Madonna di Foligno di Raffaello

La Madonna di Foligno di Raffaello fu commissionata da Sigismondo de’ Comitibus di Foligno come ex voto in ringraziamento alla Vergine.

Raffaello, Madonna di Foligno, 1511-1512, tempera grassa su tavola trasportata su tela, 320 x 194 cm, Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana

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Indice

Descrizione della Madonna di Foligno di Raffaello

Maria è seduta sulle nuvole, illuminata da un’aura dorata intorno alla quale ruota un arco azzurro nel quale si trovano i serafini. Gesù Bambino poggia la sua gamba sinistra su quella della madre e si aggrappa al velo con le mani. Gesù cerca di liberarsi dalle carezze della Madonna che gli solletica l’ascella. In basso è raffigurato un paesaggio. Le abitazioni di un villaggio sono sovrastate da un arco luminoso che pare un arcobaleno e contiene una sfera infuocata.

Nella parte inferiore sono poi collocati i Santi affiancati che partecipano alla scena. San Giovanni Battista e san Francesco d’Assisi sono a sinistra. San Girolamo, a destra, indossa una veste azzurra ed è accompagnato da un leone. Il Santo indica alla Vergine Maria il committente Sigismondo, rappresentato in ginocchio e di profilo. Sigismondo porta un ampio mantello di colore porpora con la fodera di pelliccia d’ermellino. Le maniche nere rivelano poi il suo abito coperto dal mantello. Il committente ha un aspetto anziano determinato dal volto scavato. Infatti gli zigomi sono spigolosi e prominenti, gli occhi sono infossati. Anche le mani sono ossute e la loro pelle grinzosa. Un piccolo angelo dipinto al centro dell’opera guarda in alto, verso la Vergine. L’angelo sostiene tabella biansata all’antica sulla quale non si legge alcuna scritta.

Interpretazioni e simbologia della Madonna di Foligno di Raffaello

Il dipinto è un ex voto che rappresenta il ringraziamento del committente per un miracolo ottenuto. L’evento che mise in pericolo la vita di Sigismondo è rappresentato sul fondo dall’arcobaleno e dall’oggetto infuocato che incombe sull’abitazione. In seguito ad uno scoppio o un fulmine la casa del segretario apostolico di Foligno non subì alcun danno.

Alcuni storici hanno analizzato la pala considerando un affresco di Pietro Cavallini presente nella stessa basilica. Il dipinto di Cavallini raffigurava un episodio narrato nella Leggenda aurea di Jacopo da Varagine. Maria con il Bambino apparve a Roma, sul Campidoglio, all’interno di un cerchio di luce, all’imperatore Augusto, nel giorno della nascita di Gesù. In seguito alla visione l’imperatore rinunciò a proporsi come un dio alla venerazione del popolo. La pala di Raffaello sembra così in qualche modo riprendere la stessa configurazione dell’affresco di Pietro Cavallini come monumento sepolcrale.

Il viso di Sigismondo è magro ed emaciato e ricorda una maschera funeraria. La tabula ansata che l’angelo regge ricorda quella che si ritrova nella tipologia sepolcrale di epoca paleocristiana. Questo modello iconografico ispirò anche i monumenti funerari del XV secolo. Gli studiosi non hanno interpretato con certezza la tabula ansata senza iscrizione.

San Francesco d’Assisi rappresenta un riferimento ai frati Minori che reggevano la chiesa. Infatti il Santo fu il fondatore dell’ordine. San Girolamo è accompagnato dal leone che secondo la leggenda fu soccorso dal Santo. San Gerolamo inoltre indossa un abito che solitamente invece è rosso. Il mantello color porpora di Sigismondo con la fodera di pelliccia d’ermellino è molto simile alla dogalina indossata dai magistrati di Venezia e dal doge nel 1400 e nel 1500. La Vergine indossa l’abito rosso che la caratterizza iconograficamente e porta un mantello blu.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

L’opera di Raffaello è conservata presso la Pinacoteca Vaticana a Città del Vaticano. Sigismondo de’ Comitibus di Foligno commissionò a Roma il dipinto a Raffaello Sanzio. Il nobile in quegli anni era segretario apostolico (scriptor apostolicus) di Papa Giulio II. Raffaello realizzò tra il 1511 e il 1512 la Madonna che fu esposta sull’altare maggiore della chiesa dell’Aracoeli sul Campidoglio fino al 1565. Nell’abside di questa chiesa infatti si trovava la tomba di Sigismondo.

Suor Anna de’ Comitibus (Anna Conti), nipote di Sigismondo de’ Comitibus e badessa del Monastero delle Contesse della Beata Angelina dei Conti di Marsciano, riuscì ad ottenere il permesso di trasferire l’opera a Foligno. La Madonna rimase sull’altare maggiore della chiesa fino al febbraio del 1797 quando le truppe di Napoleone la requisirono per portarla al Louvre di Parigi. In seguito al Congresso di Vienna lo scultore Antonio Canova si impegnò poi a mettere in discussione il Trattato di Tolentino. Nel 1816, l’opera fu infine consegnata a Papa Pio VII ed esposta presso i Musei Vaticani con il titolo di Madonna di Foligno.

Durante la sua permanenza presso la chiesa di Foligno molti artisti e viaggiatori ammirarono la qualità della Madonna di Raffaello e molti esponenti della nobiltà europea cercarono di acquistarla.

L’artista e la società. La storia dell’opera Madonna di Foligno di Raffaello

La Madonna di Foligno risale al 1511-1512 e Raffaello la dipinse intorno ai 28-29 anni mentre lavorava alla Stanza di Eliodoro negli appartamenti Vaticani. Poco tempo dopo l’artista dipinse la celebre Madonna Sistina. L’opera rappresenta la prima pala d’altare che Raffaello dipinse a Roma. I conservatori dell’opera, giunta a Parigi, al Museo del Louvre, constatarono il suo cattivo stato di conservazione. Così Francois Toussaint Hacquin tra il 1800 e il 1801 trasportò il dipinto su tela con un intervento di restauro. Lo storico dell’arte italiano e restauratore Cesare Brandi intervenne con un restauro negli anni 1957 e 1958.

Esistono alcune copie della Pala di Raffaello. Una si trova al museo della città di Palazzo Trinci a Foligno. Quella del Museo Diocesano di Foligno è attribuita al Cavalier d’Arpino, Giuseppe Cesari. Nel Museo civico invece è custodita una copia parziale realizzata alla fine del Cinquecento. Sempre nello stesso museo si trova la versione dipinta da Enrico Bartolomei nei primi anni dell’Ottocento.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile della Madonna di Foligno di Raffaello

Il paesaggio presenta effetti che riportano al  tonalismo veneto. Alcuni storici indicano la vicinanza dell’opera al lavoro di pittori di scuola ferrarese come Dosso Dossi. Inoltre la composizione del dipinto ricorda la Pala Portuense di Ercole de’ Roberti. La figura della Vergine è simile a quella presente dell’Adorazione dei Magi di Leonardo. Quella del Bambino invece si può mettere in relazione con l’immagine del Bambino del Tondo Doni di Michelangelo. Gesù in questo dipinto di Raffaello ha l’apparenza di un bambino reale e non di una figura divina distante dalla realtà del fedele.

La tecnica

La Madonna di Foligno è un’opera originariamente dipinta con velature di tempera grassa su una tavola poi trasportata su una tela di 320 cm di altezza per 194 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

Nella metà superiore prevale il contrasto tra il blu del cielo e il giallo dorato degli archi che circondano la Vergine. In basso invece il paesaggio è reso con diverse sfumature di verde che diventa freddo e azzurrino verso il centro abitato lontano.

Lo spazio

La metà inferiore presenta un ambiente umano rappresentato dal paesaggio. La metà superiore invece ospita lo spazio divino nel quale si trova la Vergine con il Bambino e gli angeli. Sigismondo de’ Conti è dipinto in primo piano, genuflesso in preghiera. I santi Gerolamo, San Giovanni Battista e San Francesco affiancano il committente. Sullo sfondo Raffaello dipinse invece l’evento che racconta il miracolo legato a Sigismondo.

La composizione e l’inquadratura

La pala è di forma rettangolare con sviluppo verticale. L’inquadratura valorizza tutti i personaggi rappresentati ambientandoli nel paesaggio. In particolare al centro e al fondo viene sottolineato l’evento miracoloso.

Raffaello uniformò le diverse parti della pala armonizzando i colori e collegando fra loro i gesti e gli sguardi dei personaggi. I due Santi e l’angelo guidano lo sguardo del fedele verso la Madonna. Maria invece osserva in direzione del committente.

Nella Madonna di Foligno tutte componenti della struttura compositiva concorrono così a creare un ordine geometrico che diventa ordine spirituale. Le figure di Gesù Bambino e della Vergine sono raccolte all’interno di una mandorla compositiva. La struttura dell’opera è simmetrica e la figura dell’angelo si trova sulla verticale centrale. Raffaello fu un maestro dell’equilibrio compositivo. Inoltre seppe armonizzare le diverse parti di un dipinto per ottenere una composizione perfettamente equilibrata.

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Bibliografia

  • Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano 1975
  • Sylvia Ferino Pagden, M. Antonietta Zancan, Raffaello. Catalogo completo, Firenze 1989.
  • John Shearman, Studi su Raffaello, edizione italiana a cura di Barbara Agosti e Vittoria Romani, Electa, Milano 2007
  • Paolo Franzese, Raffaello, Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6437-2
  • Mario Dal Bello, Raffaello. Le madonne, Libreria Editrice Vaticana, 2012, EAN: 9788820987237
  • Antonio Forcellino, Raffaello. Una vita felice, 2 luglio 2009, Laterza, Collana: Economica Laterza, EAN: 9788842087472
  • Eugenio Gazzola, La Madonna Sistina di Raffaello. Storia e destino di un quadro, Quodlibet 2013
  • Claudio Strinati, Raffaello, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2016, EAN: 9788809994218
  • Claudio Strinati, Raffaello. Ediz. a colori, 2016, Scripta Maneant, EAN: 9788895847498

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 13 gennaio 2020.

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