Maestà di Duccio di Buoninsegna

Duccio di Buoninsegna realizzò una monumentale pala d’altare per onorare la Madonna alla quale è dedicata la cattedrale di Siena.

Duccio di Buoninsegna, Maestà, 1308-1311, tempera su tavola, 211 x 426 cm. Siena, Museo dell’Opera del Duomo

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Indice

Descrizione della Maestà di Duccio di Buoninsegna

Al centro della facciata rivolta verso i fedeli della pala di Duccio di Buoninsegna si trova la Madonna con in braccio il Bambino. La Vergine è seduta su un trono marmoreo molto elaborato e strutturato come un edificio gotico. Sul gradino in basso è presente un’iscrizione “Santa Madre di Dio dona a Siena la Pace, conserva a Duccio la vita perché così ti ha dipinto”.

Ai lati di Maria vi sono schiere di religiosi e angeli. In primo piano vi sono i Santi Patroni di Siena che si inchinano di fronte alla Vergine. Sant’Ansano, San Savino, San Crescenzio e San Vittore, i protettori di Siena, sono inginocchiati in primo piano. Sant’Agnese e Santa Caterina d’Alessandria, anche loro protettrici, si trovano ai lati, in piedi e avvolte da ampi mantelli. In secondo piano si notano San Paolo e San Giovanni evangelista a sinistra, San Giovanni Battista e San Pietro a destra. A sinistra e a destra venti angeli formano una schiera corale. Santi e Apostoli sono in alto, di dimensioni più piccole e raffigurati a mezza figura.

Interpretazioni e simbologia della Maestà di Duccio di Buoninsegna

Le figure della Vergine e del Bambino sono decisamente più grandi di quelle di Santi e Angeli. Questa differenza non è dovuta però alla distanza dei personaggi da Maria e il Bambino. Duccio utilizzò infatti la prospettiva gerarchica. In tal modo le figure più importanti hanno dimensioni maggiori.

Il fondo in oro simboleggia la sacralità del momento. Lo stesso fondo, invece, nei riquadri posteriori, rappresenta la luce solare. La scritta posta ai piedi della Vergine segna una importante novità rispetto al ruolo dell’artista. La prima parte indica la funzione civica e il voto fatto dalla città nei confronti della Vergine. La seconda parte della scritta invece segnala il ruolo importante dell’artista che ormai assume nel contesto cittadino.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Duccio di Buoninsegna dipinse una grande pala d’altare tra il 1308 e il 1311. L’opera era probabilmente una delle più grandi dell’epoca. La pala d’altare fu commissionata per il Duomo di Siena. Il grande lavoro prese probabilmente il posto di un’icona che rappresentava la Vergine ed era un voto conseguente alla Battaglia di Montaperti. La Maestà commissionata a Duccio di Buoninsegna fu un ulteriore omaggio alla Madonna alla quale è dedicata la cattedrale. La Maestà venne installata all’interno della cattedrale il 9 giugno 1311. La processione che condusse il sacro dipinto, dalla bottega al Duomo, fu solenne. L’intera cittadinanza si fermò e i commercianti chiusero le attività. Notabili e cittadini accompagnarono l’effige della Vergine.

Fino al 1506 la Maestà si trovò nella sede destinata inizialmente. Nel 1771 le autorità la spostarono poi nella chiesa della Carceri di Sant’Ansano in località Castelvecchio di Siena. La smembrarono così in due parti, fronte e retro, per poi rimontarla su due altari. In seguito ad ulteriori partizioni furono perduti alcuni pannelli. I pannelli di dimensioni maggiori furono trasportati nuovamente al Duomo nel 1795 dove rimasero fino al 1878. Da questo anno le parti rimanenti si trovano nel Museo dell’Opera Metropolitana.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Il dipinto sostituì un’icona di Maria alla quale erano molto devoti i cittadini. L’immagine sacra era, infatti, un voto legato alla vittoria della Battaglia di Montaperti del 1260. La Maestà di Duccio di Buoninsegna rappresentò così un ulteriore tributo alla Vergine.

Duccio dipinse La Pala d’altare nota come Maestà del duomo di Siena sul retro e sul verso. L’opera è considerata dagli storici il capolavoro del maestro. Sul lato orientato verso i fedeli è dipinta la Madonna col bambino seduta su un trono marmoreo fra angeli e santi. Sul lato rivolto verso il retro dell’Altare si trova invece la narrazione della Passione e Resurrezione di Cristo in 26 riquadri.

La storia dell’opera Maestà di Duccio di Buoninsegna

Maestà di Duccio di Buoninsegna,retro, le storie della Passione di Gesù
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Lo stile del dipinto Maestà di Duccio di Buoninsegna

Il linguaggio utilizzato da Duccio di Buoninsegna per alcune parti dell’opera è ancora di natura bizantina come il fondo dorato, la disposizione fortemente simmetrica delle figure e la prospettiva gerarchica dei personaggi. Infatti La Vergine è raffigurata con dimensioni maggiori rispetto ai Santi e non per ragioni di distanza dal primo piano. La prospettiva gerarchica si trova nella scultura medievale e nelle pitture parietali egizie.

Altre parti dell’opera sono nuovamente riprodottie con linguaggio gotico come le linee di contorno delle figure eleganti e sinuose. Le forme diventano aggraziate e costruite con cura decorativa. Anche le superfici sono impreziosite di dettagli come le decorazioni raffinate delle stoffe. Il tessuto dei mantelli presenta un panneggio a linee spezzate.

All’interno dei riquadri della parte posteriore le scene sono ambientate in un contesto contemporaneo all’artista per evocare un maggior realismo. Anche qui i dettagli sono attentamente riprodotti. Sono presenti inoltre le descrizioni minuziose delle scene che raccontano gli episodi. Duccio di Buoninsegna fu infatti un attento osservatore della sua realtà.

Grazie a questa capacità di utilizzare la tradizione integrandola con nuovi linguaggi, Duccio di Buoninsegna è considerato il maestro della scuola Senese. Fu inoltre il primo artista presente sul territorio italico a introdurre il linguaggio gotico francese in pittura. Il maestro si allontanò infatti dai rigidi schemi della pittura bizantina inserendo l’eleganza e la leggerezza del gotico internazionale. Infine acquisì dal più giovane Giotto la capacità di rendere il volume attraverso il chiaroscuro.

Il colore e l’illuminazione

I colori sono brillanti e delicati, molto eleganti. Nei riquadri posteriori della pala d’altare il fondo in oro rappresenta la luce solare che proviene da sinistra. Infatti il debole chiaroscuro delle vesti è costruito con le parti chiare su quel lato.

Lo spazio

Lo spazio è frutto della sovrapposizione delle schiere dei personaggi.  Angeli e Santi sono disposti in file sovrapposte che si elevano in profondità. Infatti per dare la possibilità ai personaggi delle file posteriori di essere visibili Duccio dipinse le loro teste verso l’alto come se fossero in piedi su rialzi. Il trono marmoreo di Maria è solido e, nelle parti visibili, permette di creare una dimensione spaziale leggibile.

La composizione e l’inquadratura

Il retro della Pala d’altare intitolata Maestà del Duomo di Siena dipinta da Duccio di Buoninsegna presenta 26 riquadri. Il pannello che raffigura la Crocifissione di Cristo è più grande degli altri e si trova in posizione centrale. La Maestà è fortemente simmetrica e Maria si trova sulla verticale centrale.

Approfondimenti. Lo smembramento della Pala d’altare di Duccio di Buoninsegna

Nel 1771 La pala di Duccio di Buoninsegna trovò posto presso la chiesa delle Carceri di Sant’Ansano in località Castelvecchio di Siena. In questa sede si decise di sezionare nello spessore la pala per suddividerla tra due altari. La tavola dipinta, fronte e retro, venne così tagliata nello spessore con un intervento che causò alcuni danni. Inoltre si sezionarono alcune parti e alcuni pannelli vennero perduti. I pannelli più importanti tornarono al Duomo nel 1795 ed esposti a partire dal 1878. Le predelle e le cuspidi invece non furono più recuperate.

Frontalmente vi erano: la predella con Storie di Maria e dell’Infanzia di Cristo, e il coronamento con gli Episodi della Dormizione della Vergine. Alla figura di Maria erano alternate le figure dei profeti Isaia, Ezechiele, Salomone, Malachia, Geremia e Osea. Sono esistenti e sparse nel mondo alcune tavole quali: L’Adorazione dei Magi, La Presentazione al tempio, La Strage degli innocenti, La Disputa con i dottori del tempio, La Fuga in Egitto esposte presso il Museo dell’Opera del Duomo di Siena. L’Annunciazione, conservata a Londra, alla National Gallery. La Natività esposta a Washington, presso il National Gallery of Art.

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