La Siesta di Paul Gauguin

La Siesta fu dipinta da Paul Gauguin durante il primo soggiorno a Tahiti. Il maestro post impressionista in fuga dalle preoccupazioni della vita in Europa trovò ispirazione nei colori e nella spontaneità delle donne polinesiane.

Paul Gauguin, La Siesta, 1892-1894, olio su tela, 116 x 89 cm. New York, Metropolitan Museum of Art (The Met)

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Indice

Descrizione de La Siesta di Paul Gauguin

Quattro ragazze polinesiane riposano su di un tavolato di legno al riparo di una veranda molto semplice. Le giovani sono vestite con abiti colorati e parei. Una di loro, in primo piano e di schiena, indossa un cappello di paglia decorato con un nastro. Le altre portano i lunghi capelli neri annodati sulla schiena. La ragazza di sinistra ha un fiore bianco che ravviva semplicemente la sua acconciatura. Questo particolare ricorrerà in molti dipinti tahitiani di Gauguin come Donne di Tahiti sulla spiaggia. La donna dipinta frontalmente, dietro le altre, stira tranquillamente. Accanto alla ragazza di spalle è posata una borsa semplice che contiene alcuni oggetti. Fuori dalla veranda il paesaggio è immerso nel sole pomeridiano. Nonostante la calura una quinta giovane di spalle è seduta sul prato e sembra raccogliere dei fiori o delle erbe.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il dipinto intitolato La Siesta di Paul Gauguin entro il 1909 fu di proprietà del gallerista Ambroise Vollard. Dal 1917 al 1918 passò poi ad Alphonse Kann a Parigi. L’opera fu quindi parte di un gruppo di ventotto dipinti venduti ad aprile 1918 a Wilhelm Hansen di Ordrupgaard una localtà vicino a Copenhagen.  Nel 1923 il dipinto La Siesta venne venduto con la mediazione della galleria Barbazanges di Parigi al barone Kojiro Matsukata che lo cedette nel 1954. La Fujikawa Galleries lo vendette nel 1955 a Wildenstein e quindi a Mrs. Ira (Enid A.) Haupt di New York. Fu così ceduto nel 1983 a Walter H. e Leonore Annenberg di Rancho Mirage in California. Nel 2002 Walter H. Annenberg lo destinò con un lascito al Metropolitan Museum of Art (The Met) di New York.

L’artista e la società. La storia dell’opera

La Siesta è un dipinto realizzato da Paul Gauguin durante il primo periodo polinesiano. Infatti l’artista per fuggire dalle difficili condizioni personali e finanziarie nel 1891 partì dall’Europa. Giunto a Tahiti si trasferì in una località non raggiunta completamente dal colonialismo francese e si adeguò ai costumi della popolazione locale. I soggetti preferiti furono le donne dell’isola che dimostravano una grazia e una semplicità che Gauguin non trovava negli ambienti parigini. Il dipinto intitolato La Siesta racconta un momento della giornata di alcune donne del villaggio. L’opera impegnò circa due anni di lavoro e fu rimaneggiata più volte dal maestro post impressionista. La gonna della donna in primo piano inizialmente era infatti di colore rosso. Al posto del canestro vi era un cane. Infine la donna con l’abito rosa era posta più a sinistra.

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Lo stile del dipinto La Siesta di Paul Gauguin

La linea di contorno molto evidente racchiude elegantemente le forme e le separa dallo sfondo. Le forme così circoscritte sono poi dipinte con campiture colorate prive di sfumatura. Paul Gauguin a partire dalle esperienze bretoni abbandonò le influenze derivanti da Corot e poi dall’ambiente impressionista. Fu infatti Camille Pissarro a convincere Gauguin a proseguire con la pittura. Inoltre il suo lavoro fu sostenuto da Edgar Degas che ammirava le sue opere. Gauguin elaborò così un linguaggio semplice che si adattasse alla rappresentazione di soggetti popolari e alla necessità di esprimere concetti semplici per trasmettere significati spirituali.

Abbandonò quindi la prospettiva geometrica e ricorse a colori forti e irreali per costruire lo spazio. Nel dipinto La Siesta il linguaggio di Gauguin è “primitivo”. Sopravvive un accenno prospettico nella fuga del tavolato a sinistra. Le figure sono bidimensionali, prive di ombre. Le campiture, poi sono realizzate con pennellate sovrapposte che non seguono l’andamento delle forme. Infine anche il paesaggio è suggerito semplicemente con ampie zone di colore dipinte con ampi tratti di pittura. Il maestro ha prestato particolare attenzione alle posizioni delle ragazze. Soprattutto la giovane di spalle siede in modo elegante ed aggraziato.

Il colore e l’illuminazione

I colori utilizzati da Paul Gauguin nel dipinto La Siesta sono brillanti e saturi. Predomina il colore rosa chiaro del tavolato e il giallo-verde del prato esterno. Gli abiti delle giovani in secondo piano sono caldi mentre quello della ragazza di spalle è color indaco. Questo colore crea inoltre un contrasto di complementarietà con l’abito arancione della ragazza distesa. L’impianto cromatico non è particolarmente ricco di contrasti e si crea una certa armonia tra le figure e il paesaggio. Si stagliano netti comunque i parei scuri e i capelli delle giovani.

Lo spazio

Paul Gauguin utilizzò raramente la prospettiva lineare favorendo invece un linguaggio più semplice e “primitivo”. Nel dipinto intitolato La Siesta l’assito della veranda è rappresentato in prospettiva e la fuga delle assi crea immediatamente la dimensione spaziale nella quale si trovano le giovani. Si percepisce quindi chiaramente anche l’esterno oltre le travi di sostegno che scandiscono lo spazio in profondità. Inoltre le distanze sono suggerite dall’abile disposizione delle figure delle ragazze che si sovrappongono verso il fondo. La prospettiva di grandezza aiuta infine a percepire la scansione dello spazio in profondità verso la ragazza sul prato.

La composizione e l’inquadratura

Al centro del formato orizzontale del dipinto si trova la ragazza di spalle. La sua disposizione corre inoltre lungo la diagonale del dipinto che sale da sinistra in basso. Questo espediente compositivo conferisce una buona stabilità alla scena. Infatti le altre giovani sono articolate intorno alla sua figura e disposte in modo da creare un gruppo equilibrato. La composizione de La Siesta è quindi centrale e ruota intorno alla schiena della ragazza che si trova proprio al centro dell’incrocio delle diagonali dell’opera.

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