Autoritratto con sciarpa rossa di Antonio Ligabue

Autoritratto con sciarpa rossa di Antonio Ligabue rappresenta l’artista immerso nella natura con un riferimento al mondo degli animali sempre presenti nei suoi dipinti.

Antonio Ligabue, Autoritratto con sciarpa rossa, 1956, olio su faesite, 45 x 35 cm

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Indice

Descrizione dell’Autoritratto con sciarpa rossa di Antonio Ligabue

Antonio Ligabue si è rappresentato di tre quarti con il busto orientato a destra dell’osservatore. Il viso rivela la sua età matura e la fronte è segnata da cinque evidenti e profonde rughe parallele. Le guance sono scavate e coperte da una leggera barba che si allunga sul mento e scende in basso. L’artista porta anche un paio di corti baffi. Gli occhi sono segnati da profonde borse ma lo sguardo è attento sebbene un poco malinconico. Al collo porta una sciarpa rossa che rientra all’interno della giacca scura. Dietro alla figura dell’artista si coglie un paesaggio con montagne lontane e alcune piante. Infine, in alto vola una grande uccello, forse un rapace.

Interpretazioni e simbologia dell’Autoritratto con sciarpa rossa di Antonio Ligabue

L’ossessione di Ligabue per la rappresentazione della sua immagine è da rintracciare probabilmente nei drammi che sconvolsero la sua vita. Nacque da una ragazza-madre che morì avvelenata nel 1913 quando Antonio aveva 14 anni. Inoltre già all’età di due anni il piccolo era stato affidato informalmente ad una coppia di svizzeri tedeschi. Ligabue cambiò anche il suo cognome più volte. Fu registrato alla nascita con il cognome della madre, poi con quello di Bonfiglio Laccabue marito della donna. Antonio lo trasformò poi in Ligabue per via del pessimo rapporto tra lui e il padre adottivo.

Fisicamente soffrì di rachitismo di ipertiroidismo che gli procurò il gozzo. La sua famiglia affidataria si trasferì diverse volte e le relazioni tra i coetanei non furono positive. A tutto ciò si sommarono gli insuccessi scolastici e i ricoveri presso strutture per disabili e malati psichiatrici. L’artista era anche vittima di depressione e compiva atti di autolesionismo. Spesso infatti colpiva il proprio naso con una pietra oppure lo strofinava contro muri o cortecce di tronchi. È quindi possibile vedere in molti autoritratti queste ferite che si autoinfliggeva.

Nei suoi innumerevoli autoritratti Ligabue raffigurò così se stesso aggiungendo di volta in volta qualche dettaglio. A volte è accompagnato da cani, altre volte su di lui si posano mosche o farfalle. Altre volte ancora si raffigura con abiti femminili. Probabilmente visse una grande solitudine che colmò ritraendosi insieme agli amati animali.

Antonio Ligabue dipinse più di trecento autoritratti e molti di questi si differenziano grazie ad un dettaglio che accompagna l’opera. Nel caso dell’Autoritratto con sciarpa rossa infatti è l’evidente indumento che caratterizza l’immagine.

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Molte opere di Antonio Ligabue sono conservate presso Collezioni private.

L’artista e la società. La storia dell’Autoritratto con sciarpa rossa di Antonio Ligabue

Antonio Ligabue nacque a Zurigo il 18 dicembre 1899 e morì a Gualtieri in Emilia Romagna il 27 maggio 1965. Il primo nome dell’artista fu Antonio Costa, dal cognome della madre. La donna si sposò in seguito con Bonfiglio Laccabue che diede il suo cognome al piccolo Antonio che da adulto però lo trasformò in Ligabue. La madre morì insieme ai fratelli per intossicazione alimentare e il piccolo fu affidato ad una famiglia adottiva.

Il giovane Ligabue ebbe una carriera scolastica disastrosa e fu presto ricoverato all’interno di un ospedale psichiatrico, nel 1917 all’età di 18 anni. Nel 1919 in seguito ad una crisi violenta cercò di aggredire la madre adottiva. Fu quindi denunciato e costretto dalle autorità a lasciare la Svizzera. Ligabue si recò quindi in Italia a Gualtieri, paese natale del marito della madre biologica.

La sua formazione artistica iniziò nel 1913 ricoverato a quattordici anni presso un istituto. Fu poi l’artista Renato Marino Mazzacurati che nel 1928 lo avviò ad una conoscenza migliore del colore. Infine nel 1941 lo scultore Andrea Mozzali lo fece dimettere dal secondo ricovero in ospedale e lo ospitò presso di se.

L’artista divenne noto negli anni Cinquanta del Novecento grazie ad alcune mostre che lo segnalarono al grande pubblico. Molti dei suoi celebri dipinti furono infatti realizzati in questi anni. Gli autoritratti inoltre risalgono agli anni Quaranta del Novecento. Negli anni Cinquanta poi l’artista maturò uno stile più definito con il quale realizzò le sue raffigurazioni più celebri. L’Autoritratto con sciarpa rossa risale proprio al 1956 quando l’artista aveva ormai 57 anni. L’anno precedente, nel 1955 Ligabue riuscì ad esporre le sue opere nella prima personale allestita a Gonzaga.

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Lo stile dell’Autoritratto con sciarpa rossa di Antonio Ligabue

Antonio Ligabue è considerato il più importante esponente italiano Naif del Novecento. Ligabue fece sempre riferimento alla sua memoria visiva. Infatti nei suoi dipinti si trovano immagini tratte dai ricordi che risalgono anche alla sua infanzia. Inoltre ebbe modo di osservare opere di vari artisti e da queste trasse ispirazione. Nel suo stile spontaneo e immediato si colgono infatti riferimenti alle opere di Vincent van Gogh, a quelle dei Fauves e degli Espressionisti tedeschi. I suoi soggetti preferiti furono gli animali colti anche in situazioni di conflitto. Rappresentò però anche tranquille scene di lavoro nei campi.

Nell’Autoritratto, opera degli anni cinquanta, lo stile di Ligabue è pienamente maturo. I colori sono brillanti, la figura in primo piano è dettagliata e racchiusa da un contorno nero che la stacca dall’ambiente. I particolari dello sfondo sono invece rappresentati attraverso macchie di colore e sono dipinti in modo sommario. Negli autoritratti, numerosi a partire dagli anni Quaranta del Novecento, la posa è quasi sempre la stessa. Inoltre gli occhi sono sempre ben descritti e posti in evidenza.

L’uso abbondante del colore nero e la spigolosità dei tratti avvicinano il dipinto alle opere del periodo espressionista.

La tecnica dell’Autoritratto con sciarpa rossa di Antonio Ligabue

L’Autoritratto con sciarpa rossa è un olio su faesite di 45×35 cm.

Il colore e l’illuminazione

L’Autoritratto di Ligabue è caratterizzato da colori brillanti e caldi. Spicca fra tutti il colore rosso della sciarpa messo in evidenza dal nero della giacca che la circonda. L’incarnato presente nella fascia centrale del dipinto è ripreso dalla natura gialla dello sfondo. Infine in alto prevalgono i colori freddi del cielo. È evidente l’uso massiccio del nero che produce un effetto drammatico e appesantisce il ritratto.

Lo spazio

La figura di Antonio Ligabue si staglia contro un paesaggio tratteggiato molto semplicemente. La spazio infatti è descritto tramite quinte frontali e bidimensionali sovrapposte. Dietro il busto dell’artista è presente una fascia occupata da steli di erbe alte. Quindi si coglie la sagoma scura delle colline.

La composizione e l’inquadratura

L’Autoritratto di Antonio Ligabue è rettangolare e orientato in verticale. L’inquadratura incornicia la figura dell’artista con un taglio tradizionalmente riservato al ritratto.

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Bibliografia

  • Giuliano Serafini, Ligabue, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art Anno edizione: 2005; 2006, EAN: 9788809040908
  • Marzio Dall’Acqua, Antonio Ligabue, Castelvecchi, Collana: Le Navi, 2015, EAN: 9788869441318
  • S. Parmiggiani, Antonio Ligabue a Roma, Skira, Collana: Arte moderna. Cataloghi, 2016, EAN: 9788857233970
  • Francesca Villanti, Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore, Skira, Collana: Arte moderna. Cataloghi, 2018, EAN: 9788857239828
  • Carlo Vulpio, Il genio infelice. Il romanzo della vita di Antonio Ligabue, Chiarelettere Collana: Narrazioni, 2019, EAN: 9788832961805
  • Renato Martinoni, Antonio Ligabue. Gli anni della formazione (1899-1919), Marsilio, Collana: Ricerche, 2019, EAN: 9788829702121
  • Giuseppe Caleffi, Antonio Ligabue e il mondo piccolo, Ed. Lui, 2019, EAN: 9788899339753

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 23 febbbraio 2020.

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