Orazione nell’orto di Andrea Mantegna

Orazione nell’orto di Andrea Mantegna rappresenta un momento drammatico della passione di Cristo nel quale Gesù è consapevole del suo imminente arresto.

Andrea Mantegna, Orazione nell’orto, 1455, tempera su tavola, 63 x 80 cm. Londra, National Gallery

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Indice

Descrizione dell’opera Orazione nell’orto di Andrea Mantegna

Gesù è nell’orto del Getsemani intento a pregare. Si trova al centro del dipinto, inginocchiato al di sopra di uno sperone roccioso. È rivolto a sinistra e guarda verso l’alto dove si trova un gruppo di angeli nudi con piccole ali sulla schiena che mostrano gli strumenti della passione. Uno di loro porta una croce mentre un’altro sorregge la colonna dove sarà flagellato Cristo. Inoltre, altri due mostrano la lancia e la spugna intrisa d’aceto fissata ad un’asta. Intorno a lui poi si trova un paesaggio collinare privo di vegetazione. In basso, gli apostoli Pietro, Giacomo il Maggiore e Giovanni, dormono appoggiati al suolo. Infine, a destra, in lontananza, i soldati romani giungono ad arrestare Cristo, guidati da Giuda.

L’apostolo guida il gruppo con il braccio teso. In alto, si osserva la città di Gerusalemme nella quale si individuano edifici costruiti in diverse epoche. Inoltre, si riconoscono il Colosseo, un monumento equestre e una colonna scolpita con un rilievo. La città è protetta da alte mura restaurate. Sulla sommità, due alti picchi di roccia incombono sulla città. L’atmosfera è quella del crepuscolo, poco prima del tramonto. Nel paesaggio sono distribuiti alcuni animali. Sui rami secchi dell’albero a destra è fermo un avvoltoio. Sulla strada si vedono un ibis bianco e un pellicano. A sinistra e a destra, sulla strada, si notano alcuni conigli.

Interpretazioni e simbologia dell’opera Orazione nell’orto di Andrea Mantegna

Cristo prega nell’orto del Getsemani in attesa di essere arrestato dai soldati romani. Lo sperone di roccia sul quale è inginocchiato Cristo rappresenta un altare. Questa scelta iconografica identifica Cristo come una vittima sacrificale. La città di Gerusalemme è composta con edifici di Roma antica, di Venezia e di Verona. Questa città fantastica rispecchia la passione antiquaria e classica di Mantegna. Nel dipinto sono raffigurati alcuni simboli che prefigurano il sacrificio di Cristo come l’albero secco e l’avvoltoio. Secondo antiche credenze, il pellicano, nutriva i pulli con le proprie carni.

Sulla strada, inoltre, si trovano alcuni conigli usati con diverse simbologie nei dipinti religiosi. Sant’Ambrogio considerava il coniglio, il simbolo delle due nature di Cristo, umana e divina. Questo perché il coniglio muta il pelo bruno in estate e bianco in inverno. Invece, l’albero caduto a destra allude al peccato mentre un ibis bianco simboleggia la resurrezione. Le riparazioni evidenti nelle mura di Gerusalemme ricordano le diverse distruzioni della città.

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L’artista e la società. La storia dell’opera

Del dipinto intitolato Orazione dell’orto di Mantegna non si conosce la storia progettuale. Esistono altri due dipinti con i quali viene messo a confronto. Si tratta dell’Orazione nell’orto della predella della Pala di San Zeno, del 1457-1459 che si trova a Tours. L’Orazione nell’orto di Giovanni Bellini è, invece, del 1459. Sulle datazioni delle tre tavole non vi è, però, concordanza tra gli storici. La firma di Mantegna si trova sulla roccia accanto alla testa dell’apostolo Giovanni.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

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Lo stile del dipinto Orazione nell’orto di Andrea Mantegna

Orazione nell’orto di Andrea Mantegna è un dipinto religioso. Il dipinto risale, circa, al 1455, durante il soggiorno a Padova dell’artista. Nel dipinto Mantegna compie una citazione classica nel rappresentare Gerusalemme come un insieme di monumenti dell’epoca romana. Inoltre, nell’opera, come nelle altre della sua produzione, prevale il disegno. Le rupi e il paesaggio, infatti, come i personaggi, sono dettagliati. Sono realizzati con forme legnose e spigolose, che si avvicinano alla scultura. Anche la composizione attenta e calibrata contraddistingue il linguaggio pittorico di Mantegna. Infine, l’uso di forti contrasti chiaroscurali sottolinea il momento drammatico che precede l’arresto di Cristo.

La tecnica

Il dipinto di Andrea Mantegna è una tempera su tavola. L’artista si formò nella bottega dello Squarcione a Padova. Giovanissimo rimase presso il maestro sei anni e apprese le basi tecniche per dipingere. Le superfici sono accuratamente levigate e le figure descritte nei particolari. L’opera non è documentata con disegni preparatori. Comunque, Mantegna era un abile disegnatore e il disegno è alla base dei suoi dipinti.

Il colore e l’illuminazione

Orazione nell’orto di Andrea Mantegna presenta toni grigi e bruni nel paesaggio. Inoltre, prevalgono toni molto scuri come nella veste di Cristo. Invece, le vesti degli apostoli addormentati in primo piano sono colorate con toni brillanti. I contrasti di luminosità sono accentuati dalla luce del crepuscolo. Vi sono zone illuminate e altre con profonde ombre. Inoltre, Cristo indossa un abito molto scuro mentre gli apostoli vestono abiti dai colori chiari. La luce è quella del crepuscolo, quando il sole, già tramontato illumina con luce fredda il paesaggio. L’illuminazione proviene da sinistra e illumina le figure che vengono, così, ritagliate dal contesto. La luce è più viva in alto, sulle figure degli angeli e sulla punta rocciosa più elevata.

Lo spazio

La scena religiosa si svolge all’esterno, in un paesaggio roccioso e brullo. Lo spazio naturale è ordinato attraverso l’uso della prospettiva geometrica evidente nella costruzione degli edifici. Indicatori spaziali quali la sovrapposizione delle forme e la prospettiva di grandezza contribuiscono poi a suggerire la profondità del paesaggio. Il fedele è posto, idealmente, più in basso di Cristo. Infatti, la struttura rocciosa eleva la sua figura che appare, così, monumentale. Infine, dietro tale quinta ambientale si sviluppa il paesaggio con la scena dei soldati a destra e il monte sullo sfondo.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto di Mantegna è di forma rettangolare. La cornice inquadra il paesaggio in ampiezza. Cristo e gli angeli che gli mostrano gli strumenti della passione sono disposti nel quadrante in alto a sinistra. A destra, compaiono i soldati e, in alto, Gerusalemme. La metà inferiore dell’opera è riservata alle figure degli apostoli e dei soldati. La metà superiore, invece è occupata dalla città di Gerusalemme, dalle montagne e dalla figura di Cristo in primo piano.

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Bibliografia

  • Anonimo (Marcantonio Michiel), Notizia d’opere di disegno, a cura di Jacopo Morelli, Bassano, 1800
  • Alberta De Nicolò Salmazo, Mantegna, Electa, Milano, 1997
  • Tatjana Pauli, Mantegna, serie Art Book, Leonardo Arte, Milano 2001, ISBN 978-88-8310-187-8
  • Maria Bellonci, Mantegna, Skira, Milano 2003
  • Francesca Marini, Mantegna, Milano, Rizzoli, 200
  • Ettore Camesasca, Mantegna, in AA.VV., Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2007, ISBN 88-8117-099-X
  • Sergio Momesso, La collezione di Antonio Scarpa, 1752-1832, Bertoncello, Cittadella (Padova), 2007, ISBN 9788886868242

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 1 marzo 2020.

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