Aratura nivernese di Rosa Bonheur

Aratura nivernese di Rosa Bonheur rappresenta la celebrazione del lavoro nei campi contrapposto alla vita dissoluta della città.

Rosa Bonheur, Aratura nivernese, 1849, olio su tela, 134 x 260 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Indice

Descrizione di Aratura nivernese di Rosa Bonheur

All’interno di un campo già parzialmente rivoltato, alcuni contadini guidano gli aratri trainati ognuno da un giogo di sei buoi. I dodici bovini sono ritratti mentre vengono sollecitati dai contadini a procede faticosamente tra le zolle del terreno. Alcuni animali sono inclinati in avanti mentre altri alzano in muso e contraggono i muscoli nello sforzo. Intorno al campo si eleva una bassa collina coperta di alberi tra i quali si intravede il tetto di un edificio rurale. Nel terreno in primo piano grosse zolle di terreno sono rivoltate dal vomere ed esposte mentre in lontananza il campo è ancora coperto di vegetazione.

Interpretazioni e simbologia di Aratura nivernese di Rosa Bonheur

Labourage nivernais è il titolo originale in lingua francese del dipinto di Rosa Bonheur che in italiano si traduce in Aratura nivernese. L’operazione agricola raffigurata nel dipinto di Rosa Bonheur è il dissodamento che i contadini eseguono prima dell’autunno. L’aratro affonda nel terreno e rivolta le zolle di terra dei campi nei quali il raccolto è stato terminato. La terra così esposta riceverà più ossigeno durante l’inverno e sarà favorita la circolazione dell’aria.

Rosa Bonheur condusse un’attenta osservazione della campagna, degli attrezzi e dei buoi e riprodusse con perfezione le caratteristiche delle razze bovine Charolais e Nivernese. Nel dipinto di Rosa Bonheur viene celebrato il lavoro dei campi che rappresenta, secondo l’interpretazione poetica e figurativa della pittrice, un ritorno ai valori della terra. La provincia agricola con le sue tradizioni viene favorita e messa in contrapposizione con la vita dissoluta e caotica della città. La scena assume così un aspetto quasi spirituale e l’opera interpreta l’evento come un rituale che si ripete ogni anno. L’interesse della Bonheur nei confronti dei bovini, invece che della figura umana, si evidenzia nella grande attenzione allo loro raffigurazione. Ogni animale è riprodotto con caratteristiche proprie, anatomiche e di postura, tanto che pare di cogliere il carattere dell’animale. Per contro i contadini sono appena accennati e il loro volto è oscurato.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Lo Stato francese commissionò nel 1848 il grande dipinto a Rosa Bonheur destinandolo al museo di Lione. Gli amministratori decisero poi di conservare Aratura nivernese nel museo del Luxembourg dove rimase dal 1849 al 1920. Quando morì la pittrice, l’opera fu trasferita al Louvre dal 1920 al 1923. Dal 1923 à 1986 giunse quindi nei depositi del musée national du château de Fontainebleau. Infine, gli amministratori lo spostarono presso le collezioni del museo d’Orsay.

L’artista e la società. La storia dell’opera Aratura nivernese di Rosa Bonheur

Aratura nivernese di Rosa Bonheur risale al 1849. Rosa Bonheur nacque a Bordeaux nel 1822 e morì nel 1899. Il dipinto fu realizzato quindi quando la pittrice aveva circa 27 anni. La Bonheur raggiunse presto una grande fama come un’abile pittrice di animali, in Francia e anche negli Stati Uniti.

Il pubblico artistico vide per la prima volta Aratura nivernese in occasione del Salon del 1849 organizzato al Palazzo delle Tuileries. La tela comparve poi anche all’Esposizione Universale di Parigi del 1889.

L’opinione della critica

I curatori del museé d’Orsay di Parigi fanno notare che i veri protagonisti dell’opera della Bonheur sono i buoi che trainano gli aratri. Infatti, la pittrice curò con attenzione i manti chiari, di colore rosso e bianco dei buoi. Anche le dimensioni dei vari soggetti animali e le figure umane indicano questa scelta. Infatti, i contadini che guidano l’operazione sono raffigurati in secondo piano e assumono il valore di figure di contorno mentre i bovini sono in primo piano e attentamente riprodotti in ogni particolare anatomico. Già al tempo della sua eposizione al pubblico artistico, la critica apprezzò molto Aratura nivernese realizzata dalla pittrice che era ormai ricca e famosa.

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Lo stile di Aratura nivernese di Rosa Bonheur

Rosa Bonheur è ricordata dagli storici dell’arte come una pittrice realista. Il Realismo della Bonheur si esprime soprattutto nella rappresentazione della vita agricola e in particolare e soprattutto nelle figure dei buoi che aiutavano il lavoro dei contadini. Il realismo che caratterizza la pittura e l’opera di Rosa Bonheur è evidente nella descrizione attenta del suolo in primo piano. Tra le zolle, infatti, emergono singole pianticelle, sassi e altri dettagli naturalistici che rivelano l’interesse della pittrice verso iil mondo naturale. Anche l’anatomia dei bovini, la loro postura e la reazione all’incitamento dei contadini rientra in tale atteggiamento creativo.

La tecnica di Aratura nivernese di Rosa Bonheur

Aratura nivernese di Rosa Bonheur è un dipinto realizzato con impasto di colore ad olio applicato su una tela di 134 centimetri di altezza e 260 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto di Rosa Bonheur presenta una prevalenza di marrone e colori terrosi, del campo e verdi chiari dei prati. A sinistra i cespugli in controluce sono scuri come gli alberi che coprono la collina. Il paesaggio in lontananza è realizzato con colori sbiaditi e freddi che sottolineano le distanze. Il cielo intensamente azzurro in alto è più chiaro verso il basso dove si formano nubi leggere e chiare.

L’illuminazione intensa del sole del primo pomeriggio produce ombre scure sotto i buoi, tra le zolle e le chiome delle macchie alberate. La luce proviene da sinistra crea un forte contrasto tra il manto chiaro dei bovini e la terra scura appena arata del campo. Anche i contadini risultano in contruloce e le ombre nascondono i loro lineamenti ponendoli in secondo piano. Infine, il forte contrasto di luminosità che si crea nel terreno arato permette di apprezzare la terra smossa e le zolle che si formano al passaggio del vomere.

Lo spazio

L’opera di Rosa Bonheur ritrae un ampio campo agricolo, chiuso a sinistra e al centro da una collina, che continua oltre i bordi laterali dell’immagine. Le distanze sono evidenziate dalla grandezza relativa delle figure che popolano il paesaggio. Quindi il confronto di grandezza tra i buoi in primo piano e gli alberi della collina permette di valutare la profondità del terreno. Il punto di vista dell’osservatore si trova più in basso degli animali che avanzano. Questa scelta della pittrice concede una grande importanza visiva e formale agli animali che assumono così un valore monumentale. Infine, la profondità visiva aumenta a sinistra ed è indicata dalla leggera linea di montagne di colore grigio che si intravede al centro.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto di Rosa Bonheur è di forma rettangolare e l’inquadratura fortemente sviluppata in orizzontale è funzionale alla rappresentazione dei due gioghi di buoi che avanzano nel campo. Le linee compositive oblique salgono verso destra e imprimono un movimento virtuale alla scena. L’andamento del suolo in primo piano produce morbide linee curve che espandono la scena da sinistra verso destra. Anche le colline sullo sfondo si elevano verso sinistra arricchendo la composizione nell’insieme. La massa dei buoi che si sposta in avanti obliquamente crea una potente dinamismo sottolineato, in alto, dall’andamento delle nuvole. La campagna circostante a destra, invece, è costruita su linee orizzontali e stabili e offre un riferimento al movimento apparente della composizione.

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Bibliografia

  • Jean-François Allain (Autore), Sandra Buratti-Hasan, Leïla Jarbouai (a cura di), Rosa Bonheur (1822-1899), Flammarion, 2022, ISBN-10 ‏ : ‎ 2080280961 – ISBN-13 ‏ : ‎ 978-2080280961
  • La pittura al Museo d’Orsay. Testi di Michel Laclotte, Geneviève Lacambre, Anne Distel, Claire Frèches-Thory, Marc Bascou. Premessa di Françoise Cachin, Scala, 1995 EAN: 2560460022700
  • Simona Bartolena, Parigi Musèe d’Orsay, Il Sole 24 Ore, 2005, EAN: 2570140011214
  • Musee d’Orsay – La Guida delle Collezioni, RMN, 2006, EAN: 2570140229985

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 1 dicembre 2022.

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