Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler di Pablo Picasso

Il Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler fu dipinto da Pablo Picasso in seguito a circa trenta sedute di posa. Questo fatto testimonia l’impegno dell’artista nell’elaborare il suo linguaggio spaziale definito Cubismo analitico.

Pablo Picasso, Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler, autunno del 1910, olio su tela, 100,4 x 72,4 cm. Chicago, Art Institute

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Indice

Descrizione del Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler di Pablo Picasso

Nel dipinto compare l’immagine in chiave cubista-analitica del gallerista di Picasso e Braque. Nel Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler la figura del protagonista è descritta come frammentata e le superfici assumono un aspetto trasparente. Daniel-Henry Kahnweiler compare frontale, con lo sguardo rivolto verso l’osservatore. Si distinguono alcuni caratteri della sua fisionomia e, in basso, le mani strette. Il busto del gallerista è occupato da una zona frantumata di colore scuro che deriva, probabilmente, dalla scomposizione della giacca. Lo sfondo, come tipico nei dipinti analitici, è composto da schegge di chiaroscuro che suggeriscono la frammentazione dello spazio.

Interpretazioni e simbologia del Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler di Pablo Picasso

Nel dipinto è raffigurato Daniel-Henry Kahnweiler (1884–1979) che fu un mercante d’arte, scrittore ed editore tedesco. Nel 1907 Kahnweiler aprì una galleria a Parigi e nel 1908 accolse i lavori di Picasso e divenne suo agente. Inoltre presentò al maestro cubista Georges Braque e diede il via ad un sodalizio artistico molto importante. Kahnweiler fu un artefice dell’arte moderna sostenendo gli artisti con il suo lavoro di gallerista. Acquistò molti dei suoi dipinti negli anni tra il 1908 e il 1915. Scrisse poi un testo intitolato “The Rise of Cubism” che rappresentò un fondamentale quadro teorico del Cubismo.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

L’intento principale di Picasso non fu quello di ricreare una immagine somigliante del gallerista. Piuttosto il Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler fu una occasione per frammentare le forme osservate e ricombinarle sulla tela.

Il Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler fu donato al Chicago Art Institute da Mrs. Gilbert W. Chapman in memoria di Charles B. Goodspeed nel 1948.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Secondo i racconti dell’epoca Kahnweiler posò per trenta volte per il suo ritratto in stile cubista-analitico.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler di Pablo Picasso

Il Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler di Pablo Picasso è un’opera dipinta dal maestro durante il periodo del cubismo analitico dal 1909 al 1912. Furono le ricerche condotte da Paul Cézanne ad influenzare Picasso e Braque. Il maestro postimpressionista infatti scompose lo spazio attraverso una semplificazione geometrica definita analitico-induttiva. I due artisti cubisti si concentrarono poi sulla componente spaziale lasciando da parte la ricerca cromatica di Cézanne. I loro dipinti analitici sono infatti monocromatici, risolti con toni in ocra e grigio. Nel Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler, Picasso tentò una sintesi volumetrica all’interno della superficie bidimensionale della tela. Il termine analitico indica l’intenzione di affrontare la soluzione in termini scientifici al problema concettuale di rappresentare la quarta dimensione.

Il colore e l’illuminazione

Picasso nel Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler, al fine di sottolineare le forme e le loro molteplici rappresentazioni prospettiche utilizzò una sorta di monocromo in ocra e nero. In questo modo inoltre la componente emotiva viene azzerata e vengono descritti in termini razionali i volumi osservati da più punti di vista. Una ulteriore fonte di ispirazione, oltre a Cézanne, furono le teorie utilizzate da Seurat sui contrasti di tono e colore. Il rifiuto del colore oltre ad essere una scelta obbligata per enfatizzare il linguaggio formale rappresentò anche una presa di distanza verso il colore impressionista.

Lo spazio

Picasso e Braque nel loro intento di introdurre la dimensione temporale, secondo gli storici partirono dalle ricerche di Paul Cézanne. Nel Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler lo spazio non è più quello che sperimentiamo nella realtà quotidiana. Per questo motivo i dipinti del periodo analitico creano uno spiazzamento allo sguardo dell’osservatore. Picasso realizzò una superficie scheggiata al fine di rappresentare i diversi punti di vista che si ottengono osservando il soggetto da più angolazioni.

Ogni scheggia rappresentata nel dipinto intende mostrare una diversa angolazione. In questo modo Picasso cercò di registrare sulle due dimensioni il movimento dell’osservatore intorno al soggetto.

La composizione e l’inquadratura

Il Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler è ormai una immagine al limite dell’astrazione e poco riconoscibile. Picasso, comunque, utilizzò alcuni stratagemmi compositivi per guidare l’occhio dell’osservatore nella comprensione della figura. In prossimità del volto si nota un’onda della capigliatura. Poi il nodo della cravatta per sottolineare lo stacco tra il viso e il busto. Inoltre Picasso dipinse anche il dettaglio dell’orologio. Infine compose il Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler in  una posa tradizionale per concedere un appiglio abituale allo sguardo dell’osservatore.

Il formato del dipinto è verticale e incornicia centralmente il Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler. La struttura compositiva è ancorata alla verticale e la maggior parte della superficie è occupata dall’immagine del gallerista. I piani sono azzerati dalla scomposizione spaziale che rende inutile una descrizione tridimensionale dello spazio. Esiste un certo equilibrio tra le masse cromatiche che si riflettono simmetricamente sulla verticale. I centri  di attrazione visiva sono rappresentati dalle parti del corpo più riconoscibili con i capelli, il viso, e le mani.

L’incrocio delle diagonali dell’opera si trova in corrispondenza della cravatta di Daniel-Henry Kahnweiler. Questa disposizione crea una forte stabilità all’immagine. Infine il busto del personaggio è racchiuso all’interno di uno spazio ovale delimitato dalle maniche della giacca.

Approfondimenti

Il Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler raffigura il gallerista di Picasso e Braque. La sua galleria era lo spazio espositivo privilegiato delle opere dei due artisti. Infatti Picasso e Braque in un primo tempo rifiutarono di partecipare alle esposizioni ufficiali. Diversamente dagli altri non vollero mostrare le loro opere presso il Salon des Indépendants o al più ufficiale Salon d’Automne. Fu solo in seguito che Jean Metzinger e Albert Gleizes, dal 1911, parteciparono a questi momenti di ufficialità. I due artisti influenzati da Picasso e Braque scrissero nel 1912 anche un testo nel quale teorizzavano la nascita del cubismo, intitolato Du Cubisme.

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Bibliografia

  • Gertrude Stein, Picasso, Adelphi, Collana: Piccola biblioteca Adelphi Edizione: 10 Anno edizione,1973, EAN: 9788845901614
  • Bruno Mantura, Picasso. Da Guernica a Massacro in Corea. Ediz. illustrata, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art Anno, edizione: 2000, EAN: 9788809762831
  • Giorgio Cortenova, Pablo Picasso. La vita e l’opera, Mondadori Electa, Collana: Illustrati. Arte, 2001, EAN: 9788804494287
  • Pablo Picasso, Abscondita, Collana: Mnemosyne, 2015, EAN: 9788884164209
  • Françoise Gilot, Carlton Lake, La mia vita con Picasso, Donzelli, Collana: Mele Anno, 2016, EAN: 9788868434328
  • Maurizia Tazartes, Francesca Toso, Picasso. Ediz. a colori, Skira, Collana: Skira Masters, 2017, EAN: 9788857234878
  • Olivier Widmaier-Picasso, Picasso. Ritratto intimo. Ediz. a colori, Jaca Book, 2018, EAN: 9788816605671

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 29 febbraio 2020.

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