Ritratto di Lucrezia Panciatichi di Agnolo Bronzino

Il Ritratto di Lucrezia Panciatichi di Agnolo Bronzino fu commissionato dal marito della nobile insieme al proprio in occasione di una nomina istituzionale.

Agnolo Bronzino, Ritratto di Lucrezia Panciatichi, 1540-1545, olio su tavola, 102 x 85 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi

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Indice

Descrizione del Ritratto di Lucrezia Panciatichi di Agnolo Bronzino

Lucrezia Panciatichi è seduta su di una sedia in legno rivolta verso sinistra. La nobile osserva invece verso il fronte del dipinto con un’espressione fredda e impassibile. Lucrezia indossa un abito elegante dal colore rosso acceso. Le maniche sono più scure, arricciate e aderenti alle braccia. Invece sulle spalle porta evidenti sbuffi. La scollatura è di forma quadrata e decorata con un ricamo dorato. La nobile porta poi una collana di perle con un medaglione e un’altra in oro. Su una di esse è possibile leggere la scritta “amor dure sans fin”. Anche intorno alla vita molto stretta si nota una cintura con pietre dure.

I capelli poi sono raccolti con un’acconciatura sobria e una treccia che incornicia la testa. La Panciatichi posa la mano destra su di un piccolo libro aperto mentre quella sinistra è poggiata elegantemente sul bracciolo della sedia in legno. Un piccolo anello stringe il dito anulare. Infine lo sfondo pare rappresentare una edicola ricavata nel muro e affiancata da due colonnine che sostengono un arco.

Interpretazioni e simbologia del Ritratto di Lucrezia Panciatichi di Agnolo Bronzino

Lucrezia Panciatichi era la moglie di Bartolomeo Panciatichi un diplomatico fiorentino con l’incarico di cameriere di Cosimo I. Il celebre artista scrittore Giorgio Vasari nel suo libro le Vite ammirò molto i due ritratti dei coniugi Panciatichi. Il biografo lodò infatti la verosimiglianza dei ritratti e il carattere psicologico che ne emerge.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il Ritratto di Lucrezia Panciatichi fu commissionato dal marito. L’uomo era un importante esponente della corte fiorentina di Cosimo I de’ Medici. Probabilmente Bartolomeo Panciatichi commissionò il dipinto insieme al suo ritratto in occasione della sua nomina all’Accademia Fiorentina nel 1541. L’opera si trova ora presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.

L’artista e la società. La storia del Ritratto di Lucrezia Panciatichi di Agnolo Bronzino

Agnolo Bronzino realizzò il ritratto della nobile fiorentina Lucrezia Panciatichi intorno al 1541. L’artista a quella data aveva circa 40 anni ed era un ritrattista affermato alla corte del Duca di Firenze Cosimo I de’ Medici. In seguito Cosimo I assumerà la carica di Granduca di Toscana fino al 1574, anno della sua morte.

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Lo stile del Ritratto di Lucrezia Panciatichi di Agnolo Bronzino

Agnolo Bronzino fu un importante artista che lavorò quasi esclusivamente nella Firenze di Cosimo I de’ Medici. Fu allievo del Pontormo dal quale apprese uno stile pittorico che non abbandonò mai. L’artista fu molto apprezzato per la sua tecnica impeccabile e la sua raffinata abilità nel creare ritratti di nobili fiorentini. Nel Ritratto di Lucrezia Panciatichi si apprezzano le caratteristiche principali del suo stile. Il Bronzino dipingeva infatti figure estremamente raffinate ma distaccate e algide. Dai loro volti non emerge alcuna emozione. Inoltre fu abile a dipingere incarnati che paiono modellati nell’avorio. Quindi i colori sono spesso freddi e metallici.

La tecnica

Il Ritratto di Lucrezia Panciatichi di Agnolo Bronzino è realizzato con tecnica ad olio su una tavola in legno di 104 x 84 cm.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto presenta una dominante esclusivamente calda. Infatti l’abito rosso e le maniche porpora dominano con il loro tono acceso tutta l’immagine. L’incarnato è caldo e assume una tonalità ocra-arancione. Lo sfondo invece è molto scuro. L’illuminazione è concentrata esclusivamente sulla figura di Lucrezia e mette in evidenza le mani, il volto e la confezione del tessuto. Il chiaroscuro è evidente soprattutto sul viso dove crea un’ombra ricca di sfumature nella parte destra.

Lo spazio

La nobile fiorentina è ritratta all’interno di uno spazio chiuso di fronte ad una nicchia appena percepibile. Infatti la parete è incorniciata dalle colonnine illuminate debolmente sullo sfondo.

La composizione e l’inquadratura

La struttura compositiva del ritratto è centrale. Infatti il volto simmetrico della nobile è posizionato sulla verticale che divide il dipinto in due metà. Nonostante questo la figura è rivolta a sinistra e quindi rende dinamica la composizione. Sullo sfondo la simmetria è rigorosa e viene prodotta dalla nicchia centrale con le colonnine laterali. Invece le braccia sono posizionate su linee oblique che salgono verso destra. Anche le spalle della nobile presentano un andamento obliquo e formano verso il basso una figura compositiva triangolare.

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Bibliografia

  • Antonio Paolucci, Bronzino. Ediz. illustrata, 2002, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809026421
  • C. Falciani, A. Natali, Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici. Catalogo della mostra (Firenze, 24 settembre 2010-23 gennaio 2011), 2010, EAN: 9788874611539
  • Antonio Geremicca, Agnolo Bronzino. «La dotta penna al pennel dotto pari», Universitalia, Collana: Horti Hesperidum. Monografie, 2013, EAN:9788865073407, ISBN:8865073403
  • Agnolo Bronzino: The Muse of Florence, New Academia Publishing, LLC, 2014 EAN:9780991504770, ISBN:0991504771

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 24 settembre 2019.

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