decisa componente psicologica per caratterizzare il personaggio. Ercole non è raffigurato nel momento del combattimento. L’eroe è invece in riposo, quindi stanco, e dimostra tutta la sua umanità prima di assumere lo status di divinità.
La tecnica
La scultura è in marmo e misura 317 cm di altezza.
La luce sulla scultura
La scultura dell’Ercole Farnese presenta una superficie chiara, interessata però dalla cromia prodotta dalla degradazione della superficie del marmo. In condizioni di illuminazione ambientale diffusa, il modellato del corpo non presenta forti chiaroscuri. Infatti le ombre che si possono osservare nel busto di Ercole sono deboli e segnano morbidamente la muscolatura. Anche le braccia e le gambe sono interessate da ombre appena accennate che però permettono di apprezzare il potente modellato del personaggio.
Le ombre invece si intensificano nella testa di Ercole, nei tratti del viso dove le parti scure permettono di definire lo sguardo e la piega delle labbra. Profondi solchi sono poi presenti tra i capelli e nella barba dove modellano le ciocche e i ricci molto accentuati. Lo stesso effetto si ritrova nella pelle del leone Nemeo posata sulla clava a destra. Un’ombra scura e profonda segna le fauci spalancate e modella la criniera ricciuta. Inoltre lo scuro contribuisce, verso il basso, a identificare la clava coperta parzialmente dalla pelle. Il masso che sorregge la clava, infine, presenta deboli rilievi che lo rendono più naturale ma non sbilanciano l’equilibrio visivo della composizione.
Rapporto con lo spazio
Lo scultore realizzò opere che possono essere apprezzate 360 gradi, infrangendo la regola della rigida frontalità. Infatti, i pomi che Ercole tiene in mano sono visibili sono se si osserva la statua dalla parte posteriore.
La struttura
La scultura che raffigura Ercole riproduce il corpo dell’eroe appoggiato al tronco, alla sinistra del personaggio.
© ADO – analisidellopera.it – Tutti i diritti riservati. Approfondisci
Bibliografia
- Ranuccio Bianchi Bandinelli ed Enrico Paribeni, L’arte dell’antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria, 1986, ISBN 88-7750-183-9
- Antonietta Viacava. L’atleta di Fano, Roma, Edizioni L’Erma di Bretschneider, 1994. ISBN 88-7062-868-X.
- George M. A. Hanfmann, Dizionario delle antichità classiche, Cinisello Balsamo, Paoline, 1995, p. 849
- Paolo Moreno (a cura di), Lisippo : l’arte e la fortuna, Catalogo della mostra tenuta a Roma, Milano, Fabbri, 1995, ISBN 88-450-5738-0.
- Giuliano A., Storia dell’arte greca, Carocci, Roma, 1998. ISBN 88-430-1096-4
- Photini N. Zaphiropoulou, Capolavori della scultura greca antica, Ist. Poligrafico dello Stato Collana: Archeologia, 2007, EAN: 9788824011358
- Giorgio Bejor, Marina Castoldi, Claudia Lambrugo, Arte greca, Mondadori Università; Nuova Edizione edizione (1 ottobre 2013), ISBN-10: 8861842968 ISBN-13: 978-8861842960
- Luigi Rocchetti, Le gioie sepolte. Scultura greca del periodo arcaico, Arbor Sapientiae, 01/01/2018, EAN:9788894820850
La scheda è quasi completa. Ancora qualche giorno di pazienza, grazie per la tua visita!
La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 7 gennaio 2022.
Approfondisci la lettura consultando le schede di altre sculture greche intitolate:
- Il Discobolo di Mirone, copia Lancelotti
- Il Doriforo di Policleto
- Zeus di Capo Artemisio
- Athena Parthènos di Fidia
- Cleobi e Bitone di Polimede di Argo
- Toro Farnese di Apollonio e Taurisco di Tralle
- Nike di Samotracia
- Laocoonte
- Erma di Socrate di Lisippo
- Apoxyómenos di Lisippo
- Hermes in riposo di Lisippo
- Eros che incorda l’arco di Lisippo
- Atleta di Fano di Lisippo
- Amazzone ferita di Fidia
- Apollo Sauroctòno di Prassitele
- Amazzone ferita di Policleto
- Ercole Farnese di Glicone di Atene da Lisippo
Consulta la pagina dedicata alla scultura di Glicone di Atene, Ercole Farnese, sul sito del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Grazie per aver consultato ADO
Le immagini pubblicate su ADO sono state prodotte in proprio e quindi sono di proprietà dell’autore.