Innalzamento della Croce di Pieter Paul Rubens

Nell’Innalzamento della croce di Pieter Paul Rubens sono evidenti le influenze di Michelangelo sui corpi illuminati da una luce scultorea.

Pieter Paul Rubens, Innalzamento della Croce, 1610 – 1611, olio su tela, 462 x 341 cm. Anversa, Cattedrale di Nostra Signora

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Indice

Descrizione dell’Innalzamento della Croce di Pieter Paul Rubens

Il dipinto di Rubens intitolato Innalzamento della croce era parte di un trittico ospitato presso la Chiesa di Santa Valpurga ad Anversa. Cristo, appena crocifisso sul legno della Croce, viene issato in posizione verticale. Il corpo è tradizionalmente nudo e coperto intorno ai fianchi da un panno annodato. Le sue braccia non sono distese lungo il braccio corto della croce ma poste in alto a formare una V. Infatti, i palmi delle mani sono inchiodati quasi in prossimità del centro dell’asse minore. Questa posizione non permette, così, la completa distensione degli arti.

Il busto segue una rotazione verso sinistra mentre il volto torna a destra verso l’alto. Il suo sguardo cerca Dio Padre, in alto, e la sua espressione è estremamente sofferente ma, nello stesso tempo, estatica. Sopra la croce è posta una pergamena con una scritta che la copre interamente. Due uomini trattengono la croce dall’alto mentre altri tre, dal basso, sostengono il legno, due a sinistra e uno a destra. In basso, poi, altri due cercano di mantenere la croce in posizione. Infine un altro esecutore la tira con una fune dalla sommità, verso destra.

Quattro di loro sono ignudi, coperti da mantelli annodati in basso. Tre, invece, sono anziani abbigliati con ampie vesti mentre a sinistra collabora un soldato in armatura. In prossimità dell’angolo sinistro si trova un cane che partecipa abbaiando all’azione. La scena si svolge al di sopra si una base rocciosa e contro una rupe coperta di vegetazione. Si scorge uno spiraglio di cielo velato da nubi, a destra.

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L’artista e la società. La storia dell’opera

Pieter Paul Rubens nacque a Siegen nel 1577 e morì ad Anversa nel 1640. Nel 1589 la sua famiglia si trasferì ad Anversa dove seguì studi umanistici. Si convertì al cattolicesimo e approfondì la sua conoscenza di latino e letteratura classica. Tobias Verhaecht fu il primo maestro di Rubens, dall’età di quattordici anni. Lavorò, quindi con Otto van Veen e Jan Bruegel il Vecchio. L’artista, nel maggio del 1600, a 23 anni partì per l’Italia dove rimase per otto anni. Rubens si stabilì a Venezia dove studiò le opere di Tiziano, Paolo Veronese e il Tintoretto. Trovò, quindi, ingaggio come pittore di corte presso il duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga.

Alla sua corte, l’artista ebbe modo di portare avanti ulteriormente la sua formazione copiando le opere della collezione ducale. Per conto del duca si recò a Roma per copiare alcuni dipinti che contribuirono ad ampliare ulteriormente le sue conoscenze. I suoi modelli furono Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, i Carracci, Barocci e le opere classiche. Nel 1603 fu in Spagna. Dal 1609 Rubens fu nuovamente ad Anversa e fu protagonista assoluto della pittura di corte della sua epoca.

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Lo stile dell’Innalzamento della Croce di Pieter Paul Rubens

A partire dal suo ritorno ad Anversa, intorno al 1610, Rubens fece tesoro della sua formazione italiana. I personaggi del dipinto intitolato Innalzamento della croce possiedono un potente modellato michelangiolesco. Gli esecutori che faticano per sollevare la croce, infatti, offrono la possibilità di costruire interessanti modellati. I loro corpi sono posizionati con diverse angolazioni ed è evidente lo studio compiuto da Rubens per rendere al meglio le potenti masse muscolari al lavoro.

Anche la figura di Cristo è forte e muscolosa con i fasci in tensione e il corpo avvitato in una elegante torsione scultorea. Nonostante la luce investa chiaramente tutti i personaggi si coglie anche un influsso dell’opera di Caravaggio nel chiaroscuro drammatico. Inoltre, le figure si dispongono a formare un gruppo scultore e mosso che rende la scena particolarmente dinamica.

Il colore e l’illuminazione

I panneggi, colorati con toni primari, spiccano per la loro saturazione. Il mantello dell’uomo in alto a sinistra è giallo, l’abito dell’uomo con il turbante è rosso mentre il mantello dell’ignudo in basso è blu. Gli incarnati, tranne quello di Cristo, sono di un tono bruno-dorato che fa risaltare in modo scultoreo le masse muscolari in azione. La base rocciosa, la rupe e la natura possiedono, invece, colori più terrosi e tendenti al grigio.

Tutto il gruppo, compresa la rupe, tende verso tonalità calde mentre il cielo, a destra, e la natura, in alto, sono, invece, virati, verso il grigio blu e il verde. La luce colpisce gli arti in movimento e mette in forte risalto le muscolature e i panneggi. Si formano, infatti, forti contrasti che, soprattutto al centro in basso, creano zone nelle quali l’alternarsi di luce e ombra fonde ambiente e figure. Tutta la parte sinistra del gruppo, infatti, richiede uno sguardo attento per decifrare e separare le parti rocciose dalle figure. Cristo, invece è evidente e spicca grazie alla forte luminosità che si riflette dal suo corpo.

Lo spazio

Il gruppo di esecutori al lavoro per issare la croce sembra un’unica massa ascendente. Il corpo di Cristo, infatti, pare essere sospinto verso l’alto da una massa fluida di membra in movimento. La spazialità è, quindi, tutta compresa nell’immediato primo piano nel quale agiscono i personaggi e, in alto, nel brano dipinto di foglie al vento, sulla destra.

La composizione e l’inquadratura

La composizione del dipinto di Rubens Innalzamento della Croce è estremamente dinamica. Concorre a renderla tale la disposizione a piramide, verso l’alto, del gruppo di personaggi. Inoltre, tale triangolarità risulta deformarsi verso sinistra, dilatandosi verso l’ignudo di quel lato. Questo accorgimento crea l’illusione di un ondeggiamento della massa umana che sembra instabile e continuamente in procinto di crollare a sinistra.

Esiste, poi, una direttrice molto importante, visivamente, che sale lungo la diagonale da destra a sinistra. In basso vi sono i due esecutori che trattengono la base della croce e l’uomo con la corda. Poi, la croce con Cristo e, infine il cartiglio in alto. Questa direttrice compositiva è sottolineata, anche, dalla maggiore illuminazione che colpisce i personaggi di destra.

Crocifissione di Giuseppe Maria Crespi

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Bibliografia

  • Didier Bodart, Rubens, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 1990; 1998, EAN: 9788809761315

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 16 marzo 2020.

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