Il Realismo isterico è un concetto elaborato in ambito letterario che descrive efficacemente il lavoro di Lizzie Fitch e Ryan Trecartin.
Pagina aggiornata il: 19 novembre 2024. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.
Immagine: Lizzie Fitch e Ryan Trecartin, Permission Streak. Courtesy Ryan Trecartin
La definizione di realismo isterico, anche detto recherché postmodernism o postmodernismo ricercato è stata elaborata dal critico James Wood. Le caratteristiche principali di questo genere letterario sono la presenza di personaggi maniacali, la continua digressione rispetto all’argomento principale e la non linearità del tempo narrativo. I romanzi che appartengono a questo genere di narrativa perseguono un senso esasperato di vitalità che emerge da una prosa allucinatamente descrittiva e maniacale. Infatti, la realtà quotidiana viene rappresentata con un taglio iperrealistico, a volte giornalistico, spesso stravagante. I rappresentanti più noti del Realismo isterico sono gli scrittori David Foster Wallace e Don DeLillo.
Il Realismo isterico nell’arte contemporanea
In campo artistico, la critica ha applicato il concetto di Realismo isterico alle installazioni multimediali di Lizzie Fitch e Ryan Trecartin che collaborano dal 2000. I due artisti utilizzano installazioni e video psichedelici che ricostruiscono la realtà mediatica di reality show, social media, slogan pubblicitari e dialoghi da sit-com in un continuum confuso e delirante come la realtà della rete internet. Così la realtà che emerge dai film dei due artisti è post-genere, post-razziale e multi-identità. Infine, le installazioni, fisicamente, costringono gli spettatori in ambienti ristretti che amplificano il senso di inquietudine provocato dai film.
Lizzie Fitch e Ryan Trecartin utilizzano esclusivamente strumenti multimedialiche mettono in dialogo film, sculture e installazioni interattive. Con questi media i due artisti analizzano la cultura digitale, la psiche contemporanea e le dinamiche sociali, le frammentano e le ricompongono nei loro lavori. Le loro installazioni rappresentano, con tono critico e ironico, la cultura contemporanea, il consumismo e l’influenza dei media digitali sulla percezione e sull’identità del singolo. Inoltre, i due artisti compiono una commistione di linguaggi e scardinano le convenzioni narrative smembrando la linearità del tempo.
Ryan Trecartin. Stills from Waives Back (Whether Line)
Dal 2016 con “Whether Line”, i due artisti si sono interessati a temi rilevanti socialmente come l’influenza che il territorio e l’ambiente fisico hanno sulle identità individuali e sulle relazioni sociali. L’installazione di Lizzie Fitch e Ryan Trecartin si configura come uno spazio immersivo, uno sculptural theater, che è un vero spazio abitabile. Lo spazio immersivo che sfida le norme dello spazio architettonico tradizionale è composto da una struttura in legno e una serra buia. Al suo interno, lo spettatore viene coinvolto in una realtà che supera la nozione di confine.
Ryan Trecartin. IT WAIVES BACK, 2019-2024
“IT WAIVES BACK”, degli anni Venti del Duemila, riprende centinaia di ore di filmati girati durante il progetto precedente. In questo nuovo lavoro i due artisti riflettono sul concetto di “version-hood“, ovvero la coesistenza di molteplici verità nello stesso momento. Questo è il concetto cardine che guida l’intera opera di Lizzie Fitch e Ryan Trecartin. Nei video-film dei due autori i protagonisti vivono simultaneamente diversi stati esistenziali, fisicamente e simbolicamente. Il mondo fisico si confonde con quello digitale, quello dei videogames producendo dislocazioni di tempo e memoria. Questa rappresentazione diventa uno strumento utile a meditare sulle dinamiche sociali, sull’impatto delle strutture di potere sull’identità del singolo.
Frammentazione della narrazione caos comunicativo nel Realismo isterico
L’esperienza dello spazio installativo va oltre le duplicità di dentro e fuori, realtà fisica e realtà virtuale, tempo libero e lavoro. All’interno dello sculptural theater, due o più schermi, proiettano i film che propongono molteplici punti di vista e creano quindi, anche acusticamente, il clima di Realismo isterico. Questi stimoli, insieme alla frammentazione del tempo narrativo, creano una sensazione di disorientamento spaziale che produce lo smarrimento dello spettatore. Trecartin e Fitch suscitano, così, nel fruitore delle loro installazioni un senso di inquietudine esistenziale frutto delle loro ricerche che rivelano nuove dimensioni interiori.
Importanti musei nel mondo, dal 2000, ospitano le installazioni, spesso interattive che li hanno portati alla fama internazionale. Gli allestimenti di Trecartin offrono un maggiore coinvolgimento dell’osservatore che diventa parte dell’operazione.
Le fonti di ispirazione di Ryan Trecartin
Alcuni critici hanno rintracciato nelle opere dei due artisti influenze di autori come John Waters , Andy Warhol e Jack Smith. In particolare, Trecartin ha indicato come fonti di ispirazione The Disney Channel e Dirty Dancing. Inoltre ha dichiarando:
“L’arte contemporanea o gli artisti da soli non sono mai stati un catalizzatore principale per me per voler fare arte. Sono stato più ispirato da come viene utilizzato il linguaggio, nella cultura in generale, sia in conversazioni informali che in varie forme di media, o dalla musica, dalla TV, dalla danza e dai film… Non penso mai di districare i momenti dalla mia esperienza cumulativa della cultura che potrebbero avermi influenzato di più… significa di più nella sua interezza mista di una serie di esperienze o autori chiave”.
(“Contemporary art or artists alone have never been a main catalyst for me to want to make art. I’ve been more inspired by how language is used—in culture generally, whether in casual conversation or various forms of media—or by music, TV, dance, and movies…I never think about disentangling moments from my cumulative experience of culture that may have influenced me the most… it means more in its blended entirety than it does a series of key experiences or authors.”)
Rispetto a Ryan Trecartin il mercante d’arte e curatore Jeffrey Deitch ha dichiarato: “La sua arte non riguarda l’autodefinizione formale, ma l’abbraccio delle connessioni tra diversi media e tra arte progressista e cultura popolare”…“ha portato un nuovo livello di complessità alla questione di quando la vita diventa arte e l’arte diventa vita… È uno dei primi artisti il cui lavoro sembra e si percepisce come la vita oggi”
Lizzie Fitch e Ryan Trecartin sul sito della Fondazione Prada
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