Vergine annunciata di Antonello da Messina

Vergine annunciata di Antonello da Messina coniuga la monumentalità e il classico razionalismo dello stile italiano con l’attenzione al dettaglio della pittura fiamminga.

Antonello da Messina, Vergine annunciata, 1476-1477, olio su tavola, 45 x 34,4 cm. Palermo, Galleria Regionale della Sicilia

Indice

Descrizione della Vergine annunciata di Antonello da Messina

Al centro del dipinto, Maria è avvolta da un velo blu che le copre il capo e le spalle. La Vergine porta la mano destra in avanti mentre con la mano sinistra chiude il velo sul petto. Si intravede anche l’abito rosso coperto dal tessuto. Il viso e il corpo sono frontali. Lo sguardo, invece è rivolto a sinistra in basso. L’espressione è timorosa. I lineamenti del viso sono giovanili e regolari. A sinistra e in basso del dipinto, si trova un leggio in legno con evidenti tracce di tarli. Su di esso un si nota un libro aperto con le pagine sollevate. Infine, il fondo è molto scuro e privo di particolari dipinti.

Interpretazioni e simbologia della Vergine annunciata di Antonello da Messina

La Vergine Annunciata di Antonello da Messina è il primo dipinto, noto agli storici, nel quale l’angelo annunciante non è presente. Forse anche per questo suscita nell’osservatore una grande ammirazione. Anche gli storici dell’arte, nel corso del Novecento, hanno dimostrati molto interesse verso il dipinto, scoperto proprio sul finire dell’Ottocento. La scena infatti, genera un senso di sospensione e di mistero grazie all’assenza dell’angelo che è evocata da molti particolari.

Intanto, Maria è evidentemente sorpresa dalla comparsa di una presenza che si trova davanti a lei. La giovane infatti alza la mano destra e sembra mettere una distanza tra lei e il messaggero di Dio. Poi, le pagine che ondeggiano sul libro aperto sembrano suggerire un movimento dell’aria, spostata dall’improvvisa apparizione. Inoltre, il piano sul quale poggia il leggio risulta obliquo, forse spostato da un sussulto della Vergine sorpresa dalla visione.

L’atmosfera metafisica dell’Annunciata di Palermo

La grandezza di questo dipinto di Antonello da Messina è determinata dal rigore formale utilizzato dall’artista. La Vergine mostra poi un’espressione intensa e assume una postura sospesa che crea una dimensione atemporale. La scena evoca un’atmosfera metafisica che ricorda le opere dipinte nel prriodo del Ritorno all’ordine, dagli esponenti della Pittura Metafisica. Nel Primo dopoguerra, infatti, il mondo dell’arte, e della cultura in Europa, tornò al figurativo dopo le esperienze delle Avanguardie storiche. Molti artisti trovarono così ispirazione nelle opere prerinascimentali, che presentavano volumi ben marcati e atmosfere intime e religiose.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione della Vergine Annunciata

Il dipinto di Antonello da Messina si trova a palazzo Abatellis a Palermo. Gli storici non conoscono il nome dei committenti del dipinto.

L’artista e la società. La storia dell’opera Vergine annunciata di Antonello da Messina

Antonello da Messina dipinse l’Annunciata intorno al 1475. Le prime notizie che ci riportano al dipinto, sono del 1899, quando Gioacchino Di Marzo, direttore della Biblioteca comunale di Palermo, lo individuò presso l’abitazione del sacerdote Vincenzo Di Giovanni. Nel 1903, il bibliotecario dedicò una pubblicazione al dipinto e avanzò l’ipotesi di trasferire l’Annunciata al Museo Nazionale di Palermo. Infine, nel 1907, gli eredi del sacerdote, decisero di donare l’opera al Museo Nazionale diretto al tempo da Antonio Salinas.

Enrico Brunelli nel 1906 attribuì l’opera a Antonello da Messina basandosi su un’osservazione formale. Non esistono infatti documenti che attestino la sua paternità. Inoltre ad oggi non sono state condotte analisi approfondite sul legno del telaio e sui pigmenti confrontandoli con altre opere dell’artista.

Vittorio Sgarbi commenta la Vergine Annunciata di Antonello da Messina

Vittorio Sgarbi in un video, descrive e commenta il dipinto Vergine Annunciata di Antonello da Messina. Se hai la pazienza di attendere i 3 minuti di introduzione potrai ascoltare una accattivante lettura del dipinto. Sgarbi riprende la notizia della liberazione di Silvia Romano, una ragazza italiana, ostaggio in medio oriente. Il critico mette a confronto il mondo della Cristianità con quello dell’Islam. Nella figura della Vergine di Antonello da Messina Sgarbi vede il ritratto di una ragazza siciliana nel quale convivono elementi arabi e occidentali. Il velo è un elemento condiviso, lo stesso velo che ha indissato Silvia Romano dopo la sua conversione al mondo musulmano.

Sgarbi sottolinea l’unicità della scena mettendo il dipinto a confronto con altri grandi autori di Annunciazioni.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Stile del dipinto Vergine annunciata di Antonello da Messina

Antonio di Giovanni de Antonio, soprannominato Antonello da Messina, nacque a Messina, nel 1429 o nel 1430  e morì nella stessa città nel febbraio 1479. È considerato il più importante artista figurativo siciliano della sua epoca. Seppe coniugare la monumentalità e il classico razionalismo della forma dello stile italiano con l’attenzione al dettaglio della pittura fiamminga. Antonello realizzò il dipinto che ritrae la Vergine Annunciata utilizzando una attenta resa prospettica che si evidenzia nella mano in scorcio.

Il dipinto di Antonello da Messina presenta caratteristiche stilistiche tipiche delle opere fiamminghe. Maria è raffigurata di tre quarti, lo sfondo è scuro, la figura isolata e l’atmosfera sospesa sono elementi tipici del lavoro di un pittore nordico, Petrus Christus.

La tecnica della Vergine Annunciata

L’Annunciata dipinta da Antonello da Messina è un olio in velatura su tavola di 45 centimetri di altezza e 34,5 cm di larghezza.

Antonello da Messina realizzò il dipinto legando i pigmenti in polvere con una sostanza grassa. Si può parlare già di colori ad olio la cui invenzione, tradizionalmente, si deve ai pittori fiamminghi del nord Europa. Questa tecnica, diversamente dalla pittura a tempera, permette di ottenere un chiaroscuro molto sfumato e un graduale passaggio di toni. Inoltre grazie alla possibilità di stendere i colori con sottili velature trasparenti l’artista può definire le figure nel dettaglio. Così Antonello da Messina riuscì a donare alla Vergine un incarnato morbido e realistico come la consistenza dei tessuti.

La Vergine raffigurata nell’opera di Antonello da Messina presenta forme con volumi ben sviluppati. La figura assume così un’apparenza diversa da quelle fiamminghe che presentano un carattere più epidermico e particolareggiato. Maria assume inoltre un aspetto classico ed equilibrato contrapposto al maggior realismo fisionomico e alla caratterizzazione psicologica dei personaggi fiamminghi.

Il colore e l’illuminazione

Il colore scuro e compatto dello sfondo dirige lo sguardo dell’osservatore verso il volto della Vergine annunciata. Invece, il manto, reso con un intenso blu scuro, ritaglia l’ovale del viso e lo evidenzia anche grazie al contrasto timbrico e di luminosità. Infatti, l’incarnato è decisamente più chiaro, d’intonazione calda e leggermente chiaroscurato verso i bordi del manto.

In basso, poi, si ripete questa dialettica tra complementari, arancio chiaro dell’incarnato e blu del manto. Il contrasto timbrico e luminoso accentuano questo effetto e creano una netta separazione tra le due zone del dipinto. Le mani e il leggio presentano più ombre che determinano la forte impressione di volume. L’illuminazione che proviene da sinistra, in alto, crea un clima intimo e riservato. Inoltre, luce radente colpisce Maria, illumina il suo viso e ne rivela le forme.

Lo spazio

La Vergine è immersa in uno spazio indefinito. Il leggio però grazie alle fughe prospettiche suggerisce una dimensione geometrica e la profondità dello spazio che si interpone tra l’osservatore e la Madonna.

La composizione e l’inquadratura

Il viso della Vergine è di forma ovale e rientra in una figura geometrica ideale. Inoltre, la piega del manto che copre il capo di Maria crea un asse che la congiunge al leggio dipinto in basso. La posizione del corpo è leggermente ruotata verso destra e tale scostamento è sufficiente per rendere meno statica la figura. Il profilo del velo, tirato in basso, ritaglia il volto della Vergine che viene messo maggiormente in evidenza rispetto al resto del dipinto. A questo fine, contribuiscono anche i colori caldi dell’incarnato che contrastano nettamente con il blu più scuro e grigio del velo.

Lo sguardo dell’osservatore è, poi, attratto in basso, nella zona nella quale si affollano più dettagli. Infatti, lo sfondo libero da figure e il manto di Maria dirigono l’attenzione verso la mano alzata e il piano con il leggio. Diversi accorgimenti, compositivi e pittorici, contribuiscono a mettere in evidenza questa parte dell’opera. Intanto, il forte contrasto che si genera tra le zone in luce, rivolte verso l’alto, e le parti in ombra, sottolineate con uno scuro profondo. Poi, la presenza degli archetti decorativi che produce un motivo ritmico che anima il bordo del leggio.

La composizione della Vergine Annunciata suggerisce la presenza dell’angelo

Le pagine del libro di preghiere, seppure poco illuminate, sono sollevate. Questo particolare sembra suggerire un improvviso evento che ha spinto Maria a interrompere la lettura. Inoltre, la pagina rimasta sospesa sembra ondeggiare come spinta da un movemento dell’aria. Questo, apparentemente, insignificante particolare indica forse l’improvvisa apparizione dell’Arcangelo. A rafforzare questa impressione è anche l’obliquità del piano che genera un senso fisico di rotazione. Questo scostamento, se messo in relazione con l’orizzontalità del bordo inferiore della tela, rompe l’ortogonalità della composizione. Simbolicamente, pare, quindi, suggerire l’evento divino che ha portato scompiglio nell’ordinata e tranquilla intimità della Vergine.

Le mani sollevate e portate al petto creano un particolare effetto compositivo. Infatti, la loro posizione ravvicinata, mette in evidenza la disposizione delle dita che creano un senso di movimento ottico. Inoltre, la modellazione fortemente volumetrica delle falangi e il forte chiaroscuro attirano l’interesse dell’osservatore al pari degli arredi collocati più un basso.

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Descrizione per immagini del dipinto Vergine annunciata di Antonello da Messina

Il fondo del dipinto è di un nero profondo. Mette, così, in evidenza il ritratto della Madonna che si ritaglia in modo netto.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, particolare

La figura della Vergine è ben modellata e assume un aspetto quasi monumentale.

Il senso della monumentalità è sottolineato dal punto di vista che è leggermente ribassato. Il nostro sguardo, infatti, si trova all’altezza del leggio.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, particolare

La Vergine fu dipinta da Antonello da Messina tra il suo soggiorno a Venezia e il ritorno nella sua città.

Il piano che sostiene il leggio è in basso, quasi al limite inferiore del dipinto.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, particolare

Il leggio, dalla particolare forma, è posto in diagonale. Crea, così, un senso di profondità.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, particolare

Lo spazio posto tra l’osservatore e la Vergine è misurato dalla mano che avanza verso l’osservatore. Antonello da Messina utilizzò uno scorcio prospettico non semplice da realizzare.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, particolare

La mano che si protende in avanti e lo sguardo stupito ma serio dimostra che si trova alla presenza dell’angelo che annuncia la sua maternità. Infatti la figura dell’angelo è assente ma si intuisce sia al cospetto della Vergine.

La luce

La luce proviene da sinistra. Arriva, quindi, dalla posizione nella quale si trova l’angelo.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, particolare

Antonello da Messina realizzò un ritratto psicologico della Vergine, molto intenso e intimo. Anche la posizione delle mani esprime lo stato d’animo di Maria.

Composizione

La composizione è centrale e piramidale. La struttura triangolare è, infatti, determinata dal manto blu della Madonna. Invece la base è coincidente con il piano d’appoggio.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, particolare

Il volto è di un ovale ideale, simbolo della purezza della Vergine. Il modellato è morbido e caratterizzato dal riflesso di luce nell’ombra a destra che rende il volume più tondo e liscio.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, particolare

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Bibliografia

  • F. Sricchia Santoro. Antonello e l’Europa, Milano, 1986.
  • Gioacchino Barbera, Antonello da Messina, Milano, Editore Electa-Banco Ambrosiano Veneto, 1997, ISBN 88-8016-202-0.
  • Mauro Lucco, Antonello da Messina, l’opera completa, Milano, Editore Silvana, 2006, ISBN 88-366-0633-4
  • Marco Bussagli, Antonello da Messina, 2016, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, EAN:9788809991675
  • Antonello da Messina, 2019, Skira, Arte antica. Cataloghi, ISBN: 885723927
  • Antonello da Messina. Ediz. illustrata, 21 marzo 2019, Collana: Skira Masters, EAN: 9788857239286

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 28 novembre 2024.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Antonello da Messina intitolate:

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