Il Pescatorello di Vincenzo Gemito

Il Pescatorello di Vincenzo Gemito è una piccola scultura ispirata all’autore dalla vita quotidiana del popolo napoletano.

Vincenzo Gemito, Il Pescatorello, 1877, bronzo. Firenze, Museo Nazionale del Bargello

Indice

Descrizione de Il Pescatorello di Vincenzo Gemito

Il giovane pescatore napoletano è accosciato su uno scoglio e trattiene con forza la sua preda appena pescata. Infatti tra le mani si scorgono le pinne e la coda che si sollevano. Il ragazzo ha i capelli bagnati e gli occhi abbassati sul pesce che si agita nel tentativo di liberarsi. Sul ventre porta una rete artigianale e con il braccio destro sorregge una esile canna.

Interpretazioni e simbologia de Il Pescatorello di Vincenzo Gemito

Vincenzo Gemito era solito percorrere i vicoli napoletani, gli scogli, le strade e gli angoli più segreti della città per osservare il popolo nel suo quotidiano. Il Pescatorello raffigura un ragazzino, come tanti se ne potevano vedere al tempo, accosciato sugli scogli, che stringe tra le mani dei pesci, ancora vivi, che cercano di liberarsi. Infine il riferimento storico della scultura di nudo adolescenziale è quello alla statuaria romana di giovani dei e fauni.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

La scultura di Vincenzo Gemito si trova al Museo Nazionale del Bargello a Fienze. L’originale in gesso del 1876 si trova a Napoli presso il Museo Nazionale di Capodimonte.

L’artista e la società. La storia dell’opera Il Pescatorello di Vincenzo Gemito

Vincenzo Gemito nacque a Napoli il 16 luglio 1852 e, a causa della condizione di povertà nella quale versava la famiglia, fu affidato alla ruota degli esposti, presso lo Stabilimento dell’Annunziata, nel quale venivano ospitati gli orfani abbandonati dalla famiglia. Lo stesso anno, il 30 luglio, fu affidato a Giuseppina Baracca che sposò, come secondo marito, un muratore, Francesco Jadiciccio, spesso ritratto dall’artista. Provò a seguire la strada dell’istruzione accademica, ma, di carattere molto ribelle, presto abbandonò il Regio Istituto di belle arti per prendere ispirazione dai vicoli di Napoli.

Il Gran Pescatore o Pescatorello, ebbe un gran successo al Salon di Parigi, del 1878 dove fu invitato grazie ad Alphonse Goupil. L’artista lo realizzò all’età di vent’anni.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de Il Pescatorello di Vincenzo Gemito

Vincenzo Gemito non amava il neoclassicismo ufficiale dell’accademia e simpatizzava con le prime esperienze realistiche. Era, comunque, un outsider e le sue sculture sono modellate per restituire i forti chiaroscuri della luce napoletana che diventano un simbolo del carattere del popolo e degli adolescenti di Napoli. Contrario agli algori neoclassici Gemito intende inoltre esprimere la vitalità del popolo e dei ragazzi napoletani. Il suo stile così si avvicina a quello dei realisti che trattano pietra e terracotta cercando una luminosità che si avvicina ai pittori impressionisti. Infatti i capelli e il volto del ragazzo sono riprodotti con grande realismo, utilizzando un modellato lontano dalla perfezione classica dei volti.

La tecnica

Il Pescatorello di Vincenzo Gemito è una fusione in bronzo

La luce sulla scultura

La superficie della scultura è scura e lucida quindi le ombre che si creano creano forti contrasti con i punti di maggiore riflessione della luce.

Rapporto con lo spazio

La statua è modellata in ogni sua parte anche se il soggetto è risolto nella sua visione frontale. Lo spazio psicologico che si crea è centrato poi sulla figura del giovane pescatore, che guarda in basso, verso i pesci che si agitano tra le mani. Il personaggio non comunica con lo spettatore, la scultura non si dilata nello spazio, ma sembra attirarlo a sé e trattenerlo come le prede tra le mani.

La struttura

Il giovane pescatore, accosciato sugli scogli, crea una tensione in basso, nelle gambe piegate dai muscoli in tensione che sembrano scattare e portare in alto l’intera figura. Il centro di interesse è in bilico tra le mani che trattengono i pesci in movimento, azione frenata e tensione, e il volto del ragazzo, contratto nello sforzo di afferrare le sue prede. I piedi sono rivolti all’interno, contratti e tesi per tenere saldo il corpo sullo scoglio. Il busto fa da ancora e stabilizza questi due centri di forza. La statua esprime una forza trattenuta e un precario equilibrio del corpo.

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Bibliografia

  • Gabriella Nocentini, Vincenzo Gemito. Monografia. Sculture e disegni, Helicon, 2001, EAN: 9788887837025

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 25 dicembre 2021.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Vincenzo Gemito intitolate:

  • Il Pescatorello

Leggi La vita e tutte le opere di Vincenzo Gemito

Consulta la pagina dedicata alla scultura di Vincenzo Gemito, Il Pescatorello, sul sito del Museo Nazionale del Bargello di Firenze.

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