Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) di Paul Gauguin

Te tamari no atua fu realizzato da Paul Gauguin dopo il suo definitivo trasferimento a Tahiti. Nel dipinto dedicato al tema della natività sopravvive la tradizione religiosa polinesiana nella figura del Tupapaù.

Paul Gauguin, Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio), 1896, olio su tela, 96 x 128 cm. Monaco di Baviera, Neue Pinakothek

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Indice

Descrizione di Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) di Paul Gauguin

Nel dipinto intitolato Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio), Paul Gauguin rappresenta una natività. Maria dorme distesa su di un letto in primo piano. La Madonna ha l’aspetto di una donna tahitiana ed è coperta da un pareo blu stretto intorno al seno. Intorno al suo capo, contro il cuscino, si nota una aureola chiara. Il letto è ampio e massiccio in legno decorato da motivi semplici e con i montanti intagliati.

Maria è posata su un ampio lenzuolo giallo e accanto a lei, sulla sinistra è posato un idolo totemico tahitiano, il Tupapaù. L’angelo ha preso in consegna Gesù Bambino che dorme sereno. Anche intorno al suo piccolo capo è presente una aureola chiara. Dietro di loro si intravede una terza figura che rappresenta la donna infermiera che accudì la giovane partoriente. A destra sul fondo della stanza è raffigurata una piccola stalla con una mangiatoia e alcuni bovini.

Interpretazioni e simbologia di Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) di Paul Gauguin

Molte opere di Paul Gauguin hanno riferimenti religiosi. Si tratta di una religiosità semplice e popolare. Infatti il maestro postimpressionista fu alla ricerca di una spiritualità primitiva, quasi primordiale già ai tempi del primo soggiorno in Bretagna. Nelle campagne bretoni mise a punto il suo primitivismo e rappresentò le manifestazioni religiose dei contadini. Gauguin dipinse opere come Il Cristo Giallo e La visione dopo il sermone. Giunto a Papeete per la prima volta nel 1891, non trovò il paradiso incontaminato che cercava. Si spostò quindi verso zone meno civilizzate e riprese la sua ricerca. Dal 1895 si stabilì definitivamente in Polinesia e dipinse gli abitanti del luogo spesso con riferimenti alla religione.

In Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio), Gauguin rappresenta il tema della natività ma lo ambienta in un contesto culturale polinesiano. L’artista compie una sorta di sincretismo tra le due religioni. Quella del popolo tahitiano attraverso la rappresentazione del Tupapaù, il totem polinesiano e quella dei colonizzatori cristiani rappresentando la natività. Comunque non fu intenzione dell’artista trasmettere la dottrina cristiana alla popolazione locale. Gauguin infatti era profondamente contrario all’opera di conversione dei missionari che allontanava i polinesiani dalle loro tradizioni. I missionari condannavano le immagini della tradizione locale perché considerate feticci da eliminare.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) di Paul Gauguin fu parte del lascito di Hugo Tschudi destinato alla Neue Pinakothek di Monaco del 1909. L’opera fu poi acquisita dal museo nel 1912. Il collezionista fu direttore dello Staatliche Antikensammlungen di Monaco di Baviera dal 1909 al 23 novembre 1911, giorno della sua morte.

L’artista e la società. La storia dell’opera

L’opera Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) fu dipinta da Gauguin un anno dopo il suo ritorno in Polinesia. La scritta sull’opera è traducibile come “Figli di Dio” ma si tratta di un errore, Gauguin usò accidentalmente il plurale. Questa fase della sua vita fu segnata dalla malattia, dalla morte della figlia Aline e dai problemi finanziari. Sembra che il dipinto sia stato ispirato da un fatto personale. Infatti verso il finire del 1986 la ragazza tahitiana, Pahura, ebbe un figlio nato morto. La donna che tiene in braccio il piccolo infatti potrebbe essere in realtà una infermiera dall’aspetto molto simile al Tupapaù, lo spirito dei morti.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del dipinto Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) di Paul Gauguin

Le campiture di colore privo di chiaroscuro con le quali Gauguin costruisce la scena non consentono la creazione di volumi. Il contorno è forte e presente per rafforzare le forme che descrivono le figure. Inoltre ampie pennellate sovrapposte riempiono le campiture. In Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) alcuni tratti dello stile sono evoluti rispetto al periodo del primo soggiorno tahitiano. I colori sono più scuri, spenti e i contenuti più letterari e meditati.

Il colore e l’illuminazione

Nel dipinto spicca con grande decisione il giallo del lenzuolo che copre il letto della giovane tahitiana. Si può suddividere il dipinto in tre zone, la parte bassa occupata dal letto, la metà superiore di sinistra con angelo e donna e qualla di destra con la stalla. La metà riservata al letto di Maria presenta un forte contrasto di luminosità tra la figura della giovane e il lenzuolo molto chiaro. La parte alta a sinistra è tendenzialmente fredda con predominanza di blu e grigi. La parte a destra invece è più calda con predominanza di bruni. La luce non è rappresentata da illuminazione ambientale ma deriva dalla chiarezza propria dei colori usati. Nel primo piano quindi è il lenzuolo a diffondere una bagliore giallo. La stalla risulta più luminosa della parte sinistra con i tre personaggi che assume una presenza quasi ultraterrena.

Lo spazio

La prospettiva geometrica fu messa da parte da Gauguin già ai tempi delle sperimentazioni bretoni. Infatti l’artista per esprimere il suo messaggio con maggiore immediatezza fece a meno di tecniche elaborate. Comunque il letto, rappresentato con una visione assonometrica, organizza solidamente il primo piano. Il resto dello spazio è costruito mediante la sovrapposizione delle figure e la prospettiva di grandezza. Anche l’illuminazione contribuisce a suggerire la profondità attraverso un maggiore contrasto nel primo piano.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) è strutturato su tre spazi compositivi. La metà inferiore corrisponde al letto in primo piano che occupa tutta la larghezza del dipinto. La metà superiore è invece ulteriormente divisa tra la stalla a destra e lo spazio con le tre figure a sinistra. La imponente trave di sostegno separa i due ambienti superiori che sembrano così non appartenere alla stessa realtà fisica.

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