La Vergine sul Poggio del Santo Sepolcro di Rosso Fiorentino

La Vergine sul Poggio del Santo Sepolcro di Rosso Fiorentino è un affresco ritrovato recentemente all’interno di un tabernacolo nei pressi di una delle abitazioni del committente.

Rosso Fiorentino, La Vergine sul Poggio del Santo Sepolcro, 1513 circa, Firenze, Marignolle, tabernacolo in via Delle Campora

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Indice

Descrizione del dipinto La Vergine sul Poggio del Santo Sepolcro di Rosso Fiorentino

La Madonna si trova in alto a sinistra, seduta e vestita con l’abito rosso tradizionale e il mantello blu. Sorregge Gesù Bambino che si trova in alto verso sinistra. In basso un uomo anziano depone il corpo di Gesù ormai defunto nel sarcofago. Accanto a lui a destra è presente un santo riconoscibile come San Girolamo.

Interpretazioni e simbologia dell’opera La Vergine sul Poggio del Santo Sepolcro

L’affresco è un riferimento iconografico al vecchio monastero di Colombaia dedicato proprio alla Vergine seduta sul poggio del Santo Sepolcro. L’uomo anziano che depone il corpo di Cristo nel sepolcro è Giuseppe D’Arimatea mentre il Santo presente accanto è San Girolamo.

Rosso Fiorentino dipinse Cristo Bambino e in basso Cristo ormai morto. Questo schema iconografico fu particolarmente innovativo e tipico delle invenzioni dei pittori manieristi. L’artista inoltre amava molto la figura del putto e proprio in questo affresco dipinse Gesù Bambino allo stesso livello della madre per metterlo in evidenza.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il tabernacolo fu affrescato probabilmente per conto di Pier Bartoli nei pressi della sua abitazione in via delle Campora nei pressi del convento intitolato a Santa Maria sul Poggio del Santo Sepolcro.

L’artista e la società. La storia dell’opera La Vergine sul Poggio del Santo Sepolcro di Rosso Fiorentino

Firenze, Marignolle, tabernacolo in via Delle Campora
Firenze, Marignolle, tabernacolo in via Delle Campora

Il tema del Cristo morto, come raffigurato nella Pietà, ricorre spesso nell’opera di Rosso Fiorentino. Infatti Vasari, raccontando della vita dell’artista, inizia la sua cronaca descrivendo un Cristo morto realizzato in età giovanile. Si tratta di un lavoro che già evidenzia la decisione di Rosso di andare contro gli insegnamenti dei maestri.

Il Cristo morto affrescato nel tabernacolo a Marignolle è tornato alla luce nel 1989 ma in condizioni critiche. Secondo gli storici che lo credevano perduto, però ciò che rimane conferma il giudizio elevato di Vasari. Il cronista infatti scrive di un grande dipinto realizzato con grande abilità e leggiadria che suscita meraviglia.

Antonio Natali riscoprì la Madonna sul Poggio del Santo Sepolcro nel 1989. Lo storico dell’arte ebbe l’idea di cercare il dipinto perduto nei pressi di una seconda proprietà del committente Pier Bartoli. Scopri così che la figura nel tabernacolo non era una Vergine Assunta o una Madonna in gloria ma Maria seduta su un rilievo roccioso. Una lettura attenta rivelò così essere un poggio posto al di sopra del sepolcro di Cristo.

Il tabernacolo si trova all’esterno di Marignolle a Sant’Ilario a Colombaia in cima alla via dove si trovava il Monastero in via delle Campora. La famiglia di Pier Bartoli infatti possedeva qui una abitazione a partire dalla metà del XV secolo e fino al 1577. Ora la casa ha preso il nome di Villa Fossi. Il tabernacolo si trova quindi a qualche decina di metri dall’abitazione mentre distava maggiore cammino dal monastero di San Sepolcro.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del dipinto La Vergine sul Poggio del Santo Sepolcro di Rosso Fiorentino

Giorgio Vasari nel suo celebre libro dedicato alle Vite degli artisti giudicò Rosso Fiorentino un grande artista. Lo scrittore pose infatti il Rosso tra gli artisti più validi della sua epoca. Inoltre Vasari lo considerava capace di eccellere in ogni ambito della pittura, nel disegno, nella composizione nella produzione di architetture e di figure. Rosso Fiorentino era anche conoscitore di filosofia di musica, di poesia e era un uomo di bell’aspetto. Il suo carattere, come ci tramandano le cronache, era però spregiudicato e bizzarro.

La Madonna dell’affresco presenta una certa volumetria e pare una figura statuaria. Questo aspetto stilistico Rosso Fiorentino lo derivò dai maestri che all’epoca erano attivi a Firenze. Il particolare stile di Rosso Fiorentino si ritrova anche nella forma adunca delle figure come la mano di Maria.

Infatti è ancora possibile vedere la mano aperta della Vergine rappresentata in un gesto molto drammatico. Secondo gli storici l’artista volle caratterizzare diversamente le due mani. Tradizionale e amorevole quella che sostiene il bambino invece quasi a forma di artiglio quella rivolta verso il Cristo morto. In questo modo quindi si manifesta anche il duplice stato d’animo della Vergine. Amorevole verso il figlio appena nato e disperata per il figlio privo di vita.

La tecnica

La Vergine sul Poggio del Santo Sepolcro è un affresco realizzato in esterno ma all’interno di un tabernacolo su strada.

Il colore e l’illuminazione

I colori sono andati perduti quasi del tutto. È però possibile ancora osservare una certa dominanza di tinte rosse e acide.

Lo spazio

Il pessimo stato di conservazione non permette di apprezzare gli elementi ambientali che circondano i personaggi. Si coglie solamente il poggio sul quale siede la Vergine. Ciò fa pensare che l’opera fosse ambientata in esterno.

La composizione e l’inquadratura

La composizione del dipinto non è banale ma risulta originale e articolata. Infatti la Madonna con in braccio Gesù Bambino è in alto seduta accanto al sepolcro. In basso vi sono altri personaggi tra i quali Giuseppe d’Arimatea che deposita la salma avvolta dal sudario nel sepolcro. A destra in equilibrio formale si trova la figura di San Girolamo. Le figure in basso probabilmente presentavano una composizione piramidale oggi impossibile da riconoscere.

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Bibliografia

  • Antonio Natali, Rosso Fiorentino. Leggiadra maniera e terribilità di cose stravaganti, Silvana Collana: Monografie di grandi artisti, 2007, EAN: 9788836606313, ISBN 88-366-0631-8 C
  • Falciani, A. Natali, Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della «maniera». Catalogo della mostra (Firenze, 8 marzo-20 luglio 2014), C. Falciani, A. Natali Editore: Mandragora, 2014, EAN: 9788874612192
  • Ludovica Sebregondi, Antonio Natali, James Bradburne, Pontormo e Rosso Fiorentino a Firenze e in Toscana, Maschietto Editore, 2014, EAN: 9788863940657
  • Antonio Natali, Carlo Falciani, Rosso Fiorentino. Ediz. illustrata, Giunti Editore Collana: Dossier d’art, 2014, EAN: 9788809995277
  • Flavio Unia, Rosso Fiorentino. L’incanto e lo spavento, Curatore: Luca Stefano Cristini, Soldiershop Collana: Bookmoon art, 2017, EAN: 9788893272902

La scheda è completa. Periodicamente troverai ulteriori approfondimenti, a presto!

La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 2 marzo 2020.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Rosso Fiorentino intitolate:

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Rosso Fiorentino, Bacco, Venere, Cupido e un satiro, sul sito dei Beni Culturali Italiani.

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