Dama dal mazzolino di Andrea del Verrocchio

La Dama dal mazzolino di Andrea del Verrocchio è una scultura della quale non si conosce il nome della protagonista e secondo alcuni rivela l’intervento di Leonardo.

Andrea del Verrocchio, Dama dal mazzolino, 1475 circa, marmo, 59 x 46 x 24 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv.Sculture 115

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Indice

Descrizione del dipinto Dama dal mazzolino di Andrea del Verrocchio

La scultura raffigura il busto di una giovane donna con le mani strette sul petto. Tra le sue dita si notano inoltre dei fiori che la ragazza stringe a se. La dama ha fattezze regolari e i capelli sono raccolti sulla nuca da una acconciatura sobria. Piccole ciocche arricciate incorniciano poi il volto lateralmente. La donna infine indossa una veste sottile che aderisce al suo corpo e crea un sottile panneggio.

Interpretazioni e simbologia del dipinto Dama dal mazzolino di Andrea del Verrocchio

La scultura di Andrea Verrocchio detta Dama dal mazzolino è anche intitolata Gentildonna dalle belle mani. Gli storici però non sono in grado di indicare l’identità della donna. Quindi esistono solo ipotesi circa il suo nome. Secondo alcuni poteva essere Lucrezia Donati, amore platonico di Lorenzo de’ Medici. Secondo altri, invece si tratta di Lucrezia Tornabuoni, la madre di Lorenzo. Il nome di Lucrezia si trova, infatti, all’interno di un inventario compilato nel 1492 alla morte di Lorenzo de’ Medici. Altri, ancora, indicano l’amante di Giuliano de’ Medici, Fioretta Gorini. Attualmente, in seguito ad approfondite indagini storiche, gli storici escludono infine che sia una componente della famiglia de’ Medici.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Non esistono documenti che chiariscano le circostanze della commissione dell’opera. Per molto tempo la Dama dal mazzolino è stata considerata una proprietà della famiglia de’ Medici. Ora, in seguito a nuovi e approfonditi studi si mette in dubbio tale provenienza. Sicuramente, fino al 1822 l’opera fu proprietà di un nobile fiorentino, Francesco Ceccherini. Nel 1825, gli eredi decisero poi di vendere la scultura alle collezioni granducali. Su alcuni documenti, inoltre, si specifica che la scultura apparteneva, in precedenza, ad una famiglia sconosciuta di Firenze. Leopoldo II acquistò, così, la Dama dal mazzolino per la Galleria degli Uffizi nel 1825. Gli allestitori del nuovo percorso espositivo, nel 1873, lo destinarono, infine, al Museo Nazionale del Bargello.

L’artista e la società. La storia dell’opera

La prima documentazione certa sulla Dama dal mazzolino è presente nel testamento di Francesco Ceccherini del 1822. Per il nobile fiorentino l’opera era di Donatello. Wilhelm Bode, nel 1882, per primo attribuì la scultura a Verrocchio. Giunse a questa ipotesi confrontandola con le Virtù del Cenotafio Forteguerri a Pistoia. Da allora gli storici concordano con tale attribuzione. Secondo altre opinioni, invece, l’opera potrebbe essere stata realizzata insieme a Leonardo da Vinci. Lo rivela il confronto con il Ritratto di Ginevra de’ Benci del 1474 circa. Le due protagoniste, infatti, si somigliano e portano la stessa acconciatura. Infine, è stato messo in relazione uno studio di Leonardo con due mani disegnate nella stessa posizione. Secondo altri, non è possibile però considerare l’intervento di Leonardo per via dell’unità stilistica che la scultura presenta.

La storia dell’opera

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile della Dama dal mazzolino di Andrea del Verrocchio

La Dama dal mazzolino è un busto-ritratto. Tale formato scultoreo si diffuse a Firenze nel corso della seconda metà del XV secolo. Si tratta di una evoluzione dei busti in cera devozionali prodotti nel medioevo. Andrea del Verrocchio scolpì l’opera intorno al 1475. Il taglio della figura all’altezza dell’ombelico, la posa naturale e disinvolta delle mani erano presenti nei dipinti fiamminghi dell’epoca. Tali opere, infatti, erano molto diffuse e apprezzate a Firenze. Inoltre, l’abito e l’acconciatura sono minuziosamente dettagliati come nella tradizione della pittura nordica.

Secondo gli storici l’opera introduce una novità compositiva nella scultura del secondo Quattrocento. La figura, infatti, è tagliata all’altezza dell’ombelico e indica una scelta non tradizionale. Inoltre, le mani che stringono il mazzolino di fiori sono posizionate in modo molto naturale.

La tecnica

La Dama dal mazzolino è una scultura in marmo di circa 60 cm di altezza.

La luce sulla scultura

La superficie del’opera è molto chiara quindi la luce si riflette creando leggeri chiaroscuri. Le ombre più profonde si trovano ai lati del volto dove la massa di capelli incornicia l’ovale che viene così segnato da una sottile linea di ombra. Altre ombreggiature più profonde creano poi lo stacco tra le braccia e il torace e mettono in risalto le mani in primo piano. Infine le pieghe dell’abito, sottile e quasi trasparente sono rilevate da ombre poco profonde e delicate.

Rapporto con lo spazio

La scultura di Andrea del Verrocchio è un tuttotondo. La prospettiva migliore per osservarla nella sua completezza è però quella frontale nella quale il viso della protagonista si esprime al meglio. In particolare sono le mani ad attirare l’attenzione dell’osservatore per via della loro posizione e dei fiori.

La struttura

La dama è rappresentata frontalmente ma un poco rivolta a destra. Inoltre, anche il viso è inclinato nella direzione opposta e risulta leggermente obliquo. Questa scelta compositiva insieme alla posizione asimmetrica delle mani permette di creare una posa più naturale e non rigidamente frontale. Infine il busto crea una base piramidale che mette in evidenza il volto nella parte alta.

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Bibliografia

  • Paola Grifoni e Francesca Nannelli, Le statue dei santi protettori delle arti fiorentine e il Museo di Orsanmichele, in Quaderni del servizio educativo, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006.
  • Beatrice Paolozzi Strozzi, Museo Nazionale del Bargello. Guida ufficiale, Giunti Editore, 1 marzo 2014, EAN: 9788809759626
  • F. Caglioti, A. De Marchi (a cura di), Verrocchio, il maestro di Leonardo, 1° ed. 2019, Cataloghi / CATALOGHI, 978-88-297-0033-2

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 11 giugno 2019.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Andrea del Verrocchio intitolate:

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Andrea del Verrocchio, Dama dal mazzolino, sul sito del Museo Nazionale del Bargello di Firenze e dei Beni Culturali.

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